venerdì 19 dicembre 2014

Liquore pocket coffee

Questa ricetta l'ho presa dal blog "Le cuochine". Gli ospiti a cui ho offerto questo liquore l'hanno apprezzato talmente tanto che non credevo. Semplice da fare e buono buono!

Liquore Pocket Coffee

Ingredienti

300ml. alcool 90°
600ml. acqua
600gr. zucchero
5 cucchiai abbondanti di caffè solubile
5 cucchiai abbondanti di cacao amaro
2 bustine di vanillina

Mettete in un pentolino acqua e zucchero, ponete sul fuoco, quando lo zucchero sarà sciolto completamente aggiungete il caffè, il cacao e la vanillina. Sciogliete bene il tutto, aggiungete l'alcool, mescolate bene e imbottigliate. Ha il pregio di essere subito pronto al consumo.

giovedì 18 dicembre 2014

Pensieri di natale: zuccherini digestivi


Una sera a casa di una cugina di mio marito mi è stato offerto uno zuccherino spiritoso :-). Mi è piaciuta troppo l'idea così ho voluto prepararne dei vasettini da regalare a Natale.
Veloci e molto simpatici.

Zuccherini digestivi

Ingredienti

Zollette di zucchero
Alcool 90°
Aromi a piacere (menta, salvia e limone, cannella,
anice stellato, liquirizia, caffè...)

Mettete le zollette nei vasetti, magari alternandole con l'aroma scelto (io in quelli delle foto ho messo foglioline di menta fresca, buccia di limone, chicchi caffè e caffè solubile) versarvi sopra l'alcool fino a riempire il vasetto e chiuderlo, non ha bisogno del sottovuoto.
Per il consumo, prendete una zolletta con un cucchiaino, scolatela bene dall'alcool, datele fuoco e quando gli angoli cominciano a caramellare spegnete con un cucchiaio. Prendete la zolletta con le dita (non mettete in bocca il cucchiaino, scotta!). Si possono servire sopra a gelato, macedonia, dentro al caffè...ovunque suggerisca la fantasia.

lunedì 8 dicembre 2014

Nutellotti


Questi non li ho fatti io, li ha portati la mia amica Tiziana ieri sera...come sono? boh! io non sono riuscita ad assaggiarli, li hanno fulminati tutti i ragazzi...:-).
La ricetta è presa da facebook.

Nutellotti

Ingredienti

180 gr di Nutella© a temperatura ambiente (non dev’essere ‘liquida’)
150 gr di farina tipo 00
1 uovo medio (80 gr ca.)

Per la farcitura: 

100 gr di Nutella© 
(o, se preferite, confettura di fragola/ciliegia/visciola)

In una ciotola, aggiungo l’uovo sbattuto alla Nutella©, poi incorporo la farina (possibilmente setacciata) e lavoro fino a che il composto non risulti pronto per essere impastato a mano.
Una volta ottenuto il panetto, formo delle palline e con il manico di un mestolo in legno pratico dei piccoli fori su ognuna di esse (dove metterò la farcitura di Nutella© con la sac à poche prima di infornarli).
Inforno su carta forno ventilato a 170° preriscaldato per 10 min (in forno tradizionale la cottura va portata a 15 min, a 150°).
Una volta sfornati, non preoccupatevi se risulteranno ancora morbidi: raffreddandosi si induriranno leggermente.
I Nutellotti si conservano fragranti per circa 2/3 giorni. Copriteli con un panno asciutto (non serve imbustarli) e riponeteli in un posto lontano da fonti di calore.

sabato 6 dicembre 2014

Uova a festa


Ho visto il video di questa ricetta in internet, non ricordo dove, però mi è rimasto impresso e ho voluto provarla. E' molto scenografica, facile da farsi, però sinceramente preferisco le uova cotte in modo tradizionale :-), anche se sono state spazzolate. Per una cena o un buffet è sicuramente un modo originale per valorizzare un alimento che solitamente viene considerato "misero".

Uova a festa

Ingredienti

uova
pancetta
sale

Prendere le fettine di pancetta, adagiarle su una padella e farle rosolare lentamente 

rompere l'uovo separare il tuorlo dall'albume. Montare a neve ferma gli albumi con il sale e adagiarli in una pirofila da forno imburrata bene e nel centro posizionare i tuorli

Metterli in forno caldo a 180 gradi per 10-15 minuti. Quindi servire con la pancetta.
Sono buoni anche freddi o tiepidi.

domenica 30 novembre 2014

Prima domenica di avvento - Dadi con le noci

In questo periodo dell'anno mi viene sempre in mente Alda, una stupenda amica che conobbi sul forum di Cucina Italia che ora ci osserva da lassù, che raccontava che in Lussemburgo, da loro, c'era la tradizione che per ogni domenica di avvento venisse fatto un dolce. Quest'anno ho voluto iniziare questo cammino con un suo dolce che è meraviglioso. I dadi con le noci.
Come tutte le sue ricette anche questi sono una garanzia!


Dadi con le noci

Ingredienti
100 g di cioccolato fondente
5 uova
200 g di zucchero grezzo
50 g di burro
250 g di farina
150 g noci tritate finissime 
(ricordarsi di tritarle con un cucchiaio o due di zucchero, preso dalla quantità totale, perchè non diventino unte)
 Niente lievito

Per la glassa 
150 g di cioccolato fondente
 una noce di burro
 100 g di zucchero al velo
noci per guarnire


Fondere il cioccolato insieme al burro, rimescolare fino a che il tutto è ben liscio. Battere le uova intere con lo zucchero, fino a che il composto è ben gonfio e "scrive". Amalgamare al composto di uova il cioccolato fuso, mescolare bene ma con delicatezza ; setacciare la farina sul composto al cioccolato, amalgamarla e poi aggiungere anche le noci tritate.
Scaldare il forno a 175°.
Versare la pasta in una teglia rettangolare foderata di carta da forno (vanno bene quelle da lasagne, eventualmente quelle di stagnola da congelazione, formato grande) e cuocere una ventina di minuti (prova dello stecchino).
Per la glassa, fondere il cioccolato insieme al burro, rimescolare fino a che il tutto è ben liscio, aggiungere lo zucchero battendo il composto con le fruste elettriche. Subito sembra duro, poi diventa lavoabile.
Quando il dolce si è intiepidito, sformarlo, spalmare la glassa sulla superficie e lasciare ben solidificare. Solo a questo punto – dolce ben raffreddato, glassa solidificata – si tagliano i dadi (3,5 cm x 3,5 cm) . Io mi sono aiutata con una listerella di legno ben ripulita alta appunto 3,5 cm. Su ogni dado si mette mezzo gheriglio di noce o una nocciola (oppure zuccherini argentati).

giovedì 20 novembre 2014

Focaccine di patate

Queste focaccine filanti le ho viste sul blog di Rossella in padella. Mi hanno ispirato, le ho fatte. Non sono cattive, però per i miei gusti sono troppo "morbide"...mi spiego, non c'è contrasto, sembrano gnocchi...buone per carità..Dovessi rifarle le farei più sottili e più piccole perchè riempiono molto e ometterò il lievito, non ne vedo l'utilità.


