venerdì 20 dicembre 2019

Crema alla marmellata,





Questa ricetta risale a tanto tempo fa, il librino, dove l'ho recuperata, ha dosi in once..per darvi una idea.

Crema alla marmellata

Prendere una tazza di marmellata, aggiungervi zucchero di vaniglia e da caffè e dello spirito (alchermes o misto per dolci ndr). Fare una crema di quattro uova.
Prendere un etto di cioccolata, stemperarla con un poco di latte e unirvi un tuorlo. Versarla nella crema.
Fare un'altra crema di quattro uova e aggiungervi un etto di mandorle tritate tra dolci e amare (io ho usato solo le dolci, le amare non si trovano più) tritate molto fini.
Prendere due stampi da budino da 1,5 litri.
Si prendono 40 savoiardi e si tagliano a metà. Si prende metà strega e metà alchermes, si intingono e si fa la camicia agli stampi alternando il bianco con il rosso.
Si versa un poco di crema, poi si fa uno strato di savoiardi bianco e si cosparge con la marmellata, un altro strato di savoiardi rosso, e si mette l'altra crema. E via così, si finisce con quello che si inizia.
Si ripone al fresco per una notte, si capovolge e si mangia.
Era il dolce delle feste di una prozia di mio marito, e lui mi ha detto che era esattamente così, l'ho riportato alla sua infanzia...

lunedì 4 novembre 2019

Raccolta delle olive

Mi avvicino a questo argomento, di cui ero totalmente ignorante  grazie a Federica, la mia prima bimba.
Il luogo di raccolta è Atessa, in Abruzzo. Da loro il tempo sembra essersi fermato, ancora si mantengono principi e valori che vanno ormai scomparendo nella maggior parte delle città metropolitane e in alcuni casi anche nelle lavorazioni si rispettano  rigorosamente tradizioni ed usanze.  La varietà di olive è la Gentile di Chieti. Ne deriva una qualità di olio extra vergine di oliva davvero ottimo. Quando lo assaggi ti rimanda subito  all'inconfondibile sapore delle olive appena raccolte con una piccantezza non sgarbata, molto gradevole.
Davvero un ottimo olio. Ringrazio Federica per avermi dato l'opportunità di venire a conoscenza di questo prodotto e della lavorazione che occorre per ottenerlo.
La raccolta delle olive è occasione di riunione e di allegria,si cantano canzoni,si raccontano storie e si giunge alla sera stanchi,ma soddisfatti e felici, accompagnate da "merende" sul campo che non hanno nulla da invidiare a banchetti succulenti, anzi se si aggiunge l'aria buona, il sole e la compagnia sono momenti davvero speciali.

Qualche anno fa...Le olive vengono raccolte tra fine ottobre e novembre. E' un lavoro faticoso, che si fa raccogliendo le olive dal terreno o dai rami.
La raccolta delle olive cadute sul terreno o tra l'erba era un lavoro molto scomodo e da persone pazienti, delegato alle donne e i più giovani. Gli uomini raccoglievano appollaiati sui rami e sulle scale di legno stando in equilibrio sui pioli  e incominciavano a cogliere le olive: prendendo con la mano sinistra un rametto, con la destra strisciavano in modo da far cadere i frutti nella cestella legata alla cintola dei pantaloni o con una corda girata intorno alla vita. Questa cestella veniva costruita dai contadini stessi intrecciando vimini,  canne o sbrocchi di olivo, attorno ad un telaio costruito intorno a un pezzo di legno robusto, per lo più olivo.
Altri si occupavano di porre le olive in contenitori che venivano caricati sui carri. A casa le olive venivano distese sul pavimento di una stanza arieggiata e sana, oppure su  cannicci, stuoie o in cassette di legno, le stesse utilizzate per la raccolta dell'uva, in modo da conservarle evitando fermentazioni. Dopo qualche giorno venivano portate al frantoio con il carro trainato da buoi.Questo lavoro di raccolta poteva durare anche diversi giorni essendo dipendente dal numero di olivi del podere. Lo scambio di aiuto reciproco nei lavori tra le famiglie contadine, anche in questo caso, rappresentava uno dei più importanti aspetti sociali e non poteva mancare il momento della socialità e del convivio per le squadre di lavoratori e le loro famiglie.
Successivamente  e, mentre venivano lavorate al frantoio, era uso aspettare avanti al camino assaggiando l'olio appena prodotto dagli amici su una bruschetta tra una chiacchera e una partitina a carte.
Ogg la raccolta avviene con l'ausilio di macchine specifiche che alleviano molto il lavoro, ma non è cambiato lo spirito festoso della raccolta cosi come l'attesa al frantoio caratterizzata dall'ansia e la curiosità di conoscere i risultati delle proprie fatiche.

