lunedì 18 dicembre 2023

Il porto a Bologna


 In passato anche Bologna aveva un porto,  anzi uno dei porti fluviali più importanti dell'Italia settentrionale, in realtà erano cinque. Per secoli i trasporti, sia di merci che di persone, nella pianura padana furono effettuati su acqua.  Nacque "attorno alla metà del ‘500 a seguito dell’incremento di scambi commerciali per via fluviale sviluppatisi grazie alla fitta rete di canali che trasportavano le acque del fiume Reno dalle colline circostanti direttamente al centro della città . Originariamente le vie di acqua venivano utilizzate come erano, come le aveva modellati la natura, poi, in periodi diversi i comuni emiliani,  a seguito della necessità di incrementare i trasporti e ridurre i costi, costruirono vari canali navigabili per collegare le città al Po,. Nel XIII secolo si provvede a scavare il canale Navile alimentato dalle acque del Reno e Savena e dei diversi corsi d'acqua provenienti dalle colline. Fino alla seconda metà del XVIII secolo la navigazione da Bologna al Po veniva suddivisa in due tratti: 

- da Bologna a Malalbergo tramite il canale Navile su barche trainate da cavalli o buoi. Questo tratto è lungo circa 36 km,;a Malalbergo vi era una stazione di sosta dove i viaggiatori potevano ristorarsi in una locanda alquanto malfamata (da qui il nome del paese). 

- da Malalbergo a Ferrare tramite  le paludi . A Malalbergo le merci e i passeggeri venivano trasbordati su barche a fondo piatto che i barcaioli spingevano a remi  fino a Ferrara.. Giunti a Ferrara si aveva un trasbordo su banche più grandi, spesso a vela, per il tratto finale fino a Venezia. Era consuetudine  il traino di più barche in convoglio anche per ragioni di sicurezza, spesso questi convogli viaggiavano con una scorta armata. il viaggio per le persone non era certo comodo, da Bologna a Corticella occorrevano circa 4 ore causa i molti sostegni da passare (punti in cui confluiscono tutte le acque in uscita dalla città), 7 ore per raggiungere Malalbergo. 

Uno di questi canali, attualmente interrato, all’incrocio tra via di Riva Reno e via Marconi si divide in due, il canale del Cavaticcio prosegue verso Largo Caduti del Lavoro ove oggi si affacciano alcuni degli uffici della Direzione Territoriale Emilia Romagna e Marche e si dirige verso via del Porto, chiamata così perché da qui iniziavano le banchine dell’allora porto fluviale di Bologna, il Navile. Non distante dall’attuale Ufficio ADM di Bologna, sorgeva l’edificio della Dogana, sede della Gabella Grossa, punto di partenza e di arrivo delle merci che viaggiavano sul Navile. La somiglianza con una chiesa e la presenza sul canale delle lavandaie furono causa del nome popolare che questo edificio ebbe: la "cisa di lavandèr", la chiesa dei lavandai. I proventi dei dazi sulle merci servirono per secoli a finanziare l'Università. L’edificio, così come il porto urbano, furono demoliti nel 1934.

Attualmente del porto di Bologna resta solo la "Salara", la "ripe del gesso" e un'ampia porzione della banchina portuale.


Salara


 

domenica 3 dicembre 2023

Biscotti Sacher


 Prima domenica di Avvento, festeggiamo l'accensione della candela della speranza con questi dolcetti che altro non sono che ottimi biscottini fragranti al cacao a forma di occhio di bue con all'interno confettura di albicocche che ricordano la sacher torte. Veloci da fare, ottimi da gustare.Buon Avvento


Biscotti sacher


Ingredienti

per la frolla

200 gr farina oo
25 gr cacao 25 gr fecola 75 gr zucchero a velo 5 gr lievito per dolci 130 gr burro 2 tuorli vaniglia


per farcire
marmellata di albicocca


Preparare la frolla, con un taglia biscotti fare le forme e disporre su una teglia coperta con carta da forno. Cuocere a 170 gradi per 15 minuti circa. Accoppiare i biscotti con la marmellata.








sabato 2 dicembre 2023

Biscotti salate alle olive



Questa è una ricetta che ho scaricato da internet, non ricordo se dal forum di Cucina Italiana o su un gruppo di facebook, mi dispiace per l'autore, perchè non l'ho riportato. E' molto buona, veloce, sicuramente da tenere cara. Riporto quanto riportato.

"Una ricettina del corso di pasticceria salata che ho seguito la scorsa settimana. Sfiziosi e golosi come le ciliege. Li mettete sul tavolo e in un batter d'occhio sono già spariti. Una frolla montata molto lavorabile, sia con sac a poche che nella sparabiscotti."


Biscottini alle olive

Ingredienti

325 gr burro a pomata
250 gr farina debole
160 gr di uova intere
120 gr di grana grattugiato
120 gr di fecola di patate
80 gr farina di mandorle
10 gr di sale

Montare il burro con il sale, la farina di mandorle e il grana, aggiungere le uova a filo ed infine le farine delicatamente. Trasferire il composto in un sac a poche o nella sparabiscotti e formare i biscotti.
Decorarli con frutta secca, sesamo, semi di papavero, olive, capperi, paprika o quello che preferite. Cuocere in forno a 180° per circa 15//20  minuti


 

domenica 26 novembre 2023

Cristo Re


 Oggi mi sono fatta un regalo senza organizzarlo. E' accaduto ed io l'ho molto apprezzato. Sono andata a visitare la "mia" chiesa dove ho fatto tutti i sacramenti da bambina, Cristo Re. Quale giorno migliore coincidente proprio con la festività. Mi ha fatto proprio molto piacere. Ho tanti ricordi legato a questo luogo, alcuni più belli altri meno. La sera tornando a piedi da scuola, le Caterina De Vigri, mi fermavo sempre a fare almeno un segno della croce, cosa davvero trasgressiva per la mia infanzia; allora la mia famiglia non poteva proprio dirsi una famiglia cattolica, ma io provavo questa attrazione. Durante il catechismo cantavamo in coro tutti noi bambini, eravamo davvero in tanti, negli anni 60 siamo nati in tanti. Ricordo con dispiacere una suora (allora c'erano e gestivano l'asilo a fianco della chiesa)  si recò proprio da me, che ero un puntino in mezzo a tanti, a chiedermi di muovere solo la bocca e far finta di cantare. Potrei disquisire per ore su questa affermazione, sorvolo. Ricordo la gioia della festa legata alla prima Comunione, dove mi sentivo una diva nel mio abito bianco confezionato rigorosamente in casa da mia mamma, e la paura che accompagnò la celebrazione della Santa Cresima. Ero terrorizzata; a digiuno totale perchè non si poteva mangiare, ci avevano raccontato che ci avrebbe fatto un buco in fronte il Vescovo e unti con olio. Non chiedetemi il perchè di questa cosa, ma cosi fu. E certo non eravamo propriamente molto svegli, ma vero è che non potevamo nemmeno informarci su internet...La gioia , le domiche che andavo a messa, di acquistare a fine messa famiglia Cristiana, leggevo e ci giocavo ritagliando le figurine per settimane. I film nel cinema di fianco la domenica pomeriggio.. Fatto sta che comunque provo sempre una gran gioia quando posso visitarla e una forte emozione. 



mercoledì 25 ottobre 2023

Zucchine ripiene


 Questo piatto è stata una sorpresa. Sinceramente, intanto che lo provavo, ero tentata di buttare tutto, non mi rassicurava per nulla. Invece erano buonissime. Quelle rimaste le ho servite a mio marito, che ha sempre qualcosa da ridire, invece mi ha chiesto se ce ne erano ancora. Alla fine con 4 zucchine sono riuscita a servire tutto il buffet. Come si dice dalle nostre parti, fa parata :-). Si preparano in anticipo e si possono anche congelare una volta cotte.

