domenica 30 ottobre 2011

Preparativi halloween: parrucca da strega fai da te

Ieri mattina, intanto che si preparava per andare a scuola,  la mia peste ha visto fare questa parrucca nel programma di Art Attak e ha deciso che doveva farsene una da sfoggiare domani sera. Bè devo dire che in effetti sembrano capelli da strega:-) brutti son brutti:))
E' facile, ci vuole solo tanta pazienza; la cosa più difficile è stato trovare la retina delle arance, che in effetto non ho trovato, ma ho rimediato con quella dei mandarini.
Per realizzarla occorre della lana colorata, una retina per le arance, volendo un uncinetto (è risultato più facile infilare la lana) e un pallone  della misura della testa (noi abbiamo usato quello da pallavolo, in trasmissione hanno usato un palloncino gonfiabile)
Prendere il pallone, posizionarvi sopra la retina. Tagliare i fili di lana il doppio della lunghezza desiderata, poi infilare il cappio dove è piegato nella retina
e passare il filo attraverso l'anellina in modo che formi il nodo ( è facile, è più difficile spiegarlo)

continuare finchè la parrucca non risulta abbastanza piena

Happy Halloween!

giovedì 27 ottobre 2011

Pane fatto in casa come una volta

E' tornato il frescolino e abbiamo riacceso la stufa, quindi si riprende a panificare. Non utlizzo il lievito di birra solitamente, ma il lievito naturale,che non ha bisogno di rinfreschi, ovvero la madre come la chiamavano una volta. La prima volta che vidi fare questo pane fu nel 2007 quando inaugurammo i laboratori per bambini nella Stalla e zia Franca ce lo fece. Sinceramente pensavo non sarebbe mai venuto del pane mangiabile, invece oltre ad avere una splendida sorpresa, da allora mi sono attenuta al suo metodo.
Per partire con questo tipo di lievito faccio un normale impasto di pane con il lievito di birra e ne tengo un pezzetto, su di un piattino coperto facendolo prima lievitare poi seccare.


Il giorno prima della panificazione o alla mattina presto prendo il panetto secco lo trito


e lo sciolgo subito in acqua calda (non troppa altrimenti dopo dovete impastare una grossa quantità di farina), diciamo appena copre le briciole.
Prendo la farina, rivesto una ciotola grande (una volta si metteva nella madia), premendo ben bene la farina contro le pareti in modo che non vi siano delle crepe dove il lievito possa passare,deve essere ben compatta, altrimenti se passasse, quando si va a lavorarlo si trovano dei pezzetti secchi che rovinano l'impasto. Vi si versa dentro il lievito ben caldo
lo si ricopre con altra farina riportando se basta quella ai lati della ciotola, oppure aggiungendone altra, quindi si fa la croce e si mette a lievitare coperto anche da panni se la temperatura non è molto calda, in modo che il lievito caldo messo dentro possa partire con la lievitazione.


Lo si lascia almeno 3-4 ore, 



poi si impasta con altra acqua calda
olio, sale, un bel cucchiaio di strutto


finchè non si ottiene un impasto sodo (questa la temperatura dell'impasto finito)


 ma non troppo duro. Quindi procedo alla formazione delle pagnotte prendendo un pezzetto di impasto