Focaccine di patate filanti cotte in padella

Ingredienti

1,2 kg di patate
250 gr di farina 00
1 uovo
1 cucchiaino di sale
1 spolverata di noce moscata
1 bustina di lievito istantaneo

Per farcire:

 prosciutto cotto
 formaggio filante 
prosciutto crudo

Lavate le patate, mettetele con tutta la buccia in acqua fredda e portate ad ebollizione fino a lessarle. Quando proverete con una forchetta e vedrete che sono cotte, scolatele e lasciatele raffreddare per bene. Adesso sbucciatele e schiacciatele in una ciotola con lo schiacciapatate. Aggiungete la farina, l’uovo ed il resto degli ingredienti. Impastate per bene. Aiutatevi con della farina per formare tipo un panetto. Tirare l'impasto fra due fogli di carta forno con un poco di farina cosparsa sopra
ritagliare quindi i dischetti e farcire a piacere. Sigillarli
non preoccuparsi se le forme saranno approssimative, friggendo diventeranno perfette. :-)
Mettere una padella antiaderente sul fuoco con un filo di olio, scaldare e metterci le focaccine
coprire e far cuocere 7-8 minuti per parte a fuoco basso.

Servire calde

lunedì 17 novembre 2014

Strigoli speck e taleggio

Tipica ricetta svuota frigo. Avevo in casa un po' di speck, un pezzettino di gambuccio di prosciutto e un pezzetto di taleggio...quindi ho deciso di fonderli insieme donando un po' di colore al piatto con dei pisellini e ...il primo è servito. E pure buono!
Velocissimo e persino quasi imbarazzante dalla facilità di esecuzione.

Strigoli speck e taleggio

Ingredienti

pasta formato strigoli
speck
prosciutto crudo
taleggio 
piselli

Mettere sul fuoco una pentola con l'acqua per cuocere la pasta. Quindi prendere lo speck, mettere una noce di burro e farlo andare lentamente, unirvi i piselli  e quindi il prosciutto a dadini. Far andare per 3-4 minuti. Spegnere. Aggiungere quindi il taleggio a fettine, mescolare e coprire con un coperchio. Quando bolle buttare la pasta e a cottura condire con il preparato.
Buon appetito!

venerdì 14 novembre 2014

Pizza bianca patate e pancetta

Sabato, parlando con un conoscente, mi raccontava che per la sera lui aveva preparato questa pizza bianca. L'ha spiegata talmente bene, che sia a me che a mia figlia, ha fatto venire l'acquolina in bocca. L'unico modo per farcela passare era provare a prepararla e così abbiamo fatto...bene, dopo averne mangiate due ci è rimasta la voglia. Semplice ma gustosissima.

Pizza bianca patate e pancetta

Ingredienti

500 gr farina
acqua
sale
cubetto di lievito per mezzo chilo
2 patate grandine
50 gr pancetta affettata
rosmarino 

Impastare acqua, farina lievito e sale ottenendo un impasto morbido come per la pizza. Fare lievitare.
Nel frattempo tagliare a dadini le patate e buttarle in acqua bollente per un minuto circa e scolarle. Quindi prendere la pasta e stenderla allo spessore di circa 1,5 cm. Cospargervi sopra le patate e la pancetta a pezzettini e il rosmarino. Infornare a 220 gradi per 40 minuti. E' squisita anche il giorno dopo.

giovedì 13 novembre 2014

Per la prima volta una sonda su una cometa

Image from Rosetta

Dal sito  Nasa
This image of comet 67P/Churyumov–Gerasimenko was taken by the Philae lander of the European Space Agency's Rosetta mission during Philae's descent toward the comet on Nov. 12, 2014. Philae's ROLIS camera took the image from a distance of approximately two miles (three kilometers) from the surface.
After more than a decade traveling through space, a robotic lander built by the European Space Agency has made the first-ever soft landing of a spacecraft on a comet.
Mission controllers at ESA's mission operations center in Darmstadt, Germany, received a signal confirming that the Philae lander had touched down on comet 67P/Churyumov-Gerasimenko on Wednesday, Nov. 12, just after 8 a.m. PST/11 a.m. EST.
A statement about Rosetta from John Grunsfeld, astronaut and associate administrator for NASA's Science Mission Directorate, is online at:
http://go.nasa.gov/1u2fQZE
The lander is expected to send images from its landing site, named Agilkia. These will be the first images ever taken from a comet's surface. Philae will also drill into the surface to study the composition, and witness close up how a comet changes as its exposure to the sun varies. With its primary battery, Philae will remain active on the surface for about two-and-a-half days. Philae's mothership, the Rosetta spacecraft, will remain in orbit around the comet through 2015. The orbiter will continue detailed studies as the comet approaches the sun and then moves away.
In addition to their well-deserved reputation as beautiful cosmic objects, comets hold vital clues about our solar system's history. They are considered primitive building blocks of the solar system that are literally frozen in time. Comets may have played a part in "seeding" Earth with water and, possibly, the basic ingredients for life.
NASA provided three of the 16 instruments on board the Rosetta orbiter. The NASA instruments are: the Microwave Instrument for Rosetta Orbiter (MIRO); Alice, an ultraviolet spectrometer; and the Ion and Electron Sensor (IES), which is part of a suite of five instruments. For more information on the U.S. instruments aboard Rosetta, visit:
http://rosetta.jpl.nasa.gov
Rosetta is a European Space Agency mission with contributions from its member states and NASA. Rosetta's Philae lander is provided by a consortium led by the German Aerospace Center, Cologne; Max Planck Institute for Solar System Research, Gottingen; National Center of Space Studies of France (CNES), Paris; and the Italian Space Agency, Rome. NASA's Jet Propulsion Laboratory in Pasadena, California, a division of the California Institute of Technology, Pasadena, manages the U.S. participation in the Rosetta mission for NASA's Science Mission Directorate in Washington.