Zucchine ripiene

Ingredienti

5 zucchine rotone (io ho utlizzato le verdi lunghe scure)
2 scatolette grandi di tonno sott'olio
1 uovo
4 cucchiai colmi di parmigiano grattugiato
pane grattato
olio e uno spicchio di aglio grande

Svuotare le zucchine, mettere l'interno delle zucchine nel mixer, aggiungere uno spicchio di aglio e tritare finemente. Mettere sul fuoco una casseruola con un po' di olio sul fondo, versarvi l'interno delle zucchine tritate e lasciare cuocere per dieci minuti circa., aggiungendo il sale e mescolando di tanto in tanto.Fuori dal fuoco aggiungere il tonno sgocciolato e schiacciato bene con una forchetta, poi mettere l'uovo, il parmigiano e mescolare bene. Riempire le zucchine con questo preparato, tagliarle a tocchetti, e cospargerle di pane grattato. Cuocere in forno a 180 gradi per circa mezz'ora. Gustare tiepide o anche fredde,

martedì 24 ottobre 2023

Polpette e bocconcini di scamorza


 
Questi sono altri due piatti tanto semplici quanto scenografici e apprezzati che ho presentato sempre al buffet di laurea.

Il primo sono le polpette al sesamo con l'aggiunta di una foglia di basilico e una farfalla di pasta cotta molto al dente, nella seconda foto invece sono palline di scamorza affumicata con sopra patà di olive e un pomodorino. Questi sono i piatti che hanno riscosso maggior successo, nel senso che sono stati terminati prima degli altri, perchè come ho già detto, tutto è piaciuto tantissimo.

domenica 22 ottobre 2023

Tronchetti di salsiccia


Proseguo con i piatti che ho preparato per la festa di laurea. Sono tutti piatti che sono stati spolverati e apprezzati dai ragazzi in un batti baleno. Sono rimasta proprio soddisfatta del mio operato


Tronchetti di salsiccia

Ingredienti

un rotolo di pasta sfoglia
salsiccia luganica
aghi di rosmarino
poco latte
a piacere semi di sesamo

Accendere il forno a 180 gradi. Foderare una teglia con carta forno. Rimuovere con delicatezza la pelle della salsiccia. e appoggiarla sul bordo della pasta sfoglia, sbriciiolarvi sopra del rosmarino e arrotolare. Tagliare e ricavare dei dischetti  alti come si preferisce.  Proseguire per tuta la pasta. Posizionarli sulla teglia e infornare. Prima di infornare pennellare con il latte e se piace cospargere di sesamo. Cottura circa 20 minuti fino a doratura. Ottimi caldi,, buoni buoni anche freddi.

sabato 21 ottobre 2023

Tramezzini


Questi tramezzini in foto orrenda, li ho fatti per la festa di laurea di mio nipote. avrebbero dovuto essere a forma di fiore, ma pensando che era un ragazzo e anche per motivo di tempo, ho optato per la forma quadrata. Li hanno divorati.

Riporto le creme con cui ho farcito:

Crema gialla: tuorlo d'uovo, maionese, curry

crema verde: ricotta pesto

crema albicocca: salmone affumicato ricotta

crema beige: tonno e maionese

La cosa importante è trovare degli accostamenti giusti, con colori cangianti e salse dal sapore deciso.Non schiacciare le fette di pane con il mattarello, rimangono più soffici.

venerdì 20 ottobre 2023

Pane con pomodori secchi e olive


Ho trovato questa ricetta su facebook nel gruppo delle ricette napoletane, mi ha incuriosito, l'ho rifatto e devo dire che oltre che veloce e senza impasto, è davvero buono. Lo rifarò sicuramente. Inizialmente mi ero spaventata perchè era una bella pagnotta grandicella, ma alla fine della cena non erano rimaste nemmeno le briciole.  Buono buono.

 Pane con pomodori secchi e olive

Ingredienti

500  gr farina
400 ml acqua
11 g sale
1 cucchiaio olio extravergine d’oliva
15 g lievito di birra fresco (o 5 g di lievito secco attivo)
80 g olive verdi (denocciolate)
60 g pomodori secchi sott’olio

Per preparare il pane alle olive e pomodori secchi, potete utilizzare sia il lievito secco attivo che quello di birra fresco.Nel primo caso unite il lievito alla farina e poi aggiungete l’acqua. Se invece utilizzate il lievito di birra fresco seguite il procedimento indicato qui di seguito. 
Iniziate raccogliendo l’acqua a temperatura ambiente in una ciotola, dopo di chè scioglietevi all’interno il lievito di birra fresco. Aggiungete poi. poca per volta, la farina e impastate con una forchetta o una spatola fino a che l’acqua non avrà incorporata tutta la farina. Lasciate riposare per 10 minuti l’impasto. Aggiungete poi il sale e l’olio e impastate nuovamente fino al completo assorbimento. A questo punto aggiungete anche i pomodori secchi tagliati a pezzetti e le olive verdi denocciolate tagliate a rondelle e, con una spatola, lavorate l’impasto in modo che le olive e i pomodori si distribuiscano uniformemente all’interno.Coprite la ciotola con la pellicola alimentare e lasciate lievitare fino al raddoppio ( i tempi dipendono anche dalla temperatura esterna in estate basteranno 2 ore). Una volta lievitato, trasferite l’impasto del vostro pane alle olive e pomodori secchi su una spianatoia infarinata. Aiutandovi con un tarocco effettuate una piega a tre dell’impasto e chiudete bene i bordi fino ad ottenere un filone.Trasferitelo su una teglia leggermente infarinata, infarinate anche la superficie e infornate il pane in forno statico preriscaldato a 220°C per 35-40 minuti. Una volta sfornato lasciatelo raffreddare su una gratella prima di affettarlo e servirlo in tavola 


giovedì 19 ottobre 2023

Panini per hamburger

 

Questo splendido panino l'ho ottenuto seguendo una ricetta di Giuseppe Marras. Come al solito, le sue ricette sono strepitose, chiare, infallibili. Ho ottenuto un pane  morbido, profumato, gustoso. Di quelli che non abbiamo mangiato, ne ho congelati una parte e una parte li abbiamo consumati il giorno dopo. Erano leggermente meno soffici ma ancora ottimi. Ho impastato a mano. L'autore indica che ne escono 18/19panini da circa 100/105 grammi