poi lascio lievitare. Al momento di infornare pratico un taglio sulla superficie

lo inforno a 220 gradi finchè è cotto

Questo era il formato di pane per tutta la famiglia. I cornetti finali venivano messi a seccare per essere poi dati ai bambini  per i dentini, in mezzo la mollica per le persone anziane che i denti ormai non avevano più.
Zia Franca racconta che il sabato venivano impastati 55 kg di farina, messi dentro la madia nella quale c'era un segno che indicava la quantità di farina da impastare, i 55 kg appunto. Per impastare questa quantità di farina si prendeva la madre che veniva conservata in un piatto grande tondo, che pesava circa un kg (impasto tenuto da parte dalla preparazione precedente), sciolta in acqua calda. Al venerdì sera si metteva la farina nella madia, si praticava un buco e veniva pigiato tutto intorno in modo che non vi fossero canali di acqua che avrebbero seccato il lievito, si faceva la croce sopra e si copriva con un telo, lasciando lievitare tutta la notte. Poi la mattina seguente si scaldava un caldernino di acqua e piano piano si impastava. Da questo impasto venivano ricavati 4 postini che venivano posti sotto la grama; era un'arte far girare bene l'impasto e lo si batteva per almeno 10 minuti ogni pezzo. Risultava un impasto morbido.Da ogni postone venivano formati 4 filoni che si continuavano a lavorare a mano e da cui si ricavavano i panetti, si modellavano grossi come un braccio e si posizionavano sul bordo del tagliere facendo sporgere dal  tagliere un pezzo grande  come il palmo della mano e si spezzava. Questa era la misura per formare i "panetti"  in modo che il pane risultasse tutto dello stesso peso e grande uguale onde evitare che in cottura ne rimasse o del crudo o del bruciato. Per le forme più grandi se ne facevano due misure un poco più piccole e si lavoravano insieme.


mercoledì 26 ottobre 2011

Mingòuna, ovvero ciambella con farina di castagne

La mingòuna (pare che non possieda un nome in italiano:-)) era una ciambella dura di quelle che venivano fatte in campagna una volta, in cui si sostituiva la farina di grano con quella di castagna  e si aggiungeva un poco più di burro in quanto  altrimenti sarebbe risultata molto dura. Zia Franca dice che quando c'erano si aggiungevano le noci e diventava squisita. Interrogando alcune persone del luogo, ho scoperto che in ogni casa la facevano, chi in teglia ma tipo castagnaccio grande, chi a mò di ciambella tenera. Insomma la farina di castagne e la minestra con le castagne (che venivano cotte come se fosse di fagioli) erano molto utilizzate, probabilmente per le calorie che davano nel freddo inverno.
Ho voluto farla, certo non è un dolce dei nostri tempi, è una ciambella da tocciare non da mangiare così, ha un sapore particolare, antico forse, insolito, però è gradevole.
La ricetta che ho seguito è quella della ciambella con il buco della mia nonna Enrichetta, raddoppiando la quantità di burro, eliminando gli aromi e sostituendo le farine. L'impasto non deve risultare tenero altrimenti in cottura non tiene la forma e si sa...non tutte le ciambelle nascono con il buco, ma questa, modestamente lo nacque:-)!

Mingòuna

Ingredienti

500 gr farina
2 uova
150 zucchero
1/2 cucchiaio di vaniglia
5 gr bicarbonato
15 gr cremore
200 gr burro
1/2 cucchiaio strutto
1/2 bicchiere di latte


Fare la fontana con la farina, aggiungere tutti gli ingredienti ed impastare. Dare la forma di ciambella, ritagliare con un coltellino affilato i bordi e cuocere in forno a 160-170 gradi per circa 30 minuti.Finchè è calda risulterà morbida, non muoverla per evitare di romperla. Raffreddandosi si indurirà. Tocciarla in un bel bicchiere di vino a fine pasto oppure nel latte la mattina.


martedì 25 ottobre 2011

Liquore liquirizia

Buonooo!! Non l'ho fatto io, me l'ha portato la mia amica di Parma, ma è buonoo!! peccato ormai sia finito, ma poi ho quello al cacao:-)
Sembra pure facile e veloce da fare, questo ve lo confermerò appena avrò comperato la liquirizia!.-)

Liquore liquiriza Liviana

Ingredienti

1 l alcool a 90°
1 kg zucchero
1 l acqua
250 gr liquirizia pure in caramelline

Tritare con il mixer la liquirizia. Versare l'acqua in una ciotola e aggiungervi lo zucchero rimescolando in modo che man mano si sciolga. Quindi aggiungervi l'alcool e la liquiriza. Versare in una bottiglia e chiudere. Attendere che si sia completamente sciolta la liquirizia e bere.