TRADUZIONE

Questa immagine della cometa 67P / Churyumov - Gerasimenko è stata presa dal lander Philae della missione Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea durante la discesa di Philae verso la cometa il 12 novembre 2014. La telecamera di Philae Rolis ha preso l'immagine da una distanza di circa due miglia (tre km ) dalla superficie . Dopo più di un decennio in viaggio attraverso lo spazio , un lander robotico costruito dall'Agenzia Spaziale Europea ha fatto per la prima volta un morbido atterraggio di un veicolo spaziale su una cometa . I responsabili della missione presso il centro dell'ESA operazioni di missione a Darmstadt , in Germania , ha ricevuto un segnale che conferma che il lander Philae era atterrato sulla cometa 67P / Churyumov - Gerasimenko il Mercoledì, 12 novembre poco dopo le 8 am PST / 11:00 EST .
 Il lander è previsto per inviare immagini dal suo sito di atterraggio , di nome Agilkia . Queste saranno le prime immagini in assoluto scattate dalla superficie di una cometa . Philae può anche forare la superficie per studiare la composizione e testimoniare da vicino come cambia un cometa  e come la sua esposizione al sole varia . Con la sua batteria principale , Philae rimarrà attiva sulla superficie per circa due giorni e mezzo . La nave madre di Philae, la sonda Rosetta , rimarrà in orbita attorno alla cometa fino al 2015. L'orbiter continuerà studi approfonditi su come la cometa si avvicina al sole e poi si allontana . Le comete sono considerate elementi costitutivi primitivi del sistema solare che si sono letteralmente congelate nel tempo . Le comete potrebbero aver giocato un ruolo nella " semina " della terra con l'acqua e , eventualmente , gli ingredienti di base per la vita . La NASA ha fornito tre dei 16 strumenti a bordo dell'orbiter Rosetta . Gli strumenti della NASA sono : lo strumento a microonde per Rosetta Orbiter ( MIRO ) ; Alice , uno spettrometro a raggi ultravioletti ; e la Ion e sensore Electron ( IES ) , che fa parte di una suite di cinque strumenti . 
 Rosetta è una missione dell'Agenzia Spaziale Europea con il contributo dei suoi Stati membri e la NASA . Philae lander di Rosetta è fornito da un consorzio guidato dal Centro Aerospaziale Tedesco , Colonia ; Istituto Max Planck per la ricerca sul sistema solare , Gottinga ; Centro Nazionale di Studi Spaziali di Francia ( CNES ) , Parigi ; e l'Agenzia Spaziale Italiana , Roma . Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena , in California , una divisione del California Institute of Technology , Pasadena , gestisce la partecipazione degli Stati Uniti alla missione Rosetta per il Science Mission Directorate della NASA a Washington .

martedì 11 novembre 2014

San Martino: par San Martein as tramuda e as bov al bon vein!

Oggi 11 novembre, San Martino. Usanza e tradizioni vogliono che si beva il vino nuovo e si mangino le castagne.
Ma chi era San Martino e quali sono le tradizioni a lui legate?
Uomo generoso, alla presenza di un mendicante tagliò in due con la spada il suo mantello e ne diede una metà al povero perché potesse ripararsi dal freddo.
Martino proveniva da Sabaria Sicca (l'odierna Szombathely), dove nacque nel 316 o 317.
Sabaria era un avamposto dell'mpero Romano alle frontiere con la Pannonia, l'odierna pianura ungherese. Il padre, tribuno della legione, gli diede il nome di Martinus in onore di Marte, il dio della guerra.
Ancora bambino, Martino si trasferì coi genitori a Pavia, dove suo padre era stato destinato, ed in quella città trascorse l'infanzia.
A quindici anni, in quanto figlio di un militare, dovette entrare nell'esercito. Come figlio di veterano fu subito promosso al grado di circitor e venne inviato in Gallia, presso la città di Amiens.
Il compito del "circitor" era la ronda di notte e l'ispezione dei posti di guardia, nonché la sorveglianza notturna delle guarnigioni. Durante una di queste ronde avvenne l'episodio che gli cambiò la vita (e che ancora oggi è quello più ricordato e più usato dall'iconografia). Martino incontrò un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante.
La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi.
Il sogno ebbe un tale impatto su Martino, che egli, già catecumeno, venne battezzato la Pasqua seguente e divenne cristiano. Martino rimase ufficiale dell'esercito per una ventina d'anni raggiungendo il grado di ufficiale nelle alae scolares (un corpo scelto). Giunto all'età di circa quarant'anni, decise di lasciare l'esercito. Iniziò la seconda parte della sua vita.
Martino si impegnò nella lotta contro l'eresia ariana, condannata al Concilio di Nicea (325), e venne per questo anche frustato (nella nativa Pannonia) e cacciato, prima dalla Francia e poi da Milano, dove erano stati eletti vescovi ariani.
Nel 357 si recò quindi nell'Isola Gallinara ad Albenga in provincia di Savona, dove condusse quattro anni di vita eremitica. Tornato quindi a Poitiers, al rientro del vescovo cattolico, divenne monaco e venne presto seguito da nuovi compagni, fondando uno dei primi monasteri d'occidente, a Ligugé, sotto la protezione del vescovo Ilario.Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero loro vescovo, anche se alcuni chierici avanzarono resistenze per il suo aspetto trasandato e le origini plebee. Come vescovo, Martino continuò ad abitare nella sua semplice casa di monaco e proseguì la sua missione di propagatore della fede.
Martino morì l'8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin, dove si era recato per mettere pace tra il clero locale.
Il santo viene celebrato il giorno 11 novembre, anniversario del suo funerale svoltosi a Tours in questo giorno.
Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l'Occidente, grazie alla sua popolare fama di santità e al numero notevole di cristiani che portavano il nome di Martino. Nel Concilio di Mâcon era stato deciso che sarebbe stata una festa non lavorativa.
Tradizioni
L'11 novembre i bambini delle Fiandre e delle aree cattoliche della Germania e dell'Austria, nonché dell'Alto Adige, partecipano a una processione di lanterne, ricordando la fiaccolata in barca che accompagnò il corpo del santo a Tours. Spesso un uomo vestito come Martino cavalca in testa alla processione. I bambini cantano canzoni sul santo e sulle loro lanterne. Il cibo tradizionale di questo giorno è l'oca. Secondo la leggenda, Martino era riluttante a diventare vescovo, motivo per cui si nascose in una stalla piena di oche; il rumore fatto da queste rivelò però il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando. In anni recenti la processione delle lanterne si è diffusa anche nelle aree protestanti della Germania, nonostante il fatto che la Chiesa protestante< non riconosca il culto dei santi.
In Italia il culto del Santo è legato alla cosiddetta estate di san Martino la quale si manifesta, in senso meteorologico, all'inizio di novembre e dà luogo ad alcune tradizionali feste popolari.