Premettendo che l'oliva è un frutto dell'albero dell'ulivo.Parto dalle varietà delle olive.
La Gentile di Chieti è una varierà tipica della provincia di Chieti, sicuramente la più importante, diffusa in tutte le zone olivicole di questo territorio.
Negli anni passati ha rappresentato fino all'80 % delle varietà coltivate nella provincia; in seguito all' introduzione di varietà provenienti da altre regioni, tale percentuale si è notevolmente ridotta, ma tuttora la Gentile conserva una presenza rilevante.
E' molto apprezzata per la sua produttività media ed in genere costante; l'epoca di raccolta è medio-tardiva, e si colloca nella II e III decade di novembre; non si presta ad essere raccolta meccanicamente.
Per quanto riguarda le avversità parassitarie è suscettibile alla carie, al cicloconio ed alla verticillosi, mentre è resistente alla rogna. E' poco attaccata dalla mosca olearia e dalla tignola. E' una coltivazione autosterile con aborto ovarico intorno al 10 %: ha una buona risposta alla propagazione per talea autoradicata. E' una pianta rustica che si è adattata anche nelle zone interne, fino ad altitudine di 500 - 600 mt sul livello del mare, per la buona resistenza ai venti freddi e alle gelate.
Qualche nozione generale sulla raccolta.
Lavorare le olive è un’arte in tutte le sue fasi: dalla raccolta delle olive alla loro molitura, sino al poterne assaporare il gusto. L prima fase della produzione dell’olio extravergine d’oliva èla raccolta delle olive.
LE OLIVE
Il primo aspetto che bisogna prendere in considerazione è il tipo di oliva da raccogliere, in quanto in base a questa differenza cambiano sia la condizione in cui deve essere il frutto per essere raccolto che il periodo dell’anno in cui abitualmente esso viene considerato maturo. Per una buona raccolta di olive da olio è opportuno aspettare che il cambiamento del colore del frutto (la cosiddetta invaiatura) stia passando da verde a viola, questo perché rappresenta la fase di maturazione in cui all’interno dell’oliva è presente una maggiore quantità di olio e di sostanze fenoliche che daranno successivamente le qualità organolettiche e nutrizionali del prodotto finito.
Per quanto riguarda le olive da olio occorre fare un’ultima precisazione che  non si può assolutamente ignorare: non bisogna mai confondere una maggiore quantità di olio con la massima resa, in quanto quest’ultima si raggiunge nel momento in cui i frutti si disidratano.Aspettando questo momento è la qualità dell’olio a risentirne. L’olio di migliore qualità, invece, si ottiene nel lasso temporale in cui le olive si colorano dal verde al viola. Vi sono due modalità principali per la raccolta delle olive: la raccolta manuale e quella meccanica.

TECNICHE DI RACCOLTA MANUALE DELLE OLIVE
Ogni metodo di raccolta ha dei diversi effetti sul frutto e sul prodotto finale, per questo motivo è sempre meglio valutare con attenzione quale utilizzare in base alla propria necessità.Le principali tecniche di raccolta a mano sono: la bacchettatura o bacchiaturaè  un metodo molto antico le cui origini risalgono ai tempi dei miti e delle leggende e consiste nel “bacchettare” i rami dell’ulivo con dei bastoni in modo da fare cadere le olive,

queste vengono raccolte da delle reti poste per terra sotto la chioma degli alberi.





La brucatura consiste nel raccogliere le olive a mano direttamente dai rami. Ideale per le piante basse, ha il grande vantaggio di non danneggiare le olive ed è indicata per produrre oli di massima qualità in quanto tutti i frutti vengono selezionati a mano singolarmente. In questa tecnica meticolosa si utilizzano scale di vario tipo e altezza, rastrelli e pettini, così da controllare e vagliare lo stato di ogni singola oliva senza stressare i rami dell’albero. Questi sono mantenuti ad altezze particolari proprio per facilitare questo tipo di raccolto. la pettinatura come suggerito dal nome, i rami degli olivi vengono passati più e più volte da degli strumenti simili a dei pettini che staccano le olive. Queste vengono raccolte da delle reti attaccate direttamente sotto gli alberi come fossero degli ombrelli capovolti, e poi selezionate con cura e separate dal fogliame e dai pezzetti di rami staccati inavvertitamente. La controindicazione di questo metodo sta nel fatto che i frutti rischiano di essere danneggiati molto facilmente dai pettini e che, quindi, richiede una seconda fase di lavoro di cernita e selezione. la raccattatura altro non è che la raccolta dal terreno delle olive mature che in modo completamente naturale si sono staccate dai rami. Questo metodo è altamente sconsigliato, in quanto i frutti raccolti sono già eccessivamente maturi e quindi non contengono una quantità di olio sufficiente alle necessità di produzione. Inoltre quando l’oliva è troppo matura rischia di marcire e di essere contaminata da batteri e muffe, elementi esterni che se non prontamente rimossi si propagano facilmente in tutto ciò che è stato raccolto. Questo metodo non è indicato per la produzione di oli di qualità. la scrollatura simile alla raccattatura la scrollatura è un metodo che appartiene già a quelli considerati meccanici. Nella scrollatura le olive vengono raccolte grazie a dei bracci meccanici che avvolgono il tronco o i rami dell’albero percuotendoli in modo blando e contenuto così da favorire la caduta dei frutti. Grazie a questa tecnica la qualità del prodotto non viene sensibilmente inficiata, in quanto questi strumenti sono dotati di strutture simili a ombrelli rovesciati pronti a favorire la raccolta.
TECNICHE DI RACCOLTA MECCANICA DELLE OLIVE
Con lo sviluppo della tecnologia sono sempre più comuni i metodi di raccolta delle olive che prevedono l’utilizzo di strumenti meccanici, i quali in maniera automatica simulano le principali tecniche di raccolta manuali.Negli ultimi anni si è, inoltre, sempre più diffuso l’impiego di pettini pneumatici, che permettono una raccolta più accurata e attenta. In conclusione si può affermare che una tecnica meccanizzata indubbiamente dà una quantità maggiore di produzione, in quanto sfrutta la forza e la resistenza degli strumenti, ma richiede molta attenzione nella fase di raccolta e selezione dei frutti, soprattutto se si vuole produrre un olio extravergine d’oliva di grande qualità.