lunedì 24 ottobre 2011

Cotolette alla bolognese a modo mio

Erano anni che non le facevo, ieri, visto che mi è venuta a trovare Liviana,  la mia amica di una vita di Parma, dovevo presentare qualcosa che potesse competere con la loro cucina saporitissima e squisita. Pensa che te ripensa, mi sono decisa e le ho fatte, certo non saranno propriamente dietetiche, ma che buone! Almeno per me, ovviamente:-)!
Bella lotta culinaria rra Parma e Bologna, vorrei fare una fiera e vedere chi è la vincitrice...per me si finirebbe prima per scoppiare dal mangiare senza avere ancora deciso chi delle due sia la vincitrice....Culatello contro mortadella...
Le ho fatte a modo mio perchè ho utilizzato lombo di maiale e scamorza affumicata:-)

Cotolette alla bolognese a modo mio

Ingredienti

Fettine sottili di lombo di maiale
parmiggiano grattugiato
pane
uova
sale
prosciutto crudo
scamorza affumicata a fettine
strutto
brodo

Rimescolare il pane grattugiato con il parmiggiano e il sale. Sbattere le uova. Passare la fettina di carne nel pane grattugiato, poi nell'uovo, quindi ancora nel pane. Friggerle nello strutto, asciugarle e riporle in una padella grande. Posizionarvi sopra una fettina di prosciutto e una di formaggio. Versarvi un dito di brodo, coprire il tegame e fare andare finchè il formaggio non risulta fuso. Servire calde.

sabato 22 ottobre 2011

Pasta ai broccoli

Il broccolo è un ortaggio a me quasi sconosciuto, ovvero l'ho sempre visto sui banchi di verdura, ma non mi sono mai tentata ad acqusitarlo...fino a ieri. Ieri sono andata a far spesa dal mio contadino di fiducia e li aveva. Parlando con la signora denuncio tutta la mia ignoranza , quindi lei mi chiede se scherzo o meno e mi dice come fa lei la pasta che piace tanto a tutta la famiglia. Ho provato e devo dire che, un sapore un poco strano per me, però era buona e l'abbiamo mangiata tutti volentieri.

Pasta ai broccoli

Ingredienti

pasta formato piccolo
broccoli
sale
parmiggiano reggiano
burro o olio

Lavare i broccoli. Mettere sul fuoco l'acqua per la cottura della pasta e mettervi dentro i broccoli. Portare a bollore, poi quando bolle, salare e buttare la pasta. Quando cotta,scolare il tutto condire con abbondante parmiggiano grattugiato e burro o olio. Servire subito.

giovedì 20 ottobre 2011

E ora...auguri mamma!

Oggi abbiamo festeggiato la mia mamma. Non voleva una torta elaborata, navigando su internet, ho visto questa a forma di paste a cuore e mi ha subito convinto. Veloce da fare, buona da mangiare e carina anche da presentare.
Da tenere presente come torta dell'ultimo momento per un arrivo inaspettato di ospiti.

Fiore di sfoglia e mele

Ingredienti

1 confezione pasta sfoglia pronta
2 o 3 mele golden di medie dimensioni
150 gr ricotta
1 uovo
2 cucchiai di zucchero vanigliato

Tirare leggermente la pasta sfoglia, sagomarla a piacere. Rimescolare la ricotta con lo zucchero e l'uovo, quindi distribuire la crema sulla pasta sfoglia. Sbucciare e tagliare le mele sottili e disporle sulla torta. Infornare a 200 gradi in forno già caldo, per una ventina di minuti. Spolverare di zucchero a velo

martedì 18 ottobre 2011

Auguri Arzdoureina!