Nel veneziano l'11 novembre è usanza preparare il dolce di San Martino, un biscotto dolce di pasta frolla con la forma del Santo con la spada a cavallo, decorato con glassa di albume e zucchero ricoperta di confetti e caramelle; è usanza inoltre che i bambini della città lagunare intonino un canto d'augurio casa per casa e negozio per negozio, suonando padelle e strumenti di fortuna, in cambio di qualche monetina o qualche dolcetto.
E' tradizione tramuder al vein, ovvero travasare il vino e bere il vino buono. Usanza anche dire "fer San Martein, ovvero fare trasloco"
Ma perchè si dice così?
Il giorno di S. Martino era usanza concludere il rapporto di lavoro dei braccianti agricoli. Chi non aveva il rinnovo del contratto oppure trovava qualche offerta migliore per l'anno successivo, traslocava per stabilirsi nella nuova dimora. Ciò avveniva in un momento di stasi della coltivazione della terra, quando i lavori grossi erano terminati e si attendeva la stagione propizia per ricominciare.
Nel 1959, durante la II guerra d’Indipendenza, nell’imminenza della battaglia di S. Martino, località a sud del lago di Garda bresciano, si ricorda che il Re pronunciò la famosa frase in dialetto piemontese: "fiuoi prenduma ….Figlioli bisogna prendere S. Martino, se no i Tedeschi lo faranno fare a noi…” col chiaro riferimento al rischio di lasciare tutto con armi e bagagli!

e per ultimo non si può non ricordare il Carducci con la sua "San Martino", una delle mie poesie preferite, che dovetti imparare a memoria e credo non dimenticherò mai. Che bel paesaggio mi ha sempre fatto pensare...

San Martino - Carducci


La nebbia a gl'irti colli

piovigginando sale,

e sotto il maestrale

urla e biancheggia il mar;


ma per le vie del borgo

dal ribollir de' tini

va l'aspro odor dei vini

l'anime a rallegrar. 

Gira su' ceppi accesi

lo spiedo scoppiettando:

sta il cacciator fischiando

su l'uscio a rimirar 

tra le rossastre nubi

stormi d'uccelli neri,

com'esuli pensieri,

nel vespero migrar. 

domenica 9 novembre 2014

XXV anniversario caduta muro di Berlino

Oggi, 9 novembre 2014,  ricorre il 25 anniversario del crollo del muro di Berlino. La sua caduta fece cambiare la storia. Riporto qualche notizia presa da Wikipedia.
Muro di Berlino (in tedesco: Berliner Mauer, ufficialmente chiamato antifaschistischer Schutzwall, Barriera di protezione antifascista) era un sistema di fortificazioni fatto costruire dal governo della Germania Est (Repubblica democratica) per impedire la libera circolazione delle persone tra Berlino Ovest (e quindi la Germania Ovest di cui de facto faceva parte) e il territorio della Germania Est. È stato considerato il simbolo della cortina di ferro, linea di confine europea tra la zona d'influenza statunitense e quella sovietica durante la guerra fredda.
Il muro divise in due la città di Berlino per 28 anni, dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989, giorno in cui il governo tedesco-orientale decretò l'apertura delle frontiere con la repubblica federale. Già l'Ungheria aveva aperto le proprie frontiere con l'Austria il 23 agosto 1989, dando così la possibilità di espatriare in occidente ai tedeschi dall'Est che in quel momento si trovavano in vacanza in altri paesi dell'Europa orientale.
Tra Berlino Ovest e Berlino Est la frontiera era fortificata da due muri paralleli di cemento armato, separati da una cosiddetta "striscia della morte" larga alcune decine di metri. Durante questi anni, in accordo con i dati ufficiali, furono uccise dalla polizia di frontiera della DDR almeno 133 persone mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Alcuni studiosi sostengono che furono più di 200 le persone uccise mentre cercavano di raggiungere Berlino Ovest o catturate ed in seguito assassinate.
Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio molti cittadini dell'Est si arrampicarono sul muro e lo superarono, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall'altro lato in un'atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono demolite e portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; in seguito fu usato dell'equipaggiamento industriale per abbattere quasi tutto quello che era rimasto. Ancora oggi c'è un grande commercio dei piccoli frammenti; il prezzo può variare a seconda della grandezza di questi.
La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.