Pane per Hamburger 


1000 grammi di  farina W 260/280
500 grammi di latte 
140 grammi zucchero 
170 grammi burro 
20 grammi di sale 
25 grammi lievito di birra fresco
3 uova intere medie
Mix da spennellare 1 tuorlo e 50 ml latte 
Semi di sesamo distribuire sopra i panini 

Planetaria con il gancio. 
Inizio con intiepidire ( max 28/30 gradi) il latte dove sciolgo lo zucchero il burro e il lievito
Mettere la farina in planetaria aggiungere le uova intere e faccio girare e poi ho aggiunto il latte con tutti gli ingredienti un po' alla volta fino alla fine .
Quando l'impasto è abbastanza liscio lo trasferisco in una ciotola grande con uno spolvero di farina all'interno faccio due pieghe e lo metto a lievitare nel forno spento con luce accesa fino al più che raddoppio 
Una volta raddoppiato faccio delle palline da 100 grammi che posiziono su una teglia  con carta da forno e copro con pellicola per 2 ore a circa 26/28 gradi , accendo il forno in modalità statica    a 190 gradi , nel frattempo preparo un mix con un tuorlo e 50 grammi di latte con cui spennello i pane e poi ci metto i semi di sesamo


Cucino in forno statico per 17/18 Min nel secondo ripiano del forno



mercoledì 20 settembre 2023

La domenica dell'agricoltore, anno 3 n. 28 pag 3


 La recente smentita, altrettanto energica quanto opportuna, data dallo  stesso  Uficio Stampa del Capo del Governo alla intervista concessa da un membro del Comitato Permanente del grano, secondo cui sarebbe e prevedibile un raccolto di settanta milioni di quintali di frumento, diceva testualmente che di vittoria si può parlare quando la si stringe nel pugno. Veramente questo è lo stile fascista a cui Musolini ci  ha abituato  o meglio, va abituando gli italiani dandone personalmente, come sempre, il primo e più luminoso esempio. La vittoria della lira è stata proclamata d'improvviso, dal Duce,  quasi di sorpresa, senza suon di fanfara, sbandieramenti e scampanii, quando nessuno, tranne i Suoi più diretti collaboratori, riteneva che potesse essre cosi grandiosa e imminente. La vittoria del grano è una meta forse più vicina di quanto generalmente si crede e più radiosa di quanto lo immagina la massa degli italiani. Ma non è ancora una realtà.

Un raccolto di 70 milioni di quintali, come quello preannunciato con giovanile esuberanza e intempestivo entusiasmo, sarebbe un magnifico successo e un sicuro prodromo di vittoria, per un'annata non del tutto favorevole alla coltivazione del grano. Si tenga presente (ciò che molti italiani dalla memoria labile dimenticano troppo facilmente o volentieri fingono di non ricordare) che nel 1917 e nel, 1920 siamo scesi a 38 milioni di quintali, che la produzione annua media non tocca i 50 milioni e il massimo prodotto ottenuto prima dell'inizio della battaglia del grano, in un'annata eccezionalmente favorevole, è stato di 65 milioni, mentre il fabbisogno nazionale non supera i 75.

Invece di importare venticinque milioni di quintali di grano dall'estero per un valore di 3000 milioni di lire basterebbe a noi acquistare cinque milioni di quintali per un complesso di 600 milioni di lire. Verrebbero cosi risparmiati circa due miliardi e mezzo di cui beneficerebbero non solo gli agricoltori ma si può ben dire

tutti gli italiani. Sarebbe questo un grande risultato di cui Mussolini Belluzzo potrebbero ben andar fieri non soltanto di fronte agli italiani ma anche al cospetto del mondo intero. L'ansiosa e legittima impazienza degli agricoltori di conoscere le prospettive del raccolto è il segno della loro appassionata speranza di offrire, coi frutti delle proprie fatiche, il meritato premio del Duce  della battaglia del grano: la Vittoria. Se di vittoria non si deve oggi parlare si può tuttavia constatare che l’esercito degli agricoltori e dei contadini italiani marca compatto, guidato da condottieri infallibili e da uno Stato Maggiore di tecnici esperti, verso la vittoria, deeciso a ottenerla a qualunque costo, presto o tardi, ma piena e assoluta.

Crto un nuovo balzo in avanti si farà. Verrà sicuramente superata la media, sarà superata la media, sarà superata la produzione dell’anno scorso ed è a sperare che sarà pure superata la produzione massima sinora ottenuta. Si toccheranno i 70 milioni di quintali? Una risposta sarebbe prematura e, non solo per gli effetti di natura psicologica che può avere sulle masse ma anche per l’influenza che sicuramente eserciterebbe sul mercato granario,  per lo meno inopportuna. L’ultima parola, ormai, è alle trebbiatrici: esse solo possono e debbono dirci tutta le verità. Il Duce ascolta, nelle notti insonni, il  loro canto ed esse non mentiranno a Lui che ha dato tante e così eloquenti prove agli agricoltori italiani del Suo amore per la terra e del Suo affetto sincero e profondo per coloro che ha chiamato “ forze fondamentali, in guerra e in pace, delle fortune della Patria”, i Suoi fratelli nella grande fatica.

MARIO FERRAGUTI

 La settimana agricola del Duce e dell’on. Belluzzo

Il capo del Governo ha avuto un lungo colloquio col Ministro dell’Economia Nazionale, on. Belluzzo, il quale gli ha riferito su varie questioni interessanti l’agricoltura in generale e in particolare sull’andamento dei raccolti. In proposito il Ministro ha successivamente comunicato alcune interessanti notizie: da esse si rileva che dappertutto i lavori agricoli hanno avuto ed hanno corso con piena alacrità, nell’atmosfera di operosa fiducia che il Regime ha saputo creare in ogni campo della produzione nazionale. Le autorevoli comunicazioni del Ministro dell’Economia Nazionale, aggiungono che “i rurali hanno seguito il comandamento del Duce, prodigando le cure consigliate dalla tecnica”.

Un altro colloquio il Capo del governo ha avuto con il Direttore dell’Istituto Centrale di Statistica, prof. Corrado Gitti, il quale lo ha informato del favore che l’Istituto stesso svolge e delle istruzioni impartite per un severo censimento del grano trebbiato. Ciò secondo la precisa volontà del Duce che, come già informammo, diede tassative istruzioni ai Prefetti per una scrupolosa osservanza alle disposizioni circa la denunzia della trebbiatura. Il colloquio in parola è una conferma chiara che la denunzia del grano trebbiato ha uno scopo esclusivamente statistico senza alcuna mira fiscale.

In forma solenne, in tutta Italia si sono insediati il 17 corrente i Consigli provinciali dell’Economia, nuova originale istituzione del Regime, che costituisce anche un importantissimo esperimento dell’ordinamento corporativo.

All’atto dell’insediamento è stato letto un messaggio del duce. E’ molto significativo, in esso, la parte in cui accenna ai compiti dei nuovi organi, di fronte ai problemi della agricoltura: “Nella raccolta e nella elaborazione degli elementi d’indagine – ha ammonito Mussolini – la terra e il sottoterra vanno con speciale attenzione esaminate affinchè per ogni qualità ed ubicazione di terreno siano indicate le culture più adatte ed i mezzi tecnici ed economici per incrementarle”.

