sabato 28 giugno 2014

Girasoli

Io adoro questo fiore, se poi sopra c'è anche una coccinella non posso non fotografarlo :-). Peccato non duri a lungo ma per me sono bellissimi!
Navigando in rete, mi sono imbattuta nelle sue leggende così ho deciso di riportarle, mi sembrano molto carine.

La leggenda del girasole

- "Un giorno, in un grande giardino in mezzo a tanti fiori colorati, era nato un fiore davvero strano: brutto e storto.Tutti gli altri fiori lo disprezzavano e nessuno voleva stargli vicino.Il povero fiore, triste e solo, soffriva, ma non si lamentava mai.Trascorreva le sue giornate a guardare il sole nel cielo; gli piaceva così tanto il sole che per cercare di avvicinarsi a lui, si era allungato molto. Quando il sole si spostava, lui lo seguiva girando la sua corolla.
Un giorno il sole si accorse di quel fiore solo e triste che lo guardava sempre, decise di conoscerlo e gli si avvicinò.
Dopo aver ascoltato la sua triste storia decise di aiutarlo e con i suoi raggi splendenti abbracciò il fiore che si accese subito di un bel giallo vivo tanto da sembrare d’oro.Da quel giorno il fiore diventò il più alto e il più bello del giardino.Diventati amici, il sole decise che meritava un nome speciale e così da quel giorno venne chiamato GIRASOLE."

- " Una suggestiva leggenda, che ha origini mitologiche come la quasi totalità delle leggende, lega la nascita del girasole al triste destino di Clizia.
Clizia era una giovane ninfa, innamorata persa del Sole, pertanto lo seguiva tutto il giorno mentre lui guidava il suo carro di fuoco per tutto l’arco del cielo. Il sole, dapprima fu lusingato e un pochino intenerito da quella devozione credette di esserne a sua volta innamorato, e decise di sedurla.Ma ben presto il Sole si stancò dell’amore di Clizia, rivolgendo altrove le sue attenzioni.La povera ninfa pianse ininterrottamente per nove giorni interi. Immobile in mezzo a un campo, osservava il suo amore attraversare il cielo sul suo carro di fuoco.Così, pian piano, il suo corpo si irrigidì, trasformandosi in uno stelo sottile ma resistente, i suoi piedi si conficcarono nella terra mentre i suoi capelli diventarono una gialla corolla; si era trasformata in un fiore bellissimo color dell’oro….Il GIRASOLE
Anche nella sua nuova forma, la piccola ninfa innamorata continua tuttora a seguire l’ amato durante il suo giro nel cielo."




La sua storia

Il girasole fu scoperto in Perù da Hernando Pizarro che ne portò i semi in Spagna per donarli a Filippo II. Considerato dagli Incas il simbolo del dio Sole, veniva venerato e usato nelle celebrazioni religiose. I saggi erano soliti utilizzarlo anche per leggere l’universo, analizzando i semi disposti a spirale lungo tre cerchi concentrici, disposti in senso antiorario come il moto del sole.
Dal girasole si ricavavano elementi preziosi per l’alimentazione: dai semi macinati si otteneva la farina, utile per fare il pane e minestre di diverse tipologie. I semi tostati e macinati, invece, erano ottimi per preparare una bevanda molto simile al caffè; mentre quando venivano spremuti davano un olio dalle elevate proprietà nutritive. Dai fusti e dalle foglie si ricavavano le fibre con cui tessere stuoie, abiti e corde; e infine i petali venivano cucinati in un decotto e usati come rimedio contro le febbri e i disturbi dell’apparato respiratorio.

venerdì 27 giugno 2014

Tulipani

Fa caldo e cercando su internet qualcosa di fresco mi sono imbattuta in questi tulipani di pomodoro che la mia peste ha voluto prontamente provare a rifare. Molto veloci e scenografici, possono essere fatti meglio, ma considerando che li ha fatti interamente lei ed era la prima volta posso ritenermi soddisfatta :-). Il ripieno è a sentimento, ognuno può mettere quello che vuole anche solo un pezzo di mozzarella.

Tulipani di pomodoro

Ingredienti

pomodori tipo san marzano
120 gr stracchino
50 gr ricotta
aglio
sale
prezzemolo

Preparare la farcia con tutti gli ingredienti tranne i pomodori, tritando l'aglio e il prezzemolo. Metterla in frigo. Prendere i pomodori, lavarli , asciugarli ed inciderli a croce dando la forma del petalo di tulipano.
Farcire con il formaggio preparato. Completare facendo i gambi con i gambi del prezzemolo o con fili di erba cipollina. Buoni come antipasto, ma anche come secondo  piatto fresco.

giovedì 26 giugno 2014

Paciugo


Il nome è curioso, ma è così che il nipote della signora che mi ha dato la ricetta, chiama questo piatto.
Si tratta di patate novelle e cipolle dolce tropea. Tutto qui, ma davvero gustoso da mangiare.  Non ho la foto del piatto finito perchè mi sono dimenticata di farla...