Nel 1945, poco prima della fine della seconda guerra mondiale, nel corso della conferenza di Jalta venne decisa la divisione di Berlino in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d'America, Regno Unito e Francia. Il settore sovietico era il più esteso, e comprendeva i distretti orientali di Friedrichshain, Köpenick, Lichtenberg, Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow e Weißen see.
Nel 1948, il "Blocco di Berlino" da parte dell'Unione Sovietica portò all'attuazione del Ponte aereo per Berlino da parte degli Alleati per rifornire di viveri e generi di prima necessità i tre settori occidentali.
Dal 1949 i tre settori controllati da Stati Uniti d'America, Francia e Gran Bretagna (Berlino Ovest), anche se nominalmente indipendenti, erano di fatto una parte di Germania Ovest completamente circondata dalla Germania Est, formandone un'enclave.
Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952 e l'attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961.Per fermare l'esodo delle persone della Germania Est iniziò la costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino Est.
Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima generazione di un vero e proprio muro. Il muro divideva fisicamente la città; quando circondò completamente Berlino Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un'isola rinchiusa entro i territori orientali.
« Nessuno ha intenzione di costruire un muro. »
(15 giugno 1961, Walter Ulbricht capo di Stato della DDR e Segretario del Partito Socialista Unitario della Germania)
La Germania Est sostenne che si trattava di un "muro di protezione antifascista" inteso ad evitare un'aggressione dall'Ovest. Fu chiaro sin dall'inizio che questa giustificazione serviva come copertura per il fatto che ai cittadini della Germania Est doveva essere impedito di entrare a Berlino Ovest e di conseguenza nella Germania Ovest (la Germania Est non controllava completamente il traffico tra Berlino Ovest e il resto della Germania Ovest). In effetti la DDR soffriva di una fuga in massa di professionisti e lavoratori specializzati che si spostavano all'ovest, per non parlare delle diserzioni dall'esercito. Con la costruzione del muro le emigrazioni passarono da 2,5 milioni tra il 1949 e il 1962 a cinquemila tra il 1962 e il 1989. Dal punto di vista propagandistico la costruzione del muro fu un disastro per la DDR e, in generale, per tutto il blocco comunista; divenne infatti un simbolo della tirannia comunista, specialmente dopo le uccisioni di chi aspirava alla libertà sotto gli occhi dei media.
Il muro era lungo più di 155 km. Dopo la costruzione iniziale, venne regolarmente migliorato. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all'interno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest: fu così creata la cosiddetta "striscia della morte". In seguito il primo muro fu abbattuto e oggi è difficile riconoscere parti di quel muro. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato le precedenti. Era composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il "muro di quarta generazione", iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e composto di 45 mila sezioni separate, di 1,5 metri di larghezza, più semplici da assemblare rispetto al muro di terza generazione, per un costo di 16.155.000 marchi della Germania Est. Per fare un confronto, un panino al tempo costava 1,04 marchi della Germania Est. A partire dal 1975 il confine era anche protetto nella "striscia della morte" da recinzioni, 105,5 km di fossato anticarro, 302 torri di guardia con cecchini armati, 20 bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km.
Inizialmente, c'era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, in Friedrichstrasse; le potenze occidentali avevano altri due posti di blocco, a Helmstedt sul confine tra Germania Est e Ovest e a Dreilinden sul confine sud di Berlino Ovest. Per i berlinesi erano inizialmente disponibili 13 punti di attraversamento, 9 tra le due parti della città e 4 tra Berlino Ovest e la DDR; in seguito, con un atto simbolico, l'attraversamento della porta di Brandeburgo fu chiuso. I posti di blocco vennero battezzati con i nomi fonetici: Alpha(Helmstedt), Bravo (ancora visibile a Dreilinden sulla A9 appena usciti da Berlino), e Charlie (Friedrichstraße).
Il 23 agosto 1989, l'Ungheria rimosse le sue restrizioni al confine con l'Austria e a partire dall'11 settembre 1989 più di 13.000 tedeschi dell'Est scapparono verso l'Ungheria; all'annuncio che non sarebbe stato consentito di attraversare la Cortina di ferro ai cittadini non ungheresi, i profughi inondarono le ambasciate tedesco-occidentali a Budapest e Praga. Dopo giorni di sconcerto e l'arrivo del ministro degli esteri di Bonn Hans-Dietrich Genscher, con la mediazione di questi si ottenne che i profughi arrivassero in Occidente, ma con l'obbligo di riattraversare inizialmente la frontiera tedesco-orientale. La scelta si rivelò un boomerang fatale per l'immagine stessa della Germania comunista: i treni contenenti i rimpatriati attraversarono senza fermarsi le stazioni tedesco-orientali, tra lo sconcerto dei concittadini.
Le dimostrazioni di massa contro il governo della Germania Est iniziarono al passaggio dei primi treni provenienti dall'Ungheria e dalla Cecoslovacchia, nell'autunno del 1989. Il leader della DDR Erich Honecker si dimise il 18 ottobre e venne sostituito pochi giorni dopo da Egon Krenz. Honecker aveva predetto nel gennaio dello stesso anno che l'esistenza del muro sarebbe stata assicurata per altri cent'anni. Era invece l'inizio della fine. Il nuovo governo di Krenz decise di concedere ai cittadini dell’Est permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Günter Schabowski, il ministro della Propaganda della DDR, ebbe il compito di dare la notizia; però egli si trovava in vacanza prima che venisse presa questa decisione e non venne a conoscenza dei dettagli delle nuove "regole di viaggio".
Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa convocata per le 18, gli fu recapitata la notizia che il Politburo della SED aveva deciso che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine con un appropriato permesso, ma non gli furono date informazioni su come trasmettere la notizia. Dato che il provvedimento era stato preso poche ore prima della conferenza, esso avrebbe dovuto entrare in vigore nei giorni successivi, dando così il tempo di dare la notizia alle guardie di confine e regolamentare la procedura di concessione dei permessi. Alle 18,53 il corrispondente ANSA da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese da quando le nuove «Reiseregelungen» ("regole di viaggio") sarebbero entrate in vigore. Schabowski cercò inutilmente una risposta nella velina del Politburo, ma non avendo un'idea precisa, azzardò:« Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (...) Se sono stato informato correttamente quest'ordine diventa efficace immediatamente. »
(9 novembre 1989, Günter Schabowski, Membro del Politburo del Partito Socialista Unitario della Germania e Ministro della Propaganda della DDR)
Decine di migliaia di berlinesi dell’Est avendo visto l’annuncio di Schabowski in diretta alla televisione, si precipitarono, inondando leGÜSt e chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine, sorprese, iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma era ormai chiaro che - laddove non vi era stato adempimento spontaneo all'annuncio pervenuto via etere- non era più possibile rimandare indietro tale enorme folla vista la mancanza di equipaggiamenti atti a sedare un movimento di tali proporzioni.
Furono allora costrette ad aprire i checkpoint e, visto il gran numero di berlinesi, nessun controllo sull’identità fu eseguito. Gli estasiati berlinesi dell’Est furono accolti in maniera festosa dai loro fratelli dell’Ovest, spontaneamente i bar vicini al muro iniziarono a offrire birra gratis per tutti. Il 9 novembre è quindi considerata la data della caduta del Muro festeggiata l'anno seguente, il 21 luglio 1990 con il mega concerto di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l'esecuzione di The Wall dal vivo.

Nei giorni e settimane successive molte persone accorsero al muro per abbatterlo e staccarne dei souvenir: queste persone furono chiamate Mauerspechte (in tedesco significa letteralmente "picchi del muro"). Il 18 marzo 1990 furono tenute le prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica Tedesca; esse produssero un governo il cui principale mandato era quello di negoziare la fine stessa dello Stato che rappresentavano.

La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il "Giorno della riunificazione"), quando i cinque Laender già esistenti nel territorio della Repubblica democratica tedesca ma aboliti e trasformati in province (Brandeburgo, Meclemburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia), si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica federale tedesca (Germania ovest).

Dal momento in cui i nuovi cinque Länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all'articolo 23 attivo in quegli anni, l'area di applicazione del Grundgesetz (Legge fondamentale) fu semplicemente ampliata includendoli. L'alternativa sarebbe stata di aderire all'unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per la Germania unificata. Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, quella consentita dal "trattato 4+2" (con cui le ex potenze occupanti abbandonarono i diritti conquistati con la vittoria sul nazismo e la conferenza di Potsdam), ma anche quella criticata da parte della dottrina giuridica e della storiografia: si sarebbe trattato di una soluzione istituzionale in virtù della quale vennero confermati i timori secondo cui i tedeschi dell'est non sarebbero stati riunificati ma semplicemente "annessi" alla Germania Ovest.

