mercoledì 8 febbraio 2023

Donna greca


 La donna greca (periodo dorico)

La veste ben stretta alla vita, i capelli accuratamente disposti in una elegante acconciatura, il collo candido messo in risalto dal rosso acceso di una collana di ambra...: così Omero ci cantò Elena, la donna che per la sua bellezza e la sua infedeltà fu causa di grandi sventure per uomini e città. Ma non meno accurati erano l'abito e l'acconciatura di Penelope, che fu sposa fedele, capace di un sentimento appassionato e di grandi sacrifici.

Non a torto un poeta defini la Grecia omerica « un sogno di donne meravigliose ».

LA DONNA GRECA

(periodo dorico)

IL PEPLO, CLASSICA VESTE GRECA

La donna greca conosceva soltanto la lana, e tesseva personalmente il suo peplo, cioè un rettangolo di lana largo tanto da avvolgere la persona e alto un po' più della persona stessa. Ecco come si confe- zionava e si indossava il peplo, il più semplice e il più elegante degli abiti che mai la donna abbia indossato.

La parte del telo eccedente l'altezza del busto veniva ripiegata; poteva essere più o meno lunga ed essere tenuta accostata al busto con una cintura oppure lasciata molle. Se era lasciata molle, la cintura cingeva la parte sottostante del peplo. I due lembi, avvolgendo la persona, si sovrapponevano senza nessuna cucitura: fu in seguito a questa moda che le donne spartane vennero chiamate da un viaggiatore forestiero quelle che mostrano i fianchi ». « Le braccia erano nude e il collo disadorno risultava anche più bello. Due fibule, sopra le spalle, allacciavano il davanti dell'abito col dietro. Senza orlo e tutto d'un pezzo, il peplo non aveva bisogno di cuciture, perciò la donna greca non era un'abile sarta. Ben presto però imparò a ornare le vesti con una striscia ricamata in basso, lungo i fianchi o ripetuta a zone longitudinali. Tutto nell'abbigliamento sembrava invitarla a una plasticità statuaria.

Ecco come si indossava e come si drappeggiava il peplo. l'abito classico della donna greca. Mai più la donna saprà creare, con tanta semplicità di mezzi, un abito di così sobria e allo stesso tempo raffinata eleganza.


CAPO SCOPERTO E PIEDI NUDI

Generalmente la donna greca andava a capo scoperto; qualche

volta aggiungeva un velo al suo abbigliamento oppure una mantellina di lana con la quale coprire il capo. Per molto tempo la donna greca di qualsiasi condizione continuò ad andare a piedi nudi dentro e fuori casa. La prima calzatura fu la carbatina», formata da un pezzo di cuoio posto sotto il piede e trattenuto con un sottile nastro di pelle infilato in piccoli fori marginali e girato intorno alla caviglia. Una calzatura forse non molto bella, ma la donna greca imparò presto a intrecciare con eleganza il nastro attorno alla caviglia facendola apparire più snella.

PETTINATURE SEMPLICI E

MANCANZA DI BELLETTI

I capelli venivano divisi nel mezzo, pettinati all'indietro e fatti ricadere sulle spalle; oppure venivano raccolti in una reticella trattenuta da un nastro che dava risalto alla fronte. I riccioli che sfuggivano ribelli in realtà obbedivano a una mano sapiente. Alla donna greca di questo primo periodo i belletti sono sconosciuti; Omero (al quale dobbiamo queste notizie) accenna una sola volta all'olio profumato, adoperato per cospargere il corpo e per ungersi i capelli. Era questo il semplice cosmetico che dava alle donne greche lo splendore cantato dai poeti.

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