Il Capo del Governo ebbe in omaggio, tempo addietro da un agricoltore molisano, il signor Francesco De’ Vaira, podestà di Montenero Bisaccia, un appezzamento di 30 ettari, del valore di circa 300 mila lire, per la creazione di una tenuta modello che servisse di esempio agli agricoltori del Mezzogiorno. Benchè si trattasse, secondo la volontà dell’offerente, di un dono personale al Duce, questi ha destinata la tenuta all’Opera Nazionale Combattenti la quale ha già redatto un piano di lavori di trasformazioni e di miglioramenti fondiari.

Il Ministro Belluzzo ha, con recente circolare, impartito precise istruzioni circa il funzionamento amministrativo delle Cattedre Ambulanti, specie per quello che riguarda i servizi inerenti all’insegnamento professionale dei contadini e alla “Battaglia del Grano” ed ha pertanto disposto periodiche e frequenti ispezioni alle Cattedre stesse.


lunedì 18 settembre 2023

La domenica dell'agricoltore


 Mi sono imbattuta casualmente in queste riviste, come al solito io rimango totalmente affascinata da queste, non potevo non farle mie . Purtroppo il tempo non risparmia nemmeno loro e proprio per non disperdere quanto riportato che  è sempre un tesoro ricordare come eravamo e come erano gli eventi, ho deciso di trascrivere quanto riportato nelle pagine essendo ormai difficoltoso leggere i caratteri ormai usurati dal tempo. Pian piano cercherò di trascrivere questi fascicoli. Inizio dal primo che risale all'8 luglio 1928.

Pagina 2:

In Italia
Il Duce si è recato in volo da Roma a Ravenna. Di qui, in automobile ha raggiunto Forli e, dopo una breve sosta in famiglia, Mussolini è tornato a Ravenna di dove è ripartito in volo per Gorizia dove è atterrato al campo di Merna.
Il Primo Ministro ha visitato i locali e ha passato in rassegna le squadriglie, quindi si è recato sul monte Fortin, alla destra dell'Isonzo.
Alla presenza del Prime Ministro si è svolta una interessante manovra sulla carta con immediate osservazioni critiche degli Istruttori del corso. A manovra ultimala, Mussolini ha rivolto agli ufficiali un discorso di compiacimento e di elogio.
Nel pomeriggio il Capo del Governo si è recale a compiere una visita di omaggio al Cimitero di Redipuglia, dove ha deposto un mazzo di fiori, apponendo quindi la firma sul registro. All’uscita dal Cimitero dell’11° bersaglieri. Sulla via del ritorno, a Gradisca, l’on. Mussolini ha visitato la caserma del 17° fanteria e ha passato in rivista le truppe del reggimento. Nel rivolgere la parola a queste truppe egli ha ripetuto il proprio compiacimento già espresso anche ai bersaglieri dell’11° per il bel comportamento dei giovani soldati e per la disciplina dei reparti. Quindi, l’on. Mussolini si è recato al Calvario del Podgora dove erano riuniti gli ufficiali del terzo anno della Scuola di guerra. Il Capo del Governo ha assistito all’impostazione della manovra finale coi quadri sul terreno. 
Arnaldo Mussolini, direttore del Popolo d’Italia, fondatore del nostro giornale, ha ripreso il suo posto di lavoro a Milano, dopo la degenza all’ospedale di Cesena per curare la ferita riportata nello scontro automobilistico in Romagna. La notizia, appena sparsasi nella metropoli lombarda, ha provocato una grandiosa e commovente manifestazione di affetto ad Arnaldo Mussolini da parte del Fascismo e delle autorità milanesi. Impossibile citare qui sia pure i nomi delle principali personalità che si sono  recate al Popolo d’Italia per rendere omaggio ad Arnaldo Mussolini. Con a capo il segretario federale Mario Giampaoli, diremo solo che era rappresentata tutta Milano. Giampaoli ha espresso al direttore del Popolo d’Italia tutto l’amore e tutta la gioia del Fascismo milanese per il suo ritorno al suo altissimo posto; Arnaldo Mussolini ha risposto con nobili parole salutate alla fine da una calorosissima e fervida manifestazione dei  convenuti, tra i quali era la Redazione del Popolo d’Italia al completo guidata dal redattore capo comm. Sandro Giuliani.
Il nucleo di quattro apparecchi “R.O.1” che al comando del maggiore Ritossi era partito in volo dall’Italia diretto in Somalia, è giunto oggi felicemente a Mogadiscio, sua definitiva destinazione, dopo aver compiuto ieri la tappa Nairobi-Giumbo.
La circolazione monetaria alla fine di maggio si ragguagliava a 17 miliardi e 443 milioni di lire, di cui 17 miliardi e 105 milioni di lire costituiti dai biglietti emessi dalla Banca d'Italia e 338 milioni di lire formati dai biglietti emessi dallo Stato. Tali cifre significano che la massa dei segni monetari ha assunto questa posizione: è diminuita di 4 miliardi e 557 milioni di lire in confronto al massimo raggiunto finora, il 31 dicembre 1920, nella cifra di 22 miliardi di lire; è diventata il minimo che siasi toccato dopo il massimo ora indicato: è diminuita di un miliardo e 578 milioni di lire in confronto alla stessa epoca dell'anno passato; è diminuita di un miliardo e 522 milioni di lire dall'inizio dell'esercizio in corso; è diminuita di 80 milioni di lire nell'ultimo mese.
Il prof. ing. G. Arturo Crocco, ordina- rio di teoria e costruzione dei dirigibili alla R. Scuola d'ingegneria aeronautica di Roma, è stato iscritto nella R. Aeronautica col grado di tenente generale del Genio aeronautico, e con successivo decreto ministeriale del 27 giugno, è stato richiamato in servizio e incaricato delle funzioni di direttore generale delle costruzioni e degli approvvigionamenti.
Il card.Giovanni Tacci è morto a Roma. Era nato a Mogliano nel 1863. A 32 anni fu nominato vescovo di Città della Pieve, dove rimase fino al 1905, anno in cui fu inviato da Papa Pio X a Costantinopoli in qualità di delegato apostolico. Dopo due anni di permanenza in Turchia, fu designato alla nunziatura apostolica del Belgio. Quando scoppiò la guerra e il Belgio fu invaso, mons. Tacci mostrò, nella difficile circostanza, energia di carattere e forza d’animo. Nel 1916, resosi vacante l’ufficio di maggiordomo, il Papa Benedetto XV chiamò a Roma mons. Tacci e gli affidò la importantissima carica che tenne fin quando, nel giugno 1921, fu nominato cardinale.
Nel mondo
S.E. Balbo e dodici velivoli sono partiti dall’Aerodromo di Centocelle per Londra per portare il saluto dell’aeronautica italiana a quella inglese e per assistere alle grandi manifestazioni aeree che annualmente si svolgono nel vasto aerodromo londinese di Hendon. Gli apparecchi erano al comando del gen. Vincenzo Lombard.
Ecco i nomi degli ufficiali partecipanti al “raid”: colonnelli Domenico Bolognesi, Ernesto Coop, Ercole Ercole.  Tenenti colonnelli: Gennaro  Tedeschini- Lalli, Mario Aimone- Cat, Pietro Pinna, Rino Corso- Fouhier, Ferruccio Ranza. Maggiori: Roberto Lordi, Egisto Perini, Paride Sacchi, Sabato Martelli-Castaldi, Amedeo Mecozzi. Capitani: Osvaldo Baldi, Vincenzo Brak Papa, Federico Guazzetti,  Ettore Orlando, Giuseppe Gaeta, Viero Menghi, Emilio Liberati, Giordano Bruno Granzarolo, Ezio Guerra, Tenenti: Mario Porru – Locci, Fausto Cecconi. Dei 12  apparecchi,  6 sono “A. 120” e 6 “R.22”.
Dopo una navigazione resa difficile dalle avversità atmosferiche i velivoli italiani sono giunti a Londra. Due apparecchi, che per leggere avarie avevano dovuto atterrare lungo il tragitto, sono giunti il giorno seguente all’aerodromo di Horn Church.
Il brillantissimo volo è stato altamente elogiato dalla stampa inglese.
Sulla caduta del dirigibile “Italia” il gen. Nobile ha dato i seguenti particolari: “la navicella del motore poppiero, dove trovavasi il motorista-capo Vincenzo Pomella, urtò per prima sui ghiacci. Nell’urto  il motorista perì per commozione generale e il suo corpo rimase a breve distanza dal luogo dove andò in frantumi la cambina di comando. Ebbe in seguito onorata sepoltura.
Il dirigibile, dopo il distacco della navicella, andò alla deriva in direzione 110°. Poco dopo venne notato non lontano, a una distanza di circa 10 chilometri, una colonna non grande di fumo, forse dovuta all’incendio di un serbatoio di olio o di benzina caduto dall’aeronave”.
Un antifascista omicida è stato condannato a otto anni di carcere a Parigi. Si tratta di certo Pietro Musini, che il 25 novembre scorso uccideva a coltellate tal Bartolazzi, italiano.
Il Musini fu arrestato solo il 14  febbraio scorso e dichiarò di avere ucciso il Bartolazzi perché provocato. Ma l’atto d’accusa fa notare che il Bertolazzi usciva tranquillamente dal suo domicilio e venne affrontato fulmineamente dal Musini; e per altre contraddizioni ha ammesso la premeditazione nel delitto.
Ventidue morti e quarantasette  feriti si deplorano in Inghilterra a causa di una terribile sciagura ferroviaria. Il treno di piacere che nella mattinata aveva condotto da Newcastle e Scarborough, città balneare, varie centinaiadi gitanti, in gran parte donne e bambini, era ripartito per Newcastle alle 20,55. Il convoglio si componeva di dieci carrozze stracariche di passeggeri, molti dei quali non avendo trovato posto a sedere, erano in piedi nei corridoi. Quando il treno arrivò alla stazione di Darlington un treno merci stava uscendo da un binario morto e si avviava su quello di corsa per partire quindi in direzione di York. Lo scontro è stato di una violenza spaventosa. Il merci procedeva lentamente,  ma lo speciale correva a 80 chilometri  all’ora; la sua locomotiva ha avuto  tutta la parte anteriore fracassata e si è rovesciato su un fianco. Quello del merci non ha riportato invece che lievi danni