Paciugo

Ingredienti

patate novelle
cipolla tropea
sale
olio

Lessare le patate e ancora calde ritagliare delle fettine, adagiandole subito in una teglia unta con un filo di olio abbondante. Quindi tagliare a listarelle sottili la cipolla e cospargerle sopra al primo strato di patate. 


Irrorare con un po' di olio e salare. Procedere quindi al secondo strato di patate, stessa maniera , quindi ricospargere con cipolla e proseguire fino a utilizzare tutte le patate. Terminare con un altro filo di olio e sale, quindi sigillare bene con carta forno e lasciare così per 3-4 ore. Servire. 

mercoledì 25 giugno 2014

Amarene sciroppate

Ultima preparazione con le amarene che mi hanno portato. ho fatto questo vaso di amarene sciroppate, a mio parere risultano un po' troppo dolci, però vedrò tra qualche mese come saranno dopo essere state lì.
la ricetta è un misto di quelle trovate in rete.

Amarene sciroppate

Ingredienti

1 kg amarene 
(lordo del nocciolo)
500 gr zucchero
120 gr zucchero vanigliato

Prendere le amarane pulite e denocciolarle, aggiungere lo zucchero, mescolare, coprire e lasciare riposare una notte.Il giorno dopo scolare le amarene dal loro succo, mettere le amarene in un contenitore, il succo metterlo in un tegame e farlo bollire per una decina di minuti, spegnere il fuoco e versare il succo bollente sulle amarene, coprire e lasciare raffreddare completamente.Ripetere questa operazione altre due volte.Versare le amarene ed il loro succo in una pentola, aggiungere lo zucchero vanigliato e far bollire per una ventina di minuti.
Spegnere il fuoco, invasare in barattoli di vetro sterilizzati con chiusura ermetica, chiudere con il tappo, rovesciare i barattoli, coprire e lasciare completamente raffreddare.

martedì 24 giugno 2014

Seadas



Ieri mia cognata è rientrata dalla Sardegna e mi ha portato questo dolce tipico. Ero molto curiosa di assaggiarlo, così l'ho preparato subito. Molto particolare, sicuramente diverso dai tipici dolci che sono abituata mangiare, però buono. Riporto la ricetta di Roberto Murgia, vale la pena di riprovare a a farli.
Seadas, sebadas, sevadas

Ingredienti

Per la sfoglia: 

1 kg di farina (500 farina 00 e 500 semola rimacinata)
180 gr di strutto
acqua q.b.
un pizzico di sale

Per il ripieno: 

1 kg di formaggio pecorino fresco non salato 
(lasciato inacidire per 2 gg)
la buccia di due limoni grattugiata

La sera prima preparare la pasta impastando la farina con lo strutto, il sale e un poco di acqua. Lavorate fino ad ottenere un impasto della consistenza della pasta fresca. Coprite con pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo tutta la notte. La mattina seguente: Tagliate il formaggio a piccoli qubetti e sistemateli in un tegame antiaderente e fate fondere a fuoco bassissimo. Mescolate di tanto in tanto e quando il formaggio sarà fuso aggiungete la scorza di limone mescolando bene. Il formaggio rilascerà molto siero. Eliminate il siero dal tegame versandolo in una ciotola e conservatelo. Versate velocemente la massa di formaggio su un piano e con un mestolo allargatela fino a formare una "pizza" di spessore di circa 6-7 mm. Lasciate freddare un poco e successivamente ritagliate con il coppapasta tanti cerchi. Prelevate i ritagli di formaggio e rimetteteli nel tegame a fondere aggiungendo il siero che avete conservato precedentemente. Ripetete l'operazione. Nel frattempo stendete la pasta con la macchina ripiegandola più volte in modo da lavorarla bene. Preparate delle sfoglie lunghe e larghe. Disponete sulla prima sfoglia il disco di formaggio, coprite con la seconda sfoglia facendo aderire bene la pasta al formaggio e alla pasta sottostante cercando di fare fuoriuscire l'aria. Una volta sigillato bene ritagliate con il coppapasta seghettato per seadas o con una rotella dentata.

Congelatele separandole con della carta da forno. Per la cottura: Scaldate un dito di olio e sistemate la seadas.