mercoledì 30 gennaio 2019

Crespelle all'arancia con spinaci e stracchino

E' stato amore a primo assaggio! quanto mi sono piaciute! davvero delicate, squisite, perfette.
Anche la ricetta della crespella è molto valida. Un piatto da ripetere ogni volta che si hanno voglia di coccole o un pranzo o cena da far bella figura.  La ricetta è di Paola Rovetto, una cara amica di Cucina Italiana.

Crespelle all'arancia con spinaci e stracchino
(x 4 p)

Ingredienti

Crespelle

250 gr latte
125 gr farina bianca
2 uova
un'arancia
prezzemolo
burro
sale

Farcia e salsa

500 gr latte
300 gr spinaci lessati e strizzati
300 gr stracchino
40 gr farina bianca
40 gr burro
40 gr parmigiano grattugiato
un'arancia
sale
pepe

Preparare le crespelle mescolando la farina con il latte, il burro sciolto in una padellina (diam. 18) e le uova. Insaporire con la scorzetta grattugiata di mezza arancia, un cucchiaino di prezzemolo tritato, sale. Scaldate la padellina usata per il burro e cuocetevi a mestolini l'impasto, ottenendo 12 crespelle. Spalmatele con 250 gr di stracchino lavorato con sale, pepe e scorzetta grattugiata d'arancia, su ognuna  mettete un cucchiaio di spinaci e piegatele a fazzoletto. Con il burro, la farina e il latte preparate una besciamella. Mettete le crespelle in una pirofila, salsatele con la besciamella, completate con fiocchetti di stracchino e burro, cospargete  di parmigiano, gratinate quindi servire.




giovedì 17 gennaio 2019

Risotto al melograno e speck in cestino di parmigiano

Questo risotto l'ho servito per la cena dell'ultimo dell'anno. Mi ispiravano i chicchi di melograno come buon augurio (oltre ad adorarlo), per renderlo più "elegante" ho pensato di servirlo in un cestino di grana. Mi sono avvalsa di tutti i consigli del vecchio forum di Cucina Italiana, perchè avevo già provato altre volte, ma il cestino prendeva sempre un poco il sapore di bruciato. Poi ho letto, non ricordo chi l'avesse scritto, che prendendo del parmigiano grattugiato grosso e posizionandolo su di una carta forno e messo in forno a 130 140 gradi, anzichè su un padellino come solito, quando inizia a sciogliersi lo si  estrae, non cambia  sapore. E così è stato. E' stato davvero un piatto gradevolissimo con una presentazione insolita.
Ottimo anche l'abbinamento speck melograno.

Risotto al melograno e speck
(x 4 persone)

Ingredienti

parmigiano grattugiato
280 gr riso
1 cipolla bianca di circa 120 gr
20 gr olio oliva
50 gr speck 
un bicchiere di vino bianco
1,5 l brodo vegetale
1 melograno circa 450 gr
10 gr burro
10 gr parmigiano grattato
sale
pepe bianco

Per i cestini: prendere due cucchiai di parmigiano, metterli su fogli di carta forno e in forno 140 gradi per pochi minuti