giovedì 11 maggio 2023

Scuola di cucina: gelatina di carne


 COME PREPARARE LE GELATINE DI CARNE

Benché la gelatina di carne fatta in casa sia molto nutriente, per la lunga preparazione che richiede appartiene a un genere di cucina sorpassato. Tuttavia, per le cuoche che hanno buona volontà e so- prattutto tempo a disposizione, diamo la ricetta della gelatina tradizionale.

GELATINA DI CARNE

Dosi per 1 litro circa di gelatina: 500 grammi di girello di manzo, 500 grammi di girello o di « pesce » di vitello, 1 zampetta di vitello, 2 zampe di pollo, 1 chiara d'uovo, mezzo bicchierino di Marsala o di Madera o di vino bianco, 1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano, 1 foglia di alloro, 1 chiodo di garofano, mezzo cucchiaino d'estratto di carne, sale, pepe in grani. 

In una pentola con 3 litri d'acqua mettete la carne di manzo, quella di vitello, la zampetta, le zampe di pollo (bruciacchiate e spellate), tutti gli aromi, due o tre grani di pepe e una presa di sale. Fate scaldare e, prima che avvenga l'ebollizione, schiumate il brodo; quindi proseguite la cottura molto lentamente per circa sette ore. Trascorso questo tempo provate la consistenza della gelatina: versatene una piccola quantità in una tazzina che metterete in frigorifero. Se il composto sarà ancora troppo molle, fate proseguire l'ebollizione o aggiungete un foglio di colla di pesce. Filtrate il brodo attraverso un tovagliolo bagnato, lasciatelo raffreddare, sgrassatelo, mettetelo di nuovo sul fuoco, unitevi la chiara d'uovo leggermente sbattuta e, mescolando, fate bollire per qualche minuto, quindi passate il composto di nuovo attraverso un tovagliolo bagnato e aggiungete il marsala o il vino. Travasate il brodo nello stampo, che metterete a raffreddare in ghiaccio o in frigorifero finché la gelatina si sarà condensata

I SURROGATI

Oggi quest'elaborata ricetta viene facilmente sostituita dagli ottimi surrogati che si trovano in commercio. I più comuni sono: in polvere, solidi e a tavoletta. Il surrogato in polvere va sciolto in acqua bollente (non salata) nella quantità stabilita dalle istruzioni accluse. Dopo aver sciolto la polvere, si passa il composto attraverso un tovagliolino bagnato e si raccoglie in uno o più stampi, che si mettono in ghiaccio finché la gelatina si sarà completamente formata. Il surrogato solido consiste in fogli trasparenti di colla di pesce. Essi vanno messi dieci minuti nell'acqua fredda quindi, ben strizzati, si uniscono a un brodo vegetale bollente ottenuto facendo bollire per venti minuti nell'acqua salata gli aromi che generalmente si adoperano per fare il brodo: cipolla, carota, sedano, 1 foglia di alloro, 1 chiodo di garofano e 1 cucchiaino (per ogni litro d'acqua) di estratto vegetale o di carne. Appena la colla di pesce si è sciolta, si aggiunge una chiara d'uovo leggermente sbattuta (per chiarificare il brodo), si fa bollire il composto per cinque minuti, poi si passa il tutto attraverso un tovagliolino bagnato, messo sopra un colabrodo. Si finisce di condire con 2 cucchiai di marsala o di Madera o di vino bianco e si versa il composto in uno  stampo . Si mettono in ghiaccio finchè la gelatina si sarà completamente formata. 