Oggi, San Luca,  la mia creatura compie una anno!! Mi auguravo di riuscire a gestire un blog, ma non ne ero tanto sicura, invece, pian pianino e con le mie possibilità eccoci qui! Festeggio con la torta che feci per Virginia in occasione del suo primo compleanno, un pan di spagna farcito con panna e cioccolata, devo dire che questa è una tra le torte che ho fatto che, nella sua semplicità,  mi è piaciuta di più. L'orsetto poi...le decorazioni sono fatte in fondente di zucchero. Anzi oggi voglio fare la vanitosa e metto pure lo zoom dell'orsetto.-)
Stasera festeggeremo come da tradizione a Bologna, con i marroni arrosti e il vino nuovo, e come regalo dedico questa zirudela che presentai l'anno scorso durante la festa del paese al concorso appunto di zirudéle
Per chi non la conoscesse, la zirudella   in dialetto bolognese zirudèla, è un caratteristico componimento umoristico dialettale tipico della provincia di Bologna . Lo spirito delle zirudelle è affine agli  stornelli,  ma la struttura tipica è ben caratterizzata da versi ottonari (l'accento  principale si trova sulla settima sillaba) con rima baciata, suddivisi in quartine, che iniziavano con la parola zirudèla e si concludevano con espressioni ripetitive come toc-e-dâi la zirudèla oppure tic e tac la zirudèla, spesso con accompagnamento musicale

Zirudèla d'la sdoureina
(Tiziana Dozza)

Zirudèla d’la zdoureina
Che un dè l’ira fangeina
C’la sugneva ed mariter
Un bel prenzip col capel.

 Mò un dè l’è dvintè granda
e dvintè dura l’aranga:
leva, stira fa da magner
e i fiu da pinser.

I dintein al filarein, la scola, 
tot i dè ai n’è una nova
Al marè al vin a cà stoff
E al taca a bruntler dnanz a l’oss.

 Che fadiga, che stancazza 
par la nostra prinzipassa!
La sira l’è matura 
Tant’è che a let l’anvanza dura

Mo premma ed durmir
la pansa a lo so famaja, 
a so marè, ai fangein 
ch’i magnan dnanz al camein

I scorran, i reddan, i’en feliz!  
As sa duv as magna As taragagna
Mo invatta al lour vis 
ai’è sampar al suris 

E la stoffa sdoureina
s’arcorda quand da fangeina
La pinseva ed marider
Al prenzip col capel

Po’ l’as dis fra se e se
Aprev vlair piò d’acse? 
E l’asindurmainta col suris
E la sent in paradis

Que la finess la nostra sturiela
Toc e dai la zirudela

Traduzione (perde la rima)

zdoura:"reggitora o reggitrice". Il termine stava ad indicare, negli anni che furono, la classica donna/padrona di casa factotum della famiglia patriarcale.

Zirudella della  zdoureina
che un giorno era una bambina
che sognava di sposare un bel principe con il cappello.

Ma un  bel giorno diventò grande
e diventò dura la vita:
lava, stira fa da mangiare
e i figli a cui pensare

I dentini, i filarini, la scuola
tutti i giorni ce n'è una nuova
Il marito viene a casa stanco
e inizia a brontolare da sull'uscio

Che fatica, che stanchezza
per la nostra principessa!
Alla sera è matura
tanto è che sul letto si addormenta subito

Ma prima di dormire
pensa alla sua famiglia
a suo marito, ai piccoli
che mangiano davanti al camino.

Parlano, ridono, son felici
si sa, dove si mangia si discute,
ma nel loro viso
c'è sempre il sorriso

E la stanca zdoureina
si ricorda quando da bambina
sognava di sposare
il principe con il cappello

Poi si dice fra se è se
potrei volere più di cosi?
Si addormenta con il sorriso
e si sente in paradiso

Qui finisce la nostra storiella
toc e dai la zirudèla!


Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.

sabato 15 ottobre 2011

Un dolce salvadanaio: auguri papà!

