domenica 15 febbraio 2015

Viadagola : nuovo diacono

Oggi nella Cattedrale di San Pietro, Graziano è stato ordinato diacono permanente per l'imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione di S.E. Cardinale Carlo Cafarra, Arcivescovo di Bologna.
E' un grande onore e piacere per noi comunità di Viadagola, partecipare e annoverare un altro diacono che si unisce ad Alfonso, che per altro festeggia il suo venticinquesimo di ordinazione.
Non posso che ringraziare il Signore per i doni che ci ha fornito e congratularmi con loro per l'impegno e la disponibilità che dimostrano quotidianamente.
Congratulazioni Graziano!

martedì 10 febbraio 2015

Firenze: Galleria degli Uffizi part III


Maestro del Bigallo - Madonna col Bambino in trono e due angeli . 1230 circa

La tavola acquistata dallo Stato nel 2006, appartenne fra Otto e Novecento al grande antiquario Stefano Bardini (1836-1922). Il pittore deriva la sua denominazione convenzionale da un Crocifisso dipinto conservato nel museo del Bigallo a Firenze ed è l'esponente più conosciuto della pittura fiorentina dell'epoca.




Filippino Lippi - Prato 1457 circa - Firenze 1504  "Adorazione del Bambino"  1478-1480 ca

Il dipinto di devozione privata è da datare, per la grazia e la dolcezza delle figure e la resa minuta della verzura, fra la fine degli anni Settanta e primi anni Ottanta del Quattrocento, nella fase giovanile e botticelliana dell'artista, classificata dal Berenson sotto il nome fittizio dell'"Amico di Sandro".


Filippino Lippi - Adorazione dei Magi 1496

L'opera firmata e datata sul retro 29 marzo 1496, fu commissionata per l'altare maggiore della chiesa del convento fiorentino suburbano di San Donato a Scopeto, distrutto in previsione dell'assedio del  1529-1530 . Sostituiva l'adorazione di Leonardo da Vinci, lasciata incompiuta nel 1481 per la partenza per Milano ed era in origine dotata di una predella con figure di Santi e Cristo in pietà. Agli Uffizi nel 1666, dopo la morte del Cardinale Carlo De' Medici.

Alessio Baldovinetti Firenze 1425-1499 - Madonna col Bambino tra i Santi Francesco, Cosma, Damiano, Giovanni Battista, Lorenzo, Giuliano, Antonio Abate, Pietro Martire . "Pala di Cafaggiolo"  1453 circa

La tavola, già sull'altare della cappella della villa  medicea di Cafaggiolo nel Mugello, ristrutturata nel 1451 da Michelozzo, venne verosimilmente commissionata nel 1453 da Piero il Gottoso per la nascita di suo figlio Giuliano, fratello di Lorenzo il Magnifico, a cui allude il santo eponimo. E' uno dei rari dipinti dell'artista che fu anche apprezzato mosaicista.



lunedì 9 febbraio 2015

Firenze: Galleria degli Uffizi Part 2

continua il viaggio dentro agli Uffizi.

Jacopo da Empoli Nozze di Caterina de' Medici con Enrico II di Francia 1600
Jacopo da Empoli Nozze di Maria de' Medici  con Enrico IV di Francia 1600







Maestro dalla Croce 434 - Stigmate di San Francesco (1240-1250 circa) Tempera su tavola

L'opera apparteneva al pittore e mercante Ugo Baldi, che nel 1863 la donò all'Accademia delle Belle Arti di Firenze. E' agli Uffizi dal 1948.
San Francesco raffigurato mentre riceve le Stigmate durante il suo ritiro ascetico alla Verna, in Casentino, è identificato  dall'iscrizione "S(anctus) Francuisc(us)". La cornice è originale .
Pittore di probabile origine lucchese, formatosi in prossimità della bottega dei Berlinghieri , il Maestro della Croce 434 influenzò notevolmente lo sviluppo  della pittura fiorentina alla metà del XIII secolo.