COME SI SERVE LA GELATINA

La gelatina può essere servita come complemento di antipasti freddi e di tartine, come guarnizione (specie se è tritata o preparata in piccoli stampi) oppure come copertura ai piatti di carne, pesce, uova, verdure, sui quali si versa fredda, ma an- cora liquida, mettendo poi il tutto in ghiaccio a condensare. Inoltre la gelatina è l'ingrediente principale degli ossia degli sformati di carne, pesce, uova, << aspic >, verdura, ecc. ricoperti o inframmezzati da strati di gelatina. In questo caso la prepa- razione deve avvenire per gradi: nello stampo si mette circa la quinta parte della gelatina (liquida) e si fa condensare; sulla sua superficie si dispongono una parte degli ingredienti già cotti, questi si ricoprono con un poco di gelatina (sempre liquida) che si mette a condensare; su questa si dispongono ancora degli altri ingredienti


sabato 6 maggio 2023

Schwarzwälder Kirschtorte - Torta Foresta nera


Questa è la torta che ho fatto per il compleanno di mia figlia. A me piace molto, a lei pure. La ricetta l'ho presa su un forum di Facebook di ricette della Val di Pusteria. Una buona ricetta.

 Schwarzwälder Kirschtorte

PAN DI SPAGNA AL CACAO

200g di uova intere
40g di tuorli
130g di zucchero
120g di farina “00”
25g di cacao amaro in polvere

Uno stampo ad anello in acciaio o uno stampo a cerniera di diametro 24/26 cm

Con gli ingredienti preparo il pan di Spagna. Metto insieme uova intere e zucchero, monto con le fruste elettriche poi aggiungo i tuorli uno alla volta ed infine in tre volte aggiungo la farina e il cacao setacciati prima assieme, li amalgamo delicatamente con una spatola. Verso in un anello di acciaio o stampo.Inforno a 190 gradi per 20 minuti con sportello del forno appena aperto (metto una pallina di stagnola).

PER LA FARCITURA

700g di panna fresca
35g di zucchero
30g di liquore Kirsch
10g di gelatina in fogli
50g di acqua

Metto la gelatina assieme all’acqua in una ciotolina e scaldo in microonde per 20 secondi. Mescolo con una spatola e rimetto in microonde per altri 20 secondi. È pronta. Monto la panna alla massima velocità con lo zucchero e il Kirsch. Ottengo la crema al Kirsch.Metto un cucchiaio di crema al Kirsch nella gelatina per omogeneizzare la densità poi lo aggiungo alla panna montata e mescolo delicatamente con la spatola.

BAGNA

30g di zucchero
60g di acqua
30g di Kirsch
Amarene
scaglie di cioccolato fondente.

In un pentolino sciolgo acqua e zucchero sul fuoco quando bolle lascio per 1 minuto e spengo. Appena si è raffreddato aggiungo il Kirsch. Taglio in 3 dischi il pan di Spagna. Inzuppo di bagna il disco di fondo della torta, messo in una alzatina, spalmo la crema, spargo le amarene sciroppate e sgocciolate, nuovo disco inzuppato di bagna, altro strato di crema e amarene. Inzuppo l’ultimo disco sopra e sotto e lo appoggio alla crema. Con una spatola ricopro tutta la torta di crema al Kirsch restante poi la decoro di scaglie di cioccolato fondente, ciuffi di crema o panna e amarene.

venerdì 5 maggio 2023

Torta di compleanno


Questa ricetta l'ho presa dalla mia santola, è una vecchia ricetta con le quali un tempo facevano le torte di compleanno, ho voluto rifarla e l'ho già fatta ben 3 volte dal gran che risulta buono e leggera questa torta. E' sempre stata molto gradita, anche se l'ultima volta che l'ho fatta, ho preso il pan di spagna un po' alticello, ma comunque risultato soffice. Riporto esattamente come scritto .

Torta per compleanni

crema mezzo litro

Fare il pan di spagna poi tagliarlo in due parti, una parte riempirla con la crema, l'altra con il zabaglione e cioccolato a pezzetti, prima di metterla sopra con un cucchiaio bagnare la giambella con caffè e un po' di liquore per dolci. 
Per fare lo zabaglione in un tegamino mettere  un cucchiaio scarso di farina e uno di zucchero, 3 rossi d'uovo e un bel po' di marsala. stemperare molto bene e mettere sul fuoco a bagno maria rimescolando bene  fin che non viene una crema. Poi fare la glassa  una chiara d'uovo e un bel po' di zucchero di vaniglia rimescolando in una scodella fino a otterere una cremina. Tritare dei amaretti e metterli attorno alla torta.


 

giovedì 4 maggio 2023

Magnesia San Luca


 Rovistando tra i ninnoli che ho conservato dei miei suoceri, ho trovato questa bellissima scatolina, che denuncia tutti i suoi anni. Io sono rimasta molto sorpresa, perchè sinceramente non avevo mai sentito parlare della magnesia San Luca, nonostante io sia nata ai piedi della Basilica che veglia su Bologna. Nemmeno farlo apposta, nello stesso momento mi giunge la telefonata della mia santola, a cui domando se era a conoscenza di questa, lei mi conferma di si, che era una scatolina molto carina di magnesia, che si teneva in tasca per l'occorrenza, nel caso anche di cattiva digestione o si assumeva la sera per facilitare le funzioni del corpo. Io adoro le scatole di latta, quelle antiche poi...figuriamoci! E' stato davvero un grande regalo inaspettato questo per me, che ovviamente ho già riposto con la massima della cura.

Facendo ricerche ho trovato la ditta fu registrata presso la Camera di Commercio di  Bologna il giorno 11.05.1927. Non mi risulta essere ancora in essere.


mercoledì 3 maggio 2023

3 maggio: Santa Croce!


Anche quest'anno non può mancare la deposizione della croce nei campi. Credo per la prima volta sotto un'acqua torrenziale; infatti, sta piovendo, dopo un anno di siccità, da 24-26 ore consecutive, con la conseguenza di esondazione di diversi torrenti in zona. Da noi ci sono, al momento, solo fossi pieni con piccoli sbordamenti verso i campi. Però tanta tanta acqua e purtroppo i campi di orzo totalmente allettato, mentre il grano, che sta iniziando a spigare ora, sembra resista. 
 l 3 maggio,“Giorno della Santa Croce”, è tradizione di mettere a protezione dei raccolti, nei campi coltivati, una croce sulla quale vengono posti dei ramoscelli di ulivo benedetti ,conservati dalla Domenica delle Palme , i gusci delle uova benedette e recitare un Padre nostro , il tutto a digiuno.Il “rito” religioso è legato alle manifestazioni di festa per la restituzione della Santa Croce di Gesù, restituita nel 628 d.C. all’imperatore Eraclio da parte dei Persiani. Anche se questa Festa ormai da tempo è stata imposta il 14 settembre , tradizionalmente il giorno di Santa Croce è rimasto il 3 maggio. La collocazione del 3 maggio, momento cruciale per la crescita dei raccolti, diede alla ricorrenza un significato particolare in cui si fondeva celebrazione cristiana e ritualità pagana. Secondo l’antica usanza, il contadino, già all’alba, a digiuno, confeziona la croce con il rametto d’ulivo benedetto e la pianta in mezzo ai campi di grano e nelle vigne. I campi come li abbiamo trovati questa mattina:






martedì 2 maggio 2023

Dolce Loredana


 L'origine di questo dolce non è nota, questa è una ricetta che trovai di una prozia di mio marito, ingiallita, scritta con quelle calligrafie stupende di una volta, leggibili a tutti che oggi ci sognamo, frutto di tanti esercizi di bella calligrafia. Ho voluto provarla, è risultata davvero ottima. Peccato perderla. Ho deciso pertanto di condividerla sul mio blog per chi volesse provarla. Non è precisa, infatti chiama farina 500 gr. Allora per farina si intendeva la quantità da mettere nel fare la ciambella dura, almeno così a me venne riportato. Io in ogni caso ho fatto così- Posto quindi prima la ricetta come l'ho ereditata, poi anche la pasta che fatto .