Oggi abbiamo festeggiato il mio papà, non sapevo che torta fare, poi ho visto questa girando in internet. Certo quella che avevo vista era più bella, però tutto sommato sono abbastanza soddisfatta. Avevo pensato di farla tipo zuccotto, poi però mi è stata ventilata l'ipotesi che potesse spanciare, così ho ovviato con il solito riso soffiato, che per altro non ne rimane mai una briciola. Ho seguito la solita ricetta, poi ho sagomato finchè caldo, aggiungendo due palline di riso sul viso e un poco sulla fronte poi fatto riposare una notte in frigorifero e quindi ricoperto con mmf. Visto i tempi, mi sa che bisogna accontentarsi delle monete dolci:-).
Devo confessare che mio babbo è rimasto un pò basito dal maialino...:-))
Auguri papà!!

giovedì 13 ottobre 2011

Granarolo in Festa 2011: bimbi in sfoglia!



In questi giorni sono stata molto impegnata e non sono riuscita ad aggiornare il blog . Ci tengo a raccontare la festa tenutasi il fine settimana scorso . A Granarolo, la seconda domenica di ottobre è la festa della Madonna e in questa occasione si è sempre tenuta la sfilata con l'Immagine per la via centrale del paese. Poi, nel 1987, si è deciso di festeggiare anche in modo non prettamente religioso, con negozi addobbati, celebrazioni varie, banchetti per le strade del paese. Diciamo che ultimamente la festa ha assunto quasi totalmente un aspetto solo commerciale, mentre fino a qualche anno fa, ci si poteva trovare animali quali mucche, conigli, galline, che facevano felici i bambini soprattutto quelli che arrivavano dalla limitrofa Bologna., ora sostituiti con giostre e attrazioni varie tutte a pagamento:(. Quest'anno la novità è stata il ristorante dedicato al 150esimo anniversario dell'Unità Nazionale. La festa è iniziata il venerdì con una serata dedicata alla Spagna, poi è proseguita sabato nel pomeriggio con una caccia al tesoro, completamente grautita, organizzata dalla Banca del Tempo La Clessidra. A mio parere  una bellissima iniziativa, non apprezzata come dovrebbe, che offre ai giovani una opportunità per stare insieme, camminare e conoscere il territorio e, perchè no, sviluppare anche un pò di intelletto. La mia peste l'ha fatta ed è stata felicissima, si è divertita tantissimo e si augura che potrà ripetersi anche il prossimo anno.
Un momento della caccia al tesoro



Poi in serata la festa è proseguita con banchetti e manifestazioni di orchestre e cantanti lungo la via San Donato


una nuova giostra, simpatica anche se un poco costosetta



e la serata è terminata con i fuochi artificiali e i giochi di luce.
Per quanto riguarda la domenica, non so dire molto sulle celebrazioni, perchè ci siamo dedicati al nostro laboratorio di sfoglia per bambini , ovviamente anche ai tortellini che sono d'obbligo in questa domenica:-), e devo dire che ha riscosso un grande successo (certo per le nostre attrezzature). Sono venuti diversi bambini, alcuni anche da Bologna e vedere il loro viso soddisfatto, dopo aver tanto lavorato, nel gustare quanto da loro prodotto ci ha ripagato di tutte le fatiche.
Ringrazio le mie zie per essere venuta ad aiutarmi, zia Anna , la zia di mio marito , la mia peste che anche lei ha insegnato ai piccoli e per ultima,ma non ultima mia cognata che mi ha assistito durante tutta la preparazione della giornata.
Questo è il grembiule che avevamo affisso all'entrata disegnato da Loretta, bravissima!! e scritto da mia cognata. La foto non rende quanto carino era!



la tavola pronta che attende i bambini



i primi bambini



la fontana di farini



la prima rottura di uovo:-)



l'impasto





la conoscenza del mattarello






le sfoglie tirate






gli "strichetti"







la pentola che bolle


e la degustazione di quanto preparato






e dopo il primo turno, al via il secondo! cinque bravissimi maschietti che si sono divertiti al punto che uno ha detto che non vedeva l'ora di tornare a casa per scrivere tutto quello che aveva fatto sul diario in modo che la maestra il giorno dopo potesse leggerlo! non voleva dimenticare niente!:)






E' stata proprio una bella esperienza!