Secondo la dottrina del diritto internazionale in materia di successione tra stati, la sopravvivenza della costituzione, delle istituzioni, e dei trattati internazionali (per esempio l'adesione alla NATO e alla CEE) della Germania Ovest, e la loro estensione al territorio dell'ex Germania Est, rendono la riunificazione tedesca un'"incorporazione" di quest'ultima da parte della prima. È bene ricordare peraltro che nella Repubblica federale tedesca era stata adottata nel 1949 una Grundgesetz (Legge fondamentale) e non formalmente una "Costituzione", proprio a significare che di Costituzione si sarebbe potuto parlare solo in una Germania unita.

Il tiro





Quante volte ho chiamato mia mamma dal cortile, per non suonare (la luce costava :-)) e le ho detto: "mamma dammi il tiro!"
Io sono cresciuta abbinando il pulsante che apre la porta alla parola tiro, per me era così in ogni dove, invece solo da grande sono venuta a conoscenza che è solo un termine strettamente bolognese.
Vi riporto un po' di nozioni storiche:
Il centro di Bologna è famoso per i portici e le abitazioni antiche erano dotate al piano terra di una grande porta per fare entrare i cavalli che andavano nel chiostro interno dei palazzi. Essendo gli appartamenti al primo piano. Quando l'ospite giungeva suonava la campanella (o bussava forte) e per aprire il portone dal piano superiore bisognava "tirare" una corda che faceva aprire il portone in basso. Da qui il termine da gridare sotto il portico: "mi dai il tiro" (alla corda)? Fatto stà che a Bologna e dintorni non vedrete i due pulsanti con scritto LUCE e PORTA bensì LUCE e TIRO

sabato 8 novembre 2014

Fichi al prosciutto

Ormai non è più tempo di fichi, ma ho ritrovato la foto di quelli che avevo preparato per il compleanno di mio marito. E' un antipasto molto veloce da fare e risulta essere molto apprezzato, tanto che me li hanno letteralmente fulminati. Si possono comunque farcire a piacere.

Fichi al prosciutto

Ingredienti

fichi abbastanza grandi
formaggio tipo philadelphia
prosciutto cotto affumicato
erba cipollina
sale

Tritare l'erba cipollina e unirla al formaggio, salare a piacere. Farcire i fichi , adagiarvi sopra la fetta di prosciutto e richiudere. Conservare il frigorifero fino alla consumazione.

venerdì 7 novembre 2014

Liquore di melagrana

Un invitante color rosso rubino  e uno squisito aroma caratterizzano questo liquore di melagrane,  che per le sue proprietà toniche sarà particolarmente indicato quando ci si sente "giù".

Liquore di melagrana

Ingredienti

10 melagrane
2 cucchiai di foglie di karkadè
150 gr zucchero
300 gr alcool
1 limone

Spremere le melagrane raccogliendo il succo in una terrina, quindi filtrarlo e pesarlo, in modo da utilizzarne circa 450 gr. Versarlo in un grande vaso, aggiungere le foglie di karkadè, lo zucchero, l'alcool e qualche scorzetta di limone, quindi chiudere ermeticamente e fare macerare all'asciutto per un mese, agitando il recipiente di tanto in tanto in modo che lo zucchero non si depositi sul fondo.
Filtrare il liquore attraverso una carta speciale o un telo di lino, travasarlo nelle bottiglie, chiuderle perfettamente e conservarle al freddo e al buio.
Prima di consumare questo liquore fare trascorrere un periodo di invecchiamento di almeno sei mesi, dovrà avvenire preferibilmente in ambiente freddo e buio. 

mercoledì 29 ottobre 2014

Strichetti ai funghi in salsa di gorgonzola

Per il compleanno di mio marito ho voluto provare a fare la pasta ai funghi: in un supermercato avevo visto una confezione di tagliatelle ai funghi ma costava davvero tantino, per cui mi sono detta...perchè non farle?
Così ho tritato i funghi secchi, però la pasta ha poi presentato l'inconveniente che non era compatta (in cottura invece si è compattata) e quindi non riuscivo a ricavare le tagliatelle. Da lì l'idea di fare gli strichetti (oggi farfalle :-)). Poi però, non convinta, ho pensato perchè si comporasse così, e sono venuta alla conclusione che probabilmente le aziende di pasta utilizzano l'acqua di reinvenimento dei funghi, non il fungo stesso...la prossima volta farò così.
Però, quello che temevo non si è verificato: come dicevo prima, in cottura si è compattato e ha tenuto la forma.

Strichetti ai funghi in salsa di gorgonzola

Ingredienti

500 gr farina
5 uova
funghi secchi 30 gr 
gorgonzola
panna

Prendere i funghi e tritarli il più finemente possibile, riducendoli in polvere (oppure, come ho detto che farò, ammollarli in acqua tiepida e utilizzare l'acqua. In questo caso aumentare la dose di farina). 
Fare la pasta, solito modo, con farina, uova e funghi. 
Ritagliare dei rettangoli dopo averla tirata
poi con le dita stringerli nel centro formando delle farfalline

proseguire con tutto l'impasto e metterli su di un seccapasta 

Far bollire l'acqua per la cottura salare, quindi versarli. Appena salgono in superficie sono pronti, basta un minuto o due.
Nel frattempo che l'acqua bolle, prendere il gorgonzola tagliarlo a dadini e metterlo in un tegamino con un quarto di panna da cucina e fare sciogliere.
Appena scolata la pasta condire e servire. 

martedì 28 ottobre 2014

Risotto gorgonzola prosciutto


Avevo in frigorifero un pezzo di gorgonzola che urlava mangiami...però, se avessi iniziato, l'avrei terminato tutto io e magari il mio colesterolo non sarebbe stato così contento...così mi sono sacrificata e ho deciso di condividerlo anche se mi è costato molto...però volevo utilizzarlo in modo che, anche se non l'avessi mangiato tutto, mi avrebbe gratificato come se l'avessi fatto. Per cui, il mio primo pensiero, è stato quello di abbinarlo con il riso, un altro dei miei cibi preferiti.
Ecco il risultato: mio marito sostiene che a lui il riso e il gorgonzola non piacciono (io facevo affidamento su questa cosa), ma in realtà ha fatto il ter e poi ha pulito il tegame...se poi ci fossero piaciuti...