Dolce Loredana della zia Nerina

Ingredienti

farina 500 gr
amaretti gr 500
mandorle gr 200
zucchero gr 400
uova n. 4
marmellata

Mettere sulla sfolia uno strato di marmellata poi coprirla con amaretti interi poi sbattere le uova mettere le mandorle tagliate lo zucchero e gli amaretti rimasti. metterli insieme alle uova poi spargere tutto sopra. In forno a 160 gradi per 40-50 minuti.

Ciambella dura nonna Enrichetta

100 gr burro
200 gr zucchero
1 uovo
1 bustina vaniglia
500 gr farina
1 dose da 1/2 kg 
buccia di limone grattugiata

Impastare con poco latte.



lunedì 1 maggio 2023

Ciambella romagnola


 Questa è una ricette che ho trovato su facebook, non ricordo l'autore. però . Sinceramente non so se è veramente romagnola :-), così era chiamata tale io la riporto.  L'ho fatta, è risultata una ciambella semplice, ma buona da colazione. Si mangia molto volentieri ed è comoda da fare, perchè non necessita di pesare gli altimenti.

Riporto la ricetta.


Ciambella romagnola

Ingredienti

3 bicchieri di farina
2 bicchieri di zucchero
1 bicchiere di latte
1 di olio di semi
buccia di limone
1 bustina lievito per dolci

Mescolare prima i liquidi poi il resto. infornare a 180 gradi per 40 minuti.

martedì 11 aprile 2023

Crescente di Pasqua


 Domenica ho fatto la mia crescente di Pasqua. Nei giorni di festa non può mai mancare, a maggior ragione poteva mancare il giorno di Pasqua? assolutamente no! Cosa differisce dalle altre? dal fatto che ho impastato con il latte zero lattosio e zero grassi perchè in casa non avevo latte "normale" e per il lievito per salati istantaneo aggiunto al lievito di birra. Ottima, un poco troppo grossa, ma non è rimasto che i gusci delle uova :-).

Crescente di Pasqua

Ingredienti


1 kg farina
latte q.b
300 gr pancetta macinata
150 gr prosciiutto crudo macinato
sale
25 gr lievito di birra
1 bustina lievito per pizza istantaneo

Ho sciolto il lievito di birra in poca acqua con un cucchiaino di miele, poi ho aggiunto circa (io vado sempre ad occhio) un poco di farina, diciamo un etto e mezzo, ho fatto si che rimanesse un impasto semi liquido, e lasciato lievitare per un'oretta. Poi ho impastato tutto insieme con il latte a temepratura ambiente. Lasciato ancora lievitare per due ore. Tirato, sagomato, ho aggiunto le uova decorando a piacere  e cotto in forno a 200 gradi per 40 minuti. Regolarsi con il proprio forno.



lunedì 10 aprile 2023

Albero di Giuda

 Andata a casa di mia sorella ho avuto la fortuna di vedere in fiore questo albero. La foto non rende la bellezza di guardarlo dal vivo: l'albero di Giuda. Alcune nozioni in merito:

Albero di Giuda è il nome popolare del siliquastro ed è dovuto a cause che variano a seconda delle leggende ad esso legate.Secondo una di queste, pare che derivi da un errore di trascrizione (il nome originale, secondo questa versione, sarebbe stato “Albero di Giudea”).
La tradizione più diffusa, però, è quella secondo cui proprio sotto quest’albero Giuda baciò Gesù, tradendolo e decretando la sua condanna a morte; dopo la crocifissione, è proprio ai rami di questa pianta che Giuda, in preda al rimorso, si impiccò.
C’è poi chi ritiene che il nome sia legato ai particolari tempi di fioritura di questa pianta, proprio per il fatto che non genera boccioli destinati a schiudersi ma, al contrario, i fiori spuntano improvvisamente: è un albero che fiorisce da un momento all’altro, in modo improvviso, quasi un piacevole “tradimento” delle aspettative di chi lo osserva.
Anche le foglie sono particolari con la loro romantica forma a cuore: ecco spiegato il motivo per cui in Spagna è chiamato “l’Albero dell’Amore”, e si ritiene che baciarsi sotto un Albero di Giuda possa portare buona sorte alla coppia di innamorati.
Questo arbusto da giardino è originario del Mediterraneo Orientale e dell’Asia Minore. Un tempo, infatti, era molto diffuso su tutte le coste e nelle regioni dal clima più favorevole. Lo si trovava facilmente in parchi e giardini, già allora molto ricercato per la forma aggraziata e la fioritura vivace e copiosa, oltre che per le dimensioni contenute. L’etimologia del termine deriva dal greco kerkís, che significa letteralmente navicella, e dal latino siliqua, cioè baccello. Il riferimento è alla tipica forma oblunga dei frutti.




domenica 9 aprile 2023

Buona Pasqua!


Quest'anno faccio mio le parole del Cardinale Zuppi per fare gli auguri di Buona Pasqua a  tutti. Questo dolce ha accompagnato la nostra colazione stamattina, insieme alle uova benedette, la colomba, il salame nuovo, dopo ovviamente averci lavato il viso con l'acqua benedetta della cottura delle uova. Condivido la ricetta perchè è davvero di una morbidezza unica, una ottima ricetta indicata per un festeggiamento all'altezza. Buona Pasqua!

"In questo anno, segnato da tanta violenza, l’annuncio pasquale porti al mondo intero gioia, luce e pace. Che il Signore risorto possa guidare sempre i nostri passi e accompagnarci sulla via del bene e della riconciliazione. "

OSTERZOPF (TRECCIA DOLCE DI PASQUA)

Ingredienti per 2 trecce:

600 g di farina 00
80 g zucchero
30 g lievito di birra
70 g burro
300 ml latte
3 tuorli d‘uovo
1 uovo intero
2 cucchiai di rum
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero vanigliato
Buccia di limone

Per la finitura:

1 tuorlo, granella di zucchero

Sciogliere il lievito nel latte leggermente intiepidito, aggiungete un pizzico di zucchero e lasciate lievitare per circa 15 minuti.In una terrina unite la farina, lo zucchero, lo zucchero vanigliato, il burro tagliato a pezzetti, l'uovo intero, i tuorli, la buccia di limone, il rum e il sale. Aggiungete il composto di lievito e latte, amalgamate bene il tutto, impastate con cura per almeno 10 minuti, in modo da ottenere un impasto liscio. Spolverare leggermente l'impasto con la farina, copritelo con uno strofinaccio e lasciatelo lievitare in un luogo tiepido fino a quando il suo volume non sarà raddoppiato (circa 30 minuti ma prolungare la lievitazione anche fino ad 1 ora se necessario).