Bonaventura Berlinghieri "Madonna col Bambino e santi; Crocifissione di Cristo, Andata dal Calvario, Deposizione" 1255 circa Tempera su tavola

Il dittico fino all'inizio del XIX secolo si trovava  nel convento di Santa Chiara a Lucca; fu acquistato nel 1856 ed è giunto agli Uffizi nel 1948.
Nel pannello con la Vergine e il Bambino, sono raffigurati i santi Pietro, Giovanni Battista, Chiara, canonizzata nel 1255, Andrea, Antonio da Padova, Michele, Francesco d'Assisi, Giacomo identificati da iscrizioni. Il dittico è attribuito a Bonaventura Berlinghieri, membro di una importante famiglia di pittori di Lucca.



Maestro della Croce 432 - Crocifissione, la Vergine san Giovanni Evangelista dolenti, una pia donna, sette storie della Passione. 1180-1200 circa Tempera su tavola

L'opera di cui si ignora l'originaria collocazione, è documentata per la prima volta agli Uffizi nel 1886.
Raffigura Cristo vivo, vale a dire trionfante sulla morte (Triumphans). In alto è presente l'iscrizione "Ih(esus) Nazarenus Rex Iudeorum". Nel tabellone sono illustrati la Lavanda dei Piedi, il Bacio di Giuda,  la Flagellazione, l'Andata al Calvario, la Deposizione della Croce, la Deposizione nel Sepolcro, la Discesa di Cristo al Limbo.
Pittore Toscano -Madonna col Bambino in trono; Annunciazione 1210-15 circa
Tempera su tavola

In origine su fondo d'argento, questa opera d'importanza cruciale per la pittura medievale dell'Italia centrale potrebbe essere stata dipinta  per l'abbazia vallombrosana di San Cassiano a Montescalari - documentata a partire dal 1040 e la cui chiesa fu consacrata nel 1212 - e trasferita in seguito presso l'Oratorio di Santa Maria del Casale, vicino a Greve in Chianti.
Meliore - Il Redentore benedicente tra la Vergine, San Giovanni evangelista, san Pietro  e san Paolo. 1271 tempera su tavola

Proviene dalla raccolta di Alfonso Tacoli Canacci, noto mercante d'arte e collezionista, che l'aveva acquistata a Firenze nel 1792. Il dipinto reca iscrizioni in greco e latino, con i nomi dei personaggi raffigurati e, nel pannello centrale, quella col nome del pittore: ""Melior me pinxit": non è invece più leggibile la data del 1271. La cornice è originale sono un'aggiunta le figure dei cherubini attribuiti a Cosimo Rosselli (Firenze 1439-1507)

segue...

Firenze: Galleria degli Uffizi part 1 mostra "L'Amico rivisitato"

Questo fine settimana abbiamo fatto una splendida gita a Firenze, un tempo stupendo e una stupenda città. Abbiamo visitato diverse cose, ma mi sembra giusto, senza togliere nulla al resto, iniziare dalla Galleria degli Uffizi. Che meraviglie abbiamo in Italia! Un incanto!
Salendo troviamo la  mostra "L'Amico rivisitato" dedicata a Amico Aspertini e altri bolognesi,  che terminava proprio ieri
Metto qualche opera...
"Romolo e Remo allattati dalla lupa " Marcantonio Raimondi  (Bologna 1482 ca - 1534 ca)
"Due studi per Ercole e il leone di Nemea" Amico Aspertini (Bologna,  1473/75-1552) penna e inchiostro, pennello e inchiostro diluito, biacca (carbonato basico di piombo), tracce di pietra nera.

