lunedì 22 luglio 2013

Braccialetti "a punto croce"

Questi bracciali sono più complicati a spiegare che a farli. Si tratta di infilare della coda di topo o altro cordoncino nelle maglie della catena in modo da formare un punto croce. Per delle ragazze sono molto carini. Per fare questi occorrono tre pezzi di catena lunghi 21 maglie e il cordoncino, anelline di ferro e chiusura. Metto i passaggi così è più chiaro.
Prendere le tre catene e posizionarle in verticale facendo passare il cordone nel primo loro buco
poi iniziare con un capo portandolo dentro al buco della catena centrale
poi proseguire con l'altro capo. Si possono anche lavorare prima una fila poi l'altra. All'inizio il lavoro risulterà un attimo complicato perchè la catena si muove, poi pian piano si fissa.
finito la "riga" si gira il lavoro e si ripete formando il punto croce
al termine portare i due fili al centro e fare un nodo, facendolo poi passare sotto alle altre maglie in modo da fissare il lavoro

procedere quindi a posizionare le anelle e la chiusura. Il bracciale è pronto!

domenica 21 luglio 2013

Ghiaccioli alla nutella


Ieri sera sono venuti i nostri amici e visto il caldo ho pensato di fare questa prova. La Nutella si adatta sempre a tutte le stagioni, ho pensato, perchè non provarla in versione estiva? Sono buoni, l'unico difetto che ho riscontrato se così si può chiamare, è che si sciolgono in fretta. La prossima volta che li farò, perchè li rifarò, metterò più nutella per farli un poco più densi. Buoni e veloci.

Ghiaccioli alla nutella

Ingredienti
(x  6 ghiaccioli)


140 gr di Nutella
180 gr di latte condensato
1,5 dl di latte intero
un pizzico di sale e di vanillina
delle formine in plastica per fare i ghiaccioli
 
Prendere tutti gli ingredienti e versarli in un mixer. Amalgamare bene e se il composto risulta essere troppo liquido aggiungere un pò di Nutella, se invece è troppo denso aggiungere del latte intero.
Quando gli ingredienti risultano essere ben amalgamati, lasciare riposare il tutto per qualche minuto, fino a quando la schiuma che si forma in superficie non si assorbe del tutto.
Prendere a questo punto le formine dei ghiaccioli e versiarci dentro il prodotto.

Mettere il tutto nel freezer  in posizione verticale per qualche ora.

giovedì 18 luglio 2013

Pasta da rosticceria



Ieri avevo dei wurstel in frigorifero che erano vicini alla scadenza, non faceva troppo caldo, anzi era un poco ventilato, ho quindi deciso di rispolverare questa ricetta. Si tratta di una pasta molto versatile, buona per i panini, per salatini e per pizzette e anche cornetti, ciambelloni farciti e trecce.Avete presente le pizzette ultramorbidissime di alcune rosticcerie? Quelle che mangiate anche dopo 24 ore continuano ad essere ultra soffici e non diventano dure e gommose? Sono queste.

Pasta da rosticceria di Rò  

Ingredienti

1 kg farina  
 100 gr zucchero  
 100 gr strutto  
 30/35 gr di sale  
 40/50 gr lievito di birra  
 400/430 gr di acqua  

impastare il tutto e far lievitare due ore.  Poi farcirli a piacere.Fare rilievitare spennellando ogni tanto con latte e uovo. Cuocere in forno (non c'erano indicazioni io li ho cotti a 180 gradi) .Per le pizzette stendere con il mattarello a 5/7 mm di spessore e coppare con un coppapasta e adagiarle su teglia coperta di carta forno. Far lievitare ancora per circa un'ora, farcire e infornare a 180° fino alla doratura (le mie sono state circa 7/8 minuti) .

domenica 14 luglio 2013

13 Luglio: Santa Clelia Barbieri

Ieri sera, dopo tanti che abbiamo gli amici che abitano a Le Budrie, siamo riusciti ad andare alla celebrazione della festa di Santa Clelia. Ci avevano detto che era festa grande, che c'era tanta gente, ma mai avrei immaginato quanta. Devo fare i complimenti per l'organizzazione, tutto perfetto! Sembrava una cerimonia da film. Bella davvero!
La cerimonia è stata ufficiata dal Cardinale Arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra.