Dividere l'impasto in 6 parti uguali e formate dei lunghi “salamini”; intrecciateli (3 per ogni treccia) in 2 trecce. Adagiatele su una teglia rivestita di carta da forno, coprite con uno strofinaccio e lasciate lievitare per altri 30 minuti (prolungare la lievitazione se necessario anche fino ad 1 ora).

Spennellate le trecce con tuorlo d'uovo e cospargetele di granella di zucchero. Cuocetele quindi in forno preriscaldato a 180°C fino a quando non saranno di un bel giallo dorato (circa 30 minuti, ma controllare prima di sfornare a seconda del proprio forno).

Una ricetta di: Martha Thaler - Maso Zmailerhof

Buona Pasqua!

 


Campane di Pasqua festose
che a gloria quest'oggi cantate,
oh voci vicine e lontane
che Cristo risorto annunciate,
ci dite con voci serene:

“Fratelli, vogliatevi bene!
Tendete la mano al fratello
aprite le braccia al perdono;
 nel giorno del Cristo risorto
ognuno risorga più buono!”
 (Rodari)

sabato 8 aprile 2023

Sabato Santo: benedizione delle uova.


Oggi sabato santo, giornata di attesa e nell'attesa non può mancare la tradizione di recarsi in chiesa per la benedizione delle uova che mangeremo a colazione la domenica mattina. Recatami in chiesa, nella mia chiesina (mia perchè tale me la sento) a Viadagola, sono stata ricevuta dall'immancabile Alfonso, diacono onnipresente sempre disponibile, ovvero quel tipo di persona che non si trova tanto facilmente. Sempre con il sorriso, sempre pronto, una sicurezza e un punto fermo nella comunità. Mi dispiace pensare che dopo lui ci sarà un vuoto difficilmente colmabile, ma intanto apprezziamo il suo prezioso operato ringraziando per la fortuna che abbiamo. Riporto alcune delle sue funzioni, come la preparazione della fonte battesimale per ricevere la nuova acqua per i battesimi

la benedizione delle uova

e l'altare adornato che ricorda il monte Golgota, dove Gesù viene crocifisso

Mi auguro che con l'impegno di tutti, si possano mantenere anche per i prossimi anni queste tradizioni che fanno parte della nostra storia e intanto non posso fare altro che ringraziare Alfonso per la sua disponibilità.




 

lunedì 27 marzo 2023

Torta di 24 uova casa Carini

 




Così chiamavano in casa di mio marito la torta di riso. Mi ritrovo a sfogliare questi quadernetti, dove certe ricette sono ancora in once Per una teglia normale ho diviso per tre le dosi. Ve la riporto esattamente come è scritta poi vi delucido sul procedimento.

Torta di 24 uova casa Carini

litri 3 di latte
2 hg e mezzo di mandorle dolci
1 hg e mezzo di mandorle amare
1,5 kg zucchero
scorzetta un etto e mezzo (candito cedro)
vaniglia mezzo etto
riso 4 hg
amaretti 6
spirito un quintino e mezzo (misto di strega, sassolino e mandorla amara
limone 1

Il riso va cotto soltanto alla mattina. Prima va lavato e asciugato con un tovagliolo e maccato con un bottiglia finissimo. Quando è cotto si vuota subito lo zucchero da caffè, finchè è caldo e poi si mette a raffreddare e poi si bolle le mandorle e poi si asciugano con un tovagliolo e poi si pestano finissime e poi si asciugano sul fuoco sopra a una latta con poco fuoco. Poi si pesta finissimo la scorzetta e gli amaretti, si sbatte le uova, non debbono fare tanto la schiuma.Poi si aggiunge la scorzetta e poi le mandorle, il limone grattato, gli amaretti, lo zucchero di vaniglia, poi si aggiunge il recipiente freddato di riso e zucchero, e lo spirito rimescolandolo molto perchè sia tutto uguale. Si unge la teglia di burro e pane grattato, la torta vuole grossa un dito e mezzo, vuole a cottura del pane, e se alza la sciopola si fora con un go e per capire quando è cotta si prende uno stuzzicadente e si pianta nella torta; deve venire su asciutto, si può aggiungere un bicchiere di latte e un uovo e un cucchiaio di zucchero e si unisce tutto insieme. E' buonissim lo stesso. Si può dire di mngare una buova torta, serve per 24 persone, anche di più (lo spirito corrisponde a 3 bicchieri) gr 50 di zucchero bruciato per litro.



Allora, ascoltate le spiegazioni orali ho capito il tutto: si lascia a bagno in acqua il riso per venti minuti, si asciuga, poi in mezzo ad un canovaccio si schiaccia con una bottiglia od un mattarello.


si mette a cuocere nel latte, poi a cottura ultimata si versa lo zucchero (nella quantità totale sono compresi i 150 gr di zucchero da caramellare). Si fa il caramello e si versa finchè è caldo nel riso cotto. Per il resto credo si comprenda tutto bene. Unica va

domenica 26 marzo 2023

Torta tre chiare di Santa Chiara

 

Questa torta la feci ad un corso di pasticceria. E' buona, diciamo calorica, ma buona. Posto la ricetta, se volete potete accompagnare le porzioni con panna montata non zuccherata. A me questo abbinamento piace molto.

TORTA 3 CHIARE DI S.CHIARA

300 gr mandorle
300 gr zucchero
3 chiare d'uovo
1 pizzico di sale
limone grattugiato
zucchero a velo q.b.
una puntina di lievito per dolci

Tostare pochissimo le mandorle, tritarle fini con un poco di zucchero e aggiungere gli altri ingredienti senza le uova. Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale e aggiungere al composto facendo attenzione di non smontare. Ungere uno stampo e cospargere di pane grattato. Versare il composto e infornare a 140 per 40-50 minuti. Freddare e spolverizzare con zucchero a velo.

lunedì 13 marzo 2023

Come si eliminano le macchie grasse


 COME SI ELIMINANO LE MACCHIE GRASSE

Macchie, incubo della donna di casa: nella battaglia che essa quotidianamente sostiene per mantenere pulita la casa, la biancheria, i vestiti, le macchie sono veramente nemiche irriducibili. E giusto riconoscere, d'altra parte, che qualche volta le macchie hanno dei formidabili alleati nel marito e nei figli...La smacchiatura, quindi, è uno dei problemi più importanti per la donna di casa: occorre iden- tificare la macchia, conoscere il trattamento da usarsi caso per caso, e infine eliminare le tracce e gli aloni. Ecco perché iniziamo, con questo capitolo, una vera e propria « enciclopedia della smacchiatu- ra»; sarà una rassegna, quanto più possibile esauriente e completa, dei vari tipi di macchie, del genere di smacchiatore che è opportuno usare, del relativo procedimento per farle scomparire. L'industria moderna, in questo campo, ha messo a disposizione della donna di casa nuovi ed efficacissimi prodotti che tendono a sostituire i tradizionali metodi adoperati dalle massaie del passato. Vediamo di approfittarne per sconfiggere nél modo più rapido queste acerrime nemiche.