Risotto gorgonzola e crudo

Ingredienti

250 gr riso
una cipolla grande
brodo di carne
burro
150 gr gorgonzola
prosciutto crudo

Fare soffriggere la cipolla tagliata grossolanamente nel burro, quindi aggiungere il riso e farlo leggermente tostare rimescolando continuamente. Quindi aggiungere poco alla volta il brodo, finchè non viene assorbito, poi continuare così fino a cottura ultimata. Lasciare il riso all'onda.
Nel frattempo che il riso cuoce, tagliare a dadini il gorgonzola e unirlo al risotto quando cotto.
Prendere dei pirottini o delle tazzine  da te e foderare con prosciutto crudo. Versarvi il riso, compattare e girare sul piatto da portata. Servire subito.

mercoledì 22 ottobre 2014

22 Ottobre 2014 - San Giovanni Paolo II


Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! "



Oggi per la prima volta si festeggia San Giovani Paolo II. La data scelta coincide con il giorno di insediamento di Papa Wojtyla Sicuramente, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, questo Papa rimarrà nei cuori della gente. Sinceramente, appena eletto, non mi risultò subito simpatico, forse perchè, anche se il suo pontificato è durato poco, a Papa Giovanni Paolo I mi ero affezionata.

Poi però, giorno dopo giorno, con le sue lotte, il suo coraggio, la sua persona mi ha conquistato sempre di più: il suo amore per i giovani poi era commovente. Una persona speciale! Ricordo ancora l'ultima sera che è stato con noi, io ero "sfollata" perchè stavo restaurando la casa e fu l'unica sera che dormii in casa di mia suocera...dormii per modo di dire perchè eravamo tutti in apprensione per lui. Caso vuole poi, che la data della sua morte, coincida proprio con quella del compleanno di mia figlia...

Fu eletto papa il 16 ottobre 1988. In seguito alla causa di beatificazione il 1 maggio 2011 è stato proclamato beato dal suo immediato successore Benedetto XVI e verrà festeggiato annualmente nel giorno del suo insediamento, il 22 ottobre nella storia della Chiesa, non capitava da circa un millennio che un papa proclamasse beato il proprio immediato predecessore.
Primo papa non italiano dopo 455 anni è stato il primo pontefice polacco.
l 13 maggio 1981 subì un attentato quasi mortale da parte di Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, che gli sparò due colpi di pistola in piazza San Pietro, pochi minuti dopo che egli era entrato nella piazza per un'udienza generale, colpendolo all'addome.
E cosa dire...riassumere in poche righe il suo operato sarebbe offensivo...mi fermo qui ripensando a questa persona straordinaria ...

mercoledì 15 ottobre 2014

Coppette di ghiaccio


Avevo letto sul forum di Cucina Italiana, anni fa, di queste ciotole di ghiaccio, poi però non mi ero mai tentata di farle, finchè la mia amica Letizia, mi chiese qualcosa di particolare per una ricorrenza di nozze d'oro e così, come per magia, mi sono ritornate alla mente. 
Ho fatto mente locale e le ho indicato come fare, però non potevo non provare, ormai che le avevo ricordate...:-). Così ho fatto.
E' più semplice di quel che possa sembrare, hanno una durata fuori dal freezer di circa due ore, ovvio che più tengo vi rimangono meglio è.
Basta prendere due ciotole di dimensioni diverse e il materiale con cui si vuole decorare: io ho utilizzato fiori, Letizia un nastro dorato.
Metto i fotogrammi così la spiegazione è più chiara:
per la prima ciotola (quella con i fiori blu) ho utilizzato la carta forno e la pellicola, però poi ho avuto difficoltà nel rimuoverla attaccata alla ciotola, anche se gli ha conferito un aspetto simil cristallo 


ho preso i fiori e li ho posizionati


poi ho messo la ciotola più piccola sopra

e con una bottiglia piena di acqua ho riempito l'intercapedine formatasi
poi l'ho messa in freezer per alcune ore, quindi ho riversato acqua. Poi ho rimosso la ciotola superiore e ho rimesso un poco d'acqua con un'altra ciotola più piccola in modo che diventasse più spessa, quindi più robusta
Poi dopo un giorno o due ho rimosso la ciotola ghiacciata...all'inizio sembra non venga poi come per magia inizia a girare su se stessa e il gioco è fatto :-)
Per rimuovere la ciotola inferiore ho strofinato la ciotola capovolta con una mano bagnata con acqua calda
Ecco le mie ciotole










e quella splendida di Letizia




Le mie sono mono porzione la sua invece è grande. Si può utilizzare per macedonia, gelato...e tutto ciò che la fantasia suggerisce di freddo...molto scenografiche!

giovedì 18 settembre 2014

Liquore all'albicocca

C'è stato un giorno che ho comperato venti chili di albicocche...perchè? io le adoro, ma perchè tante non so, è stato un raptus :-). Dopo essermi stancata a preparare della marmellata (per fortuna non era caldo come temperatura) ho trovato una ricetta nel mio vecchio libro di dolci di liquore. Così ho provato a farlo. E' ancora a stagionare, ma ha un ottimo aspetto...

Liquore d'albicocca

Ingredienti

450 gr albicocche
280 gr zucchero
45 cl alcool a 95 °
un pizzico di cannella

Per questo liquore che potrà essere servito in qualsiasi momento della giornata, è necessario un certo periodo di stagionatura, ma come per tutte le bevande a bassa gradazione alcoolica, e per quelle a base di banana o uva, è preferibile consumarlo non oltre un anno dalla preparazione.
Lavare le albicocche e asciugarle perfettamente, quindi  privarle dei noccioli che andranno schiacciati finemente e mescolati alla polpa.  Porre il tutto in un vaso di vetro unendo lo zucchero e un presa di cannella, quindi versare l'alcool e lasciare macerare per tre settimane agitando ogni tanto la bottiglia.
Trascorso questo tempo filtrare il liquore con un colino e mettere in una bottiglia chiude re con un tappo, inceralaccate e prima di servire far stagionare per circa 6 mesi.


mercoledì 17 settembre 2014

e sono venticinque!!



Ieri sera abbiamo celebrato il nostro venticinquesimo anniversario di matrimonio, insieme al 14° di ordinazione di don Stefano. Ero molto indecisa sul da farsi, però ora, sono molto contenta che il nostro matrimonio abbia ricevuto un'altra benedizione. E' stata una bellissima cerimonia, intima ma con l'affetto delle persone più care,  mi sono pure commossa ad un certo punto che ovviamente, come da tradizione, è finita a tarallucci anzi zuccherini :-) e vino.
Auguri a noi e auguri anche a te Don!! Grazie di tutto!!


domenica 14 settembre 2014

Risotto alla parmigiana

Tanto semplice quanto gustoso! pochi ingredienti si fondono meravigliosamente. Troppo spesso dimenticato, ma sempre un gran piatto.
Io poi adoro il riso!!