Clelia Barbieri nacque il 13 febbraio 1847 nella contrada volgarmente chiamata le "Budrie", appartenente civilmente al comune di S. Giovanni in Persiceto (BO),  da Giuseppe Barbieri e Giacinta Nannetti.
I genitori erano di censo diverso: Giuseppe Barbieri proveniva dalla famiglia quasi più povera de Le Budrie , mentre Giacinta dalla famiglia più in vista; lui garzone dello zio di Giacinta, medico condotto del luogo, lei la figlia di Pietro Nannetti benestante.
Per il matrimonio contro corrente, Giacinta benestante sposò la povertà di un bracciante e da una casa agiata passò ad abitare nella umilissima casetta di Sante Barbieri, papà di Giuseppe; tuttavia si costituì una famiglia cementata sulla roccia della fede e della pratica cristiana.
Al battesimo amministratole lo stesso giorno della nascita, per espresso volere della mamma, la neonata ricevette i nomi di Clelia, Rachele, Maria.
La mamma insegnò precocemente alla piccola Clelia ad amare Dio fino a farle desiderare di essere santa. Un giorno Clelia le domandò: " Mamma, come posso essere santa "? Per tempo la Clelia imparò pure l'arte del cucire, di filare e tessere la canapa, il prodotto caratteristico della campagna persicetese.
All'età di 8 anni, durante l'epidemia colerica del 1855 Clelia perdette il babbo. Con la morte del babbo, per generosità dello zio medico, la mamma, Clelia e la piccola sorellina Ernestina passarono ad abitare in una casa più accogliente vicino alla chiesa parrocchiale.
Per Clelia le giornate divennero più santificate. Chiunque avesse voluto incontrarla poteva trovarla immancabilmente o a casa, a filare o cucire, o in chiesa a pregare.
Sebbene era nell'uso del tempo accostarsi per la prima volta alla Comunione quasi adulti, Clelia per la sua precoce preparazione catechistica e spirituale vi fu ammessa il 17 giugno 1858, a soli undici anni.
Fu un giorno decisivo per il suo futuro, perché visse la sua prima esperienza mistica: contrizione eccezionale dei peccati propri e altrui.
Premette su di lei l'angoscia del peccato che crocifigge Gesù e addolora la Madonna.
Dal giorno della prima Comunione, il Crocifisso e la Madonna Addolorata ispireranno la sua spiritualità.
In pari tempo ebbe una intuizione interiore del suo futuro nella duplice linea contemplativa e attiva.
In adorazione dinanzi al Tabernacolo appariva come una statua immobile, assorta in preghiera; a casa era la compagna maggiore delle ragazze costrette al lavoro. Con maturità precoce all'età trovava nel lavoro il suo primo modo di rapporto con le ragazze, poiché alle " Budrie " il lavorare, specialmente la canapa, era l'unica fonte per tirare avanti la vita.
Ma Clelia vi aggiungeva qualcosa che nell'ambiente era particolarmente suo: lavorare con gioia, con amore, pregando, pensando a Dio e addirittura parlando di Dio.
Cammina nell'amore, si dà tutta all'Amore, senza risparmio. Dimentica il suo corpo, anzi lo ignora. È felice di appartenere al Signore e la sua felicità sta appunto nel non avere altro pensiero che Lui. Qualcosa però la spinge ad andare verso gli uomini, quelli più miseri e bisognosi, che aspettano una testimonianza di carità.
Una fede ardente la consuma e sente che " deve andare " dividere e distribuire se stessa alle creature del suo Signore. Adora la solitudine che le consente di concentrarsi alla ricerca del pieno possesso di Dio, ma esce dalla sua casa, si lancia nel mondo, forzata dalla carità.
Nella Chiesa bolognese, per combattere la noncuranza religiosa, specialmente degli uomini, vi erano gli " Operai della dottrina cristiana". A Le Budrie  il gruppo era animato da un maestro molto anziano.
Clelia volle essere e fu Operaia della dottrina cristiana. A Le Budrie  la catechesi si rinnovò col suo inserimento che trascinò pure altre compagne di uguali sentimenti.
Al principio Clelia fu ammessa come sotto maestra ed era l'ultima ruota del carro, ma ben presto rivelò insospettate capacità tanto che gli stessi anziani si facevano suoi discepoli.
Respinte non poche lusinghiere proposte di matrimonio, la comitiva di ragazze che facevano capo a Clelia concepì la prima idea di un nucleo di giovinette votate alla vita contemplativa e apostolica; un servizio che doveva scaturire dall'Eucarestia, doveva consumarsi nella Comunione quotidiana e sublimarsi nella istruzione dei contadini e dei braccianti del luogo.
L'idea non poté realizzarsi subito per le vicende politiche dopo l'unità d'Italia del 1866-67. Si poté attuare il 1° maggio 1868 allorché, sopite le questioni ambientali e burocratiche, Clelia con le sue amiche poterono ritirarsi nella casa cosiddetta del maestro, ove cioè fino allora si erano radunati gli Operai della dottrina cristiana.
Fu l'inizio umile della famiglia religiosa di Clelia Barbieri che i superiori in seguito chiameranno " Suore Minime dell'Addolorata ".
Dopo il ritiro delle ragazze nella " Casa del maestro " cominciarono fatti straordinari, come altrettanti attestati della Provvidenza a favore della piccola comunità che altrimenti non avrebbe potuto perseverare. Essi venivano propiziati dalle sofferenze fisiche e morali di Clelia nella notte oscura dello spirito e nelle umiliazioni più incomprensibili da parte di persone che avrebbero dovuto invece comprenderla.
La sua fede però era sempre proverbiale come pure il suo raccoglimento nella preghiera.
Nel ritiro delle " Budrie " si respirava un clima di fede, una vera fame e sete di Dio, un istinto missionario pieno di creatività e di fantasia, affatto poggiato sopra i mezzi organizzativi che mancavano. Clelia ne era l'anima.
A poco a poco la gente vide Clelia in un ruolo di guida, di maestra nella fede. Cominciarono così, nonostante i suoi 22 anni, a chiamarla " Madre ". La chiameranno così fino alla morte che avverrà prestissimo.
La tisi che l'accompagnava subdolamente, esplose violenta appena due anni dopo la fondazione.
Clelia morì profetizzando a colei che la sostituirà: " Io me ne vado ma non vi abbandonerò mai ... Vedi, quando là in quel campo d'erba medica accanto alla chiesa, sorgerà la nuova casa, io non ci sarò più... Crescerete di numero e vi espanderete per il piano e per il monte a lavorare la vigna del Signore. Verrà giorno che qui alle " Budrie " accorrerà tanta gente, con carrozze e cavalli... ".
E aggiunse: " Me ne vado in paradiso e tutte le sorelle che moriranno nella nostra famiglia avranno la vita eterna ... ". La morte la colse nella soddisfazione di andare incontro allo Sposo verginale, il 13 luglio 1870.
La profezia di Clelia in morte si è avverata.
La Congregazione delle Suore Minime dell'Addolorata si è sviluppata e si sviluppa. E' diffusa in Italia, in India, in Tanzania. Con i suoi 23 anni, al giorno della morte, Clelia Barbieri può dirsi la fondatrice più giovane della Chiesa.
Il 22 febbraio 1955 da Pio XII venne riconosciuta l’eroicità delle virtù. Il 27 ottobre 1968 da Paolo VI fu proclamata Beata. Il 9 aprile 1989, da Giovanni Paolo II viene proclamata Santa alla Chiesa universale.
L'inizio della Cerimonia