Appena inizia a sciogliere, quando si vede che è omogeneo, torglierlo dal forno e metterlo su di una ciotola per modellarlo

farli raffreddare completamente prima di rimuoverli. Io li ho messi in una tazza divisi da carta forno, sigillati con pellicola. Li ho tirati fuori al momento di impiattare. Avevo timore che si sciogliessero subito, invece anche i due che avevo omesso di congelare, non si sono sciolti.
Per il riso:
ricavare i chicchi del melograno, cercando di eliminare i filamenti. Tritare la cipolla e farla stufare dolcemente nell'olio. Aggiungere due mestoli di acqua e lasciar asciugare a fuoco dolce. Unire lo speck a dadini minuscoli e far insaporire per qualche istante. Calare il riso nel fondo di cipolla e speck, tostarlo per un paio di minuti a fuoco vivace, rigirandolo continuamente con un cucchiaio di legno. Versare il vino bianco e far evaporare.
Portare a cottura il risotto con aggiunta di brodo di verdura bollente e ben salato. Qualche minuto prima di togliere il tegame dal fuoco, unire i chicchi di melograno. Spegnere il fuoco, insaporire con una macinata di pepe e mantecare con il burro e con il parmigiano.


domenica 13 gennaio 2019

Ghirlanda natalizia salata

Risistemando un poco le vecchie ricette, avevo salvato questa dal vecchio forum di Cucina italiana di Benedetta Lugli. L'ho fatta per la cena dell'ultimo dell'anno. BUONISSIMA!! Me l'hanno finita prima di servire i primi.
Non avevo le olive verdi, ho utilizzato solo quelle nere.

Ghirlanda natalizia salata

Ingredienti

1 bustina lievito di birra mastrofornaio paneangeli
(o un dado di lievito di birra fresco)
50 gr acqua tiepida
100 gr latte tiepido
30 gr zucchero
75 gr burro morbido
1 1/2 cucchiaino di sale
2 uova intere
500 gr farina 00

per il ripieno 

75 gr burro
2 cucchiai di parmigiano
35 gr farina
100 gr dadini pancetta affumicata
100 gr olive nere
100 gr olive verdi
un pugno gherigli di noci
50/70 gr emmenthal grattugiato

Sciogliere nel robot da cucina il lievito con l'acqua tiepida. Aggiungere il latte tiepido, lo zucchero, il burro a pezzettini, il sale, la senape e le uova intere. Unire un po' alla volta gr 280 di farina (presi dal totale dei gr 500) e frullare per mescolare, pulendo più volte  con una spatola, le pareti della ciotola del robot. Lavorare per 3'. Unire ancora altri 175 gr di farina (sempre presi dalla farina iniziale rimasta) e lavorare fino ad ottenere una pasta morbida e ben amalgamata. 
Rovesciare sul tavolo infarinato ed impastare, lavorando a mano, per circa 10', usando ancora un poco di farina se necessario. Imburrare  generosamente una ciotola capiente e porci la pasta, girandola dentro in modo da ungerla uniformemente.
Coprire e far lievitare in un luogo riparato fino a che avrà raddoppiato il volume (circa 1/2 ora).
Mentre lievita preparare il ripieno:
In una ciotola montare con le fruste il burro con il parmigiano, unire la farina. Amalgamare bene. Aggiungere mescolando con un cucchiaio la pancetta affumicata, le olive nere e verdi denocciolate e tagliate a pezzetti, un pugno di gherigli di noci spezzettati con le dita e l'emmenthal grattugiato con la grattugia a fori grossi. Coprire e mettere in frigo. (io non l'ho messo). 
(la prossima volta voglio provare con un ripieno di gorgonzola noci e pera).
Sgonfiare la pasta, lavorandola brevemente sul tavolo infarinato e stenderla con il mattarello in un rettangolo largo cm 22 e lungo cm 75 circa.
Sbriciolare il ripieno preparato e spargerlo sopra la pasta, lasciando intorno un margine di circa 2,5 cm. Iniziando dal lato lungo, arrotolare la pasta su sè stessa, per formare un rotolo ben stretto. Inumidire il bordo con un pennello bagnato nell'acqua e pressare bene per sigillare.
Usando un coltello ben affilato infarinato, tagliare il rotolo a metà nel senso della lunghezza ed intrecciare con delicatezza le due strisce di pasta l'una intorno all'altra, facendo attenzione a girare verso l'alto i lati tagliati in modo da mostrare il ripieno.
Trasferire la treccia su una teglia foderata con carta forno e formare un cerchio di circa 25 cm di diametro, unendo le due estremità. 
Far lievitare in un luogo tiepido per circa 45-60 minuti, fino a quando è ben gonfia.
Spennellarla delicatamente con un po' di uovo sbattuto (io non l'ho fatto) per dorarla e cospargerla di semini di sesamo o papavero (anche questo).
Cuocere in forno moderato a 170 gradi per circa 20 minuti o fino a quando è leggermente colorita.
Guarnire con un fiocco e qualche rametto di agrifoglio