Risotto alla parmigiana

Ingredienti

riso (io ho utilizzato il pavese)
1 cipolla 
50 gr burro
80 gr parmigiano
brodo di carne
un bicchiere di vino bianco secco
sale

Tritare la cipolla molto finemente. Mettere in un tegame il burro e farlo sciogliere, poi quando sarà sciolto aggiungere la cipolla e farla dorare. Quindi versare il riso e farlo tostare per qualche minuto.
Aggiungere il vino, farlo evaporare. Portare a cottura con il brodo. Quando pronto aggiungere il parmiggiano grattugiato e servire.

giovedì 11 settembre 2014

Lovoleto sulle vie dei pellegrini - Don Stefano Culiersi




Durante la Festa di Lovoleto, Don Stefano Culiersi  ha esposto una ricerca che ha effettuato su Lovoleto, quale luogo di passaggio dei pellegrini.
Davvero molto interessante e affascinante. Riporto di seguito, fedelmente, quanto descritto dal Don.


(pellegrini del giubileo del 1300  in una miniatura del XIV secolo)

Il pellegrinaggio  è un elemento comune a diverse culture religiose e presenta fisicamente il senso della vita umana, con il disagio di uno spostamento che allontana da casa per raggiungere una meta precisa.

 (Marc Chagall  La Traversata del Mar Rosso)

Al centro della fede Cristiana c'è la Pasqua, la liberazione dalla morte e l'ingresso nella vita. Anticipata prima nella vicenda del popolo di Israele, la Pasqua è compiuta nella persona del Signore Gesù per tutti noi. Il senso della vita dell'uomo è questo passaggio, cammino, per raggiungere in Cristo la pienezza della vita.
Anche i cristiani fanno pellegrinaggi e in essi, cercando di raggiungere i luoghi santi,  esprimono il senso della vita umana:
 - di non stabilire dimora quaggiù
 - di avere la patria vera nei cieli
 - di essere incamminati
Nella fede cristiana però c'è un elemento specifico: quello dell' INCARNAZIONE.
Il Dio che si uomo, viene ad abitare in mezzo a noi e si lascia raggiungere dall'umanità  che lo cerca.
Egli abita una condizione fisica che è alla portata umana nello spazio e nel tempo.
Così se l'uomo cammina cercando il cielo, il cristiano sa che il cielo gli è venuto incontro e si lascia trovare.


(Ravenna S. Apollinare nuovo - Adorazione dei Magi)

I re Magi sono i primi pellegrini. 
"Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono"
(Mt 2,11)

La fede nell'Incarnazione, coinvolge luoghi e persone, per cui la fisicità dell'intervento divino si può ancora vedere, toccare, contemplare nelle sue RELIQUIE, cioè resti:
- di luoghi dove l'azione divina si è manifestata
- di persone, i Santi,  che hanno manifestato l'opera divina.
In questo senso il primo pellegrinaggio in ogni senso è quello a Gerusalemme e in Terra Santa.

Il più celebre pellegrino della storia cristiana è una donna: Egeria.
Probabilmente una monaca di origini altolocate della Francia meridionale che nel IV secolo d.C. compie un viaggio nei luoghi santi della Palestina per più di un anno, con un seguito di armigeri, vescovi, monaci, servitori.
Questa donna intraprendente, che alcuni hanno paragonata ad una Miss Inglese dei primi '900, tiene un diario di tutto quello che visita e delle preghiere che sono celebrate in quei luoghi santi, indirizzandolo alle sue consorelle.
Roma e Santiago le tombe degli apostoli:
le tombe degli apostoli e dei martiri diventano luoghi di pellegrinaggi e le loro reliquie oggetto di devozione.
Gli itinerari si strutturano nel corso del medioevo con tappe precise.
Il paese di Lovoleto, tra Bologna e Ferrara, si trova su una delle vie Romee, che convogliano verso Roma  i pellegrini di area germanica e slava, oppure verso Padova, alla basilica del Santo i pellegrini italiani.

In paese era presente l'Ospitale S. Alessio per l'alloggio dei pellegrini.
L'edificio è ancora presente in via S. Marino ai numeri civici dal 58/8 al 58/15, ora adibito ad abitazioni private.
Lovoleto tappa verso Roma.
1683, il Card. Arcivescovo di Bologna disciplina le regole da osservare per l'ospitalità dei pellegrini.
Trascrizione fatta nel 1775 da don Ambrogio Bonaventura Galli parroco di Lovoleto da un originale a stampa  che era presso i i proprietari dell'Ospitale,i conti Calderini (o Caldarini).
Trascrizione.


1775. L'Ospitale di S. Alessio versa in pessime condizioni . Il Parroco di Lovoleto racconta la sua visita al conte Calderini, proprietario dell'ospitale e inconsapevole delle condizioni dell'edificio. Si prendono provvedimenti, per ricostruire la casa e ripristinare l'ospitalità perduta.

1775. Il parroco di Lovoleto inaugura il registro con le presenze dei pellegrini che sono ospitati al S. Alessio.

Trascrizione copertina:
Anno 1775
Vachetta dove si notano li Pellegrini che vanno e vengono da luoghi santi nell'Ospitale di S. Alessio nel Comune di S. Mammante di Lovoleto di raggione di S. Eccellenza il Sig. Conte Federico Caldarini senatore di Bologna.

Trascrizione interno:
In quest'anno 1775 sono io d.Ambrogio Galli Parroco della Chiesa di S. Mammante di Lovoleto andato a ritrovare in persona S.Ecc.za il Sig. Conte Sn.re Federico Caldarini con li decreti alla mano, di un ospitale così mal ridotto di fabbrica, com'ancora di suppellettili, non più capaci all'ospitalità di alcun Povero Pellegrino.
Questo Si.re mi rispose non sape cos'alcuna di ciò, e che non era sua intenzione fusse cos' maltrattato il Povero Pellegrino, ed immediatamente mandò Moratori, che Spianarono tutto e fece di nuovo riffare la fabbrica nuova.
Con aver ancora provveduto Mattarazzi, Pagliazzi, Panchette, Lenzuola, Coperte, e quanto bisogna per d.[ett]o Ospitale. In questo Ospitale ci sono Quattro letti, due per li uomini in una Camera e due per le donne.
L'ospitagliere deve sempre star pronto a riceverli e gli deve dare farsi (?) da scaldare l'Inverno.
E vengono dal Parroco a farsi scrivere e rivedere le Patenti che lo fà per carità.
E legge sinodale che si debba tener conto de Pellegrini che si alloggiano; ed a tale motivo hò fatto detta Vacchetta.
Di presente si trova ospitagliere
Per li uomini  Odorico Calura
Per le donne Domenica Calura.