Le opere della prima sezione permettono di ricostruire il clima artistico bolognese all'inizio del Cinquecento , caratterizzato dalla convivenza di diversi stimoli culturali. La vitalità dell'ambiente umanistico felsineo, legate alle attività dello Studium, si riflette sull'interesse degli  artisti per l'antico, interpretato in modo innovativo anche attraverso un'iconografia derivante da fonti letterarie erudite . All'importanza degli esempi veneti e ferraresi si affiancano le precoci riflessioni di Lorenzo Costa su Filippo Lippi e sul Perugino e le originali rielaborazioni di stimoli culturali diversi (dall'area toscana sino ai Fiamminghi) di Francesco Francia. Ad essi si aggiunge inoltre l'interesse verso ricerche atmosferiche ed effetti chiaroscurali leonardeschi, sollecitati anche a seguito dell'arrivo a Bologna della Pala Casio (1500) di Giovanni Antonio Boltraffio.
La seconda sezione della mostra è dedicata al disegno a penna, medium estremamente congeniale ad esaltare l'ecclettismo e la poliedricità di Amico Aspertini. L'artista si serve costantemente di questa tecnica, declinandone il tratto a seconda delle sue diverse esigenze espressive e delle differenti finalità grafiche. Negli studi dall'antico ad esempio, egli privilegia, sin dalle prove giovanili, la linea a puro contorno. Ad un segno aperto, rapido e sommario e al tratteggio parallelo, usato ad esempio quando è interessato a fissare sulla carta un'invenzione iconografica  Amico alterna un tratto vigoroso a penna larga teso ad indagare valori plastici e tridimensionali.  In altri casi l'artista assimila certe caratteristiche  proprie del segno silografico e in particolare della produzione giovanile di Domenico Campagnola . Infine l'uso della penna sottile traduce delicati effetti luministici. Il naturale sperimentalismo del medium accompagna, in Amico, la riflessione sui diversi modelli pittorici, come Michelangelo, Raffaello e i veneti.
"Adorazione dei pastori"  Bartolomeo Ramenghi detto Bagnacavallo (Bagnacavallo 1484? - Bologna 1542?)
La riflessione sull'antico è parte integrante della cultura stratificata dell'ambiente artistico felsineo : i modelli classici sono aggiornati e interpretati alla luce degli esempi iconografici e formali forniti dagli artisti coevi, con i quali i bolognesi entrano in contatto. Ad esempio insieme a una rinnovata e originale lettura di Michelangelo, si rintraccia in alcuni disegni all'antica di Aspertini, dove i corpi dilatati sono sostenuti da una linea solida e compatta, la conoscenza delle opere mantovane di Giulio Romano. Nel corso degli anni Trenta del Cinquecento la cifra stilistica di Amico si arricchisce, grazie a un impiego sempre più esteso dell'inchiostro diluito e della biacca. Quest'ultima è stesa con intenzionali effetti di corrosione pittorica che tendono a sfaldare le forme, ancora chiaramente leggibili nonostante i ritocchi successivi presenti in numerosi disegni realizzati con questa tecnica. Sempre ispirati al mondo classico sono numerosi fogli , spesso derivati da invenzioni aspertiniane, di Biagio Pupini (Bologna, documentato dal 1504 al 1551), artista che trova nel disegno un mezzo estremamente congeniale attraverso il quale coniugare lo studio dell'antico con suggestioni derivanti dalla pittura contemporanea, in particolare di ambito romano. L'influenza di Polidoro da Caravaggio si esplica nello stile fortemente pittorico che caratterizza il bolognese, capace di rinnovarsi sugli stimoli provenienti dalle culture ferrarese e mantovana.

Bartolomeo Ramenghi detto Bagnacavallo " Modello per una pala d'altare"
La forte e originale personalità di Amico si impone , all'inizio del Cinquecento, su altri artisti attivi a Bologna, tra cui Biagio Pupini (Bologna, documentato dal 1504 al 1551) e Bartolomeo Ramenghi, detto Bagnacavallo, Il duraturo sodalizio artistico avviato da Pupini e Ramenghi almeno dal 1511 si traduce in una forte vicinanza stilistica riscontrabile sia nelle opere pittoriche che in quelle grafiche, In entrambi gli artisti subentra ben presto l'influenza di Raffaello, sulla scia della diffusione a Bologna dei modelli dell'urbinate. Essi traducono prototipi raffaelleschi ai quali, progressivamente, si aggiungono altre suggestioni e contaminazioni. Particolarmente decisiva risulta l'influenza di Girolamo da Carpi, a Bologna intorno alla metà degli anni Venti, il quale rivestirà il ruolo di mediatore con l'arte ferrarese e mantovana e di tramite per un primo contatto con la maniera del Parmigianino.

Amico Aspertini "Lotta di centauri e di satiri"
Penna larga e inchiostro, biacca (carbonato basico di piombo) su carta tinteggiata  con colore marrone.