Con un cucchiaio con un movimento continuo irrorate di olio caldo la superficie della seadas fino a cottura. Servite con miele o con zucchero. Mangiatela molto calda.

lunedì 23 giugno 2014


Ieri Corpus Domini ed è tradizione mettere gli addobbi ai davanzali delle finestre, in segno di venerazione per la processione che passa per le vie cittadine nella domenica, in cui si festeggia il Corpus Domini, nel pomeriggio. E' anche tradizione celebrare la Messa, presso una famiglia, in un cortile; molti fedeli partecipano a questo rito nella stagione quasi estiva, un modo per incontrarsi e per far visita ad amici. E anche ieri si è mantenuta questa tradizione a Lovoleto. E' sempre molto suggestiva come celebrazione. Con lo sfondo poi di ieri sembravamo usciti da un quadro che rappresentava scene del primo 1900.
Fu il cardinale Gabriele Paleotti intorno al 1470 che istituì la festa degli Addobbi, così chiamata per i drappi appesi alle finestre nell’occasione. In realtà, questa ricorrenza si ispira all’antica festa legata alla processione del Corpus Domini, voluta da papa Urbano IV nel 1264 e resa solenne a Bologna dal cardinale Ottaviano Ubaldini. Ogni parrocchia la effettua ogni dieci anni.
L’epoca in cui si ricorda con maggiore enfasi la festa è sicuramente il Settecento. In questo secolo, infatti, l’occasione per celebrare l’avvenimento divenne anche una gara cittadina di restauri e abbellimenti e una esposizione di quadri sotto i portici e nei loggiati delle abitazioni.
Fu la soppressa parrocchia di San Matteo delle Pescherie nel 1776 e nel 1796 ad offrire un apparato scenografico impressionante, tanto che, per quest’ultima occasione, le truppe francesi che precedevano l’arrivo di Napoleone, entrate in città al comando del generale Augerau, pensarono ad un’accoglienza trionfale loro riservata. Così non fu e il Bonaparte abolì poi la festa e si dovette attendere il 1818 per rivederne la celebrazione.
Da allora, la tradizione riprese, anche se in maniera molto più misurata e sobria. Sono rimaste inalterate l’esposizione dei drappi (o zendali) tesi da casa a casa nelle strade della parrocchia interessata, le processioni (durante le quali vengono esposti i tappeti e i fiori alle finestre) e le tradizioni gastronomiche (la famosa e gustosissima torta di riso o torta degli addobbi).
La torta degli addobbi (detta più semplicemente torta di riso) è un tipico dolce che appartiene alla 
tradizione culinaria bolognese. Veniva tradizionalmente preparato durante la "Festa degli 
addobbi". In tale occasione le case dei parrocchiani erano aperte alle visite di vicini e conoscenti e agli ospiti si offriva questa torta. Veniva offerta tagliata in piccoli rombi, ciascuno sormontato da uno 
stuzzicadenti. 
Alcune immagini della Celebrazione di ieri:
bambini vestiti come per la Prima Comunione che arrivano correndo alla Messa


la processione verso la Chiesa



venerdì 20 giugno 2014

Gelatina di amarene

Mi hanno portato 10 kg di amarene, per cui oltre a fare della marmellata ho fatto anche della gelatina. La ricetta l'ho presa dal libro dei dolci una raccolta che feci tanti anni fa.
E' un po' dolce per i miei gusti, però buona. La ricetta chiamava anche dei ribes, io non li avevo, ho sostituito la loro quantità con le amarene.

Gelatina di amarene

Ingredienti

1 kg di amarene mature
250 gr ribes
1 kg zucchero
1 limone

Lavare con cura le amarene, aprirle e privarle del nocciolo, quindi disporle in una casseruola di acciaio. Staccare dai rametti gli acini di ribes, sciacquarli e versarli nello stesso tegame; irrorare con mezzo litro di acqua e aromatizzare  con la parte gialla della scorza di limone. Mettere sul fuoco e fare cuocere per 10 minuti dal momento dell'ebollizione, avendo cura di mescolare e schiumare spesso: togliere dal fornello e passare il composto attraverso un setaccio fine, spremendo bene i frutti con un cucchiaio di legno. Versare il prodotto ottenuto in un'altra casseruola e aggiungere lo zucchero; irrorare con succo di limone, rimettere sul fuoco e lasciare cuocere sino a che la gelatina avrà raggiunto la giusta densità. Appena sarà pronta, versarla nei vasi, chiuderli e farli sterilizzare per mezz'ora, infine riporli al fresco e all'asciutto.




giovedì 19 giugno 2014

Marmellata di noci verdi

Questa è una ricetta che mi ha fatto conoscere un mio collega rumeno. Da loro è molto conosciuta e dice che la usavano anche come sciroppo curativo e  a lui ricorda l'infanzia quando la preparava con la nonna. La ricetta l'abbiamo recuperata su un sito rumeno, lui me l'ha tradotta.

