giovedì 9 febbraio 2023

Donna greca periodo ionico


 La donna greca (periodo ionico)

COSTUME

Osserviamo questo volto: in esso c'è tutta la poesia e la bellezza delle donne greche. Forse è un'ateniese, bella e dolce come la sua città. Ha la voce argentina, i capelli d'oro, è intelligente, è cosciente del suo fascino e se ne sa valere. La donna greca intorno al V secolo a.C. rappresenta una società raffinata ed è l'espressione di uno dei momenti più felici della civiltà umana: « l'età d'oro » della Grecia

L'ELEGANTE "CHITON"

Intorno al V secolo a.C. la donna greca portava una tunica di lino che scendeva fino ai piedi, il « chíton». Si trattava di una lunga veste formata da un panno rettangolare senza ripiegature e senza aperture laterali; sulle spalle e sulle braccia non era cucita, ma piccole fibule o una serie di cammei provvedevano a tenere accostati i lembi formando una graziosa ed elegante guarnizione. Per fare aderire il chiton al busto la donna greca usava un cordoncino incrociato davanti e dietro e legato in vita. Talvolta il chiton era pieghettato, talvolta era rialzato sulla cintura per formare uno sbuffo chiamato «kólpos». Sotto il chiton la donna greca incominciò in quel periodo a portare una sotto-tunica corta, il « chitónion »: in casa, indossava solo questa specie di sottoveste che le lasciava maggior libertà di movimenti.

LA MANTELLINA

Elemento complementare del chiton, era il diplóide »: un ampio telo rettangolare, piegato nel senso orizzontale quasi a metà: veniva fatto passare sotto una ascella e ricongiunto al di sopra della spalla opposta. Basterebbe l'uso di questa specie di mantellina per dare l'esatta idea dell'innata eleganza delle donne greche: infatti tutta l'abilità consisteva nel gettare con falsa semplicità i lembi del diploide sulla spalla in modo che le pieghe ricadessero armoniosamente. Bastava un gesto, ma dettato da una seco- lare abitudine di eleganza. Al posto del diploide le donne greche indossavano spesso l' imàtion, un classico mantello che poteva servire anche da copricapo e che avvolgeva tutta la persona.

CAPELLI BIONDI NATURALI E NO

La bella ateniese era bionda. Se i suoi capelli erano naturalmente scuri venivano ben presto tinti in biondo oro, quando non erano addirittura finti e comperati nell'isola di Lesbo, famosa per la fabbricazione delle parrucche. Venivano raccolti sulla nuca con un nodo falsamente negligente; talvolta una benda di lana o una fascia di metallo prezioso, poste alte sulla fronte, erano legate dietro la nuca. Spesso queste decorazioni avevano l'aspetto e la lavorazione di veri e propri diademi.

GIOIELLI, SPECCHI E VENTAGLI

Caratteristici di questo periodo erano degli aghi particolari ehe servivano per raccogliere i capelli sulla nuca: erano lunghi parec- chi centimetri, fatti d'avorio, osso o metalli preziosi e terminavano all'impugnatura con la figurina di qualche divinità. Ogni dama possedeva specchi di bronzo o argento, pietre montate in oro per le orecchie, serpi in oro per le braccia, monili per il collo, per le caviglie e per le braccia. Verso il V secolo comparvero i ventagli, certo fra gli oggetti meno utili ma di più lunga vita nella storia del costume. Erano di mirto,di acacia, di foglie di platano e, più tardi, di materiali preziosi.



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