Alcuni momenti




 
 

sabato 13 luglio 2013

Orecchini all'uncinetto

La mia peste ha realizzato questi orecchini per un'amica. Sinceramente non mi entusiasmavano prima che li facesse, invece visti finiti e indossati mi hanno fatto cambiare idea. Sono molto veloci da fare e carini davvero.
Orecchini a margherita

Cotone e uncinetto 1,25

Primo giro: 5 catenelle e chiudere con maglia bassissima
Secondo giro: 14 punti alti, chiudere con maglia basssissima
Terzo giro: una catenella, due maglie alte sul punto successivo, una catenella fissata con maglia bassissima sul punto seguente.
Girare e fissare con maglia bassissima. Fare delle catenelle della lunghezza desiderata e terminare.
Procedere così anche per le altre due margherite. Unirle attraverso una perlina e fissarla alla monachella.


mercoledì 3 luglio 2013

Pizzette di melanzane


In realtà non sapevo come chiamarle. E' un piatto unico che mi sono preparata ieri a pranzo, in quanto a casa da sola e avevo una melanzana che stava diventando brutta.
A me è piaciuto, niente di trascendentale, però buonino buonino.

Pizzette di melanzane

Ingredienti

1 melanzana grossa 
concentrato pomodoro
basilico e origano
sale
mozzarella
olio


Tagliare le melanzane a fette non troppo sottili, circa 1 -1,5 cm di spessore. Mettere con il sale le melanzane e far fare l'acqua. Mettere la conserva di pomodoro sul fuoco con foglie di basilico e un filo di olio. Fare andare a fiamma bassa. Salare a piacere. Prendere le fette di melanzane, asciugarle e metterle in padella per qualche minuto con un filo di olio, rigirandole. Scolarle e posizionarle su una pirofila da forno; prendere il pomodoro e spalmarlo sopra alle fette come se fosse una pizza

mettere in forno a 180 per circa venti minuti, poi adagiarvi sopra le fettine di mozzarella e rimettere dentro per altri 10-15 minuti.
Buone sia calde che fredde.

lunedì 1 luglio 2013

Zucca fritta

In realtà si tratta di zucchine, però la ricetta è di Nonna Michela, lei la chiamava così e io mi attengo a quanto diceva.
Io le ho preparate con zucchine grosse ma non troppe, ci vorrebbero quelle ancora più grosse, diciamo quelle "scappate", ma questo contorno viene delizioso in ogni caso.
E' semplicissimo, io ho avuto la fortuna di vederle fare da lei e cerco di copiarla nei minimi dettagli, in ogni caso è davvero facile. Le dosi sono rigorosamente ad occhio. L'unica è provarle e adattarle ai propri gusti.
Fa parte di quei piatti economici di una volta, dove non si buttava nulla, per l'appunto nemmeno le zuccone grandi :). E quel che ne risulta ...si litiga in tavola:-).

Zucca fritta
 
 
Ingredienti
 
zucchine verdi grosse
olio
sale
pepe
aceto
 

Affettare le zucchine non troppo finemente, diciamo a circa un cm o poco meno di spessore. Mettere in un tegame, meglio se anti aderente, abbastanza olio extra vergine, farlo scaldare, quindi versarvi le zucchine. Fare andare a fuoco vivace per 15- 20 minuti mescolando, salare. Poi coprire ed abbassare la fiamma. Far cuocere un'oretta o anche un po' di più girando ogni tanto. Quando sono quasi cotte, pepare e aggiungere una bagnata di aceto che si fa evaporare. Sono buone sia calde che fredde.