Marmellata di noci verdi

Ingredienti

1,300 kg di noci verdi (pulite 500 gr)
800 gr zucchero
500 ml acqua
2,5 limoni
1 baccello di vaniglia

Per pulire occorre un coltello affilato a lama corta. Se si sbuccia sotto l'acqua corrente non si macchiano le mani, altrimenti utilizzare i guanti in lattice monouso anche due paia, perché la macchia passa.


Pulirli facendo attenzione a non deformare la noce, tutto il verde deve essere rimosso. Se non si ha questa accortezza non cambia comunque nel sapore il risultato.
Come si pulisce mettere la noce subito in acqua fredda che nelle prime 3-4 ore si cambierà per tre volte.
al quarto giro mettere le noci in acqua fredda e vi si lasceranno per tutta la notte insieme a qualche fetta di limone, mettere un coperchio per far si che le noci rimangano ben coperte dall'acqua. Lasciarle anche 24 ore, il colore delle noci rimane come quando si sono messe.
Buttarle in acqua bollente per tre minuti  per tre volte e asciugarle con uno strofinaccio. Nel frattempo fare lo sciroppo. Prendere lo zucchero metterlo nei 500 ml acqua con la stecca di vaniglia e fare bollire.  Aggiungere il succo dei limoni a metà cottura. Quando lo zucchero è sciolto e lo sciroppo comincia a legare aggiungere le noci. Lasciarle circa 15 minuti a fuoco basso poi girarle. Ogni tanto premere con un cucchiaio per vedere se si ammorbidiscono; quando si sentono morbide alzare la temperatura e portarle a forte ebollizione. Provare a mettere una goccia di sciroppo su di un piatto se si estende è pronto.
Mettere il tutto nei vasetti ancora bollenti, chiudere e capovolgere per fare il sottovuoto.

martedì 10 giugno 2014

Chioccia

Abbiamo una chioccia! Nel nostro pollaio formato da sei galline ed un gallo abbiamo una chioccia. E' da una quindicina di giorni che questa gallina sta covando delle uova. Siccome in casa non siamo molto esperti, nonostante mio marito sia cresciuto in mezzo a galline :-), sabato abbiamo chiesto alla mamma di Fausto quanto tempo covano e come dovevamo comportarci. Le galline covano 21 giorni se le uova sono buone, però lei ci ha consigliato di "aspirer" le uova, per vedere se effettivamente contengono il pulcino oppure no.
Questa operazione andava fatta dopo 8 giorni dall'inizio della covatura, per evitare che covi uova a vuoto, lasciando così solo quelle che necessitano facendo così in modo che quando si schiudono, il pulcino non debba trovarsi sporcato da quelle vuote rotte accidentalmente. Consiste nel prendere un uovo, in un momento che la mamma lascia la covata e portarlo al buio contro una lampadina accesa. Se si vede attraverso o non è bello scuro si mette via, mentre se è scuro scuro con un poco di trasparenza in alto allora è buono, riporlo nella covata con attenzione avendo cura di non agitarlo e lasciare che arrivi a termine.
Non avendo fatto questa operazione, la mamma di Fausto ci ha chiesto quante galline abbiamo e alla nostra risposta di 6 ha esclamato che allora sono tutte buone, perchè un gallo riesce a "pensare" anche a 50 galline...però! :-) è proprio un galletto. Ora non ci resta che attendere la nascita dei pulcini...

il "papà"


domenica 1 giugno 2014

Torta al cioccolato (anche per celiaci)

Questa è la seconda torta che ho fatto per smaltire la cioccolata. La foto non è granchè ma non sono riuscita ad immortalare il piatto che l'avevano mangiata. Davvero buona! Ottima anche per celiaci perchè contiene solo un cucchiaio di farina sostituibile con fecola.

Torta al cioccolato

Ingredienti

200 gr cioccolato fondente
4 uova
100 gr burro
200 gr zucchero
vanillina 
lievito
1 cucchiaio di farina

Sbattere i tuorli con lo zucchero al solito, aggiungere un cucchiaio di farina, una bustina di vanillina e due pizzichi di lievito, montare a neve gli albumi e aggiungerli delicatamente, in ultimo, sempre molto delicatamente aggiungere la cioccolata con il burro fusi. Forno a 200 gradi per 20 minuti circa.