giovedì 31 marzo 2011

Coniglietto pasquale

Questo lavoretto l'ho fatto prima con la mia peste, poi con i bambini dell'oratorio; il risultato è stato la loro piena soddisfazione nel realizzarlo. Occorre un vasetto di terracotta , una pallina di polistirolo, una perlina per il nasino, degli scovolini per pipa bianchi  un pò di plastilina, nastro raso coloarto, colore bianco acrilico e colla vinilica o a caldo.
Si procede dipingendo di bianco il vasetto facendolo asciugare bene. Nel frattempo si incolla la perlina sulla pallina di polistirolo e si disegna il viso del coniglietto. Poi nella cima della pallina si attaccano due pezzettini di scovolino piegato in modo da formare le orecchie lunghe.Nel frattempo si sarà asciugato il vasetto, riprenderlo, capovolgerlo e mettere un pò di colla in cima posizionandovi la testa. Lasciare asciugare. Incollare altri due scovolini nei fianchi del vasetto; uno ripiegarlo su se stesso per un centimetro e posizionarvi sopra un ovetto di plastilina del colore preferito.Se si preferisce fissarlo con colla. Per coprire la giuntura della pallina al vaso, prendere un nastrino e  girarlo come una sciarpina e fissarlo un fiocchetto.
Buon lavoro!

mercoledì 30 marzo 2011

Congratulazioni Dottoressa Federica

Chi è Federica? Federica è la più bella dottoressa in scienze delle comunicazioni che conosco!!:-)E' la prima bimba che mi ha girato per casa, è la prima bimba a cui ho comperato il mattarellino e ho dato il mio asse di legno da pestare la carne come tagliere....è la bambina che a tre anni, intanto che scendevamo dalle scale mi ha detto che quel giorno, all'asilo, aveva fatto l'amore con il suo fidanzato, facendomi quasi rotolare giù...è la bimba, che dopo aver rotto un volantino pubblicitario ed essere stata ripresa da mio marito, si volse verso di me e mi disse: "santo cielo non avete nemmeno un pò di scotch in questa casa?"
E' la bimba che ho tenuto alla Cresima...insomma...ormai non è più una bimba, ma una bellissima dottoressa!
Ieri ho avuto l'onore di presenziare alla sua laurea e mi ha reso molto felice l'esserci stata, ma soprattutto vedere quella luce di felicità nei suoi occhi. Una splendida soddisfazione!
Cosa posso augurarle? ogni bene che si possa desiderare, sia nel campo del lavoro, che in quello affettivo.


CONGRATULAZIONI DOTTORE!

e non c'è festa che si rispetti nel bolognese, che non sia accompagnata dalla "Torta", ovvero la torta di riso.
Questa è quella che ha fatto la sua nonna per lei ieri e che vi posto la ricetta. Faccio una premessa: questa era la torta che facevano in casa di mio marito (la nonna di Federica è la zia di mio marito). E' una ricetta molto vecchia, tratta da un quadernino con misure in once. Vi  metto la ricetta poi le spiegazioni.


Torta di 24 uova

Ingredienti

litri 3 di latte
2 hg e mezzo di mandorle dolci
1 hg e mezzo di mandorle amare
1,5 kg zucchero
scorzetta un etto e mezzo (candito cedro)
vaniglia mezzo etto
riso 4 hg
amaretti 6
spirito un quintino e mezzo (misto di strega, sassolino e mandorla amara)
limone 1

Il riso va cotto soltanto alla mattina. Prima va lavato e asciugato con un tovagliolo e maccato con un bottiglia finissimo. Quando è cotto si vuota subito lo zucchero da caffè, finchè è caldo e poi si mette a raffreddare e poi si bolle le mandorle e poi si asciugano con un tovagliolo e poi si pestano finissime e poi si asciugano sul fuoco sopra a una latta con poco fuoco. Poi si pesta finissimo la scorzetta e gli amaretti, si sbatte le uova, non debbono fare tanto la schiuma.Poi si aggiunge la scorzetta e poi le mandorle, il limone grattato, gli amaretti, lo zucchero di vaniglia, poi si aggiunge il recipiente freddato di riso e zucchero, e lo spirito rimescolandolo molto perchè sia tutto uguale. Si unge la teglia di burro e pane grattato, la torta vuole grossa un dito e mezzo, vuole a cottura del pane, e se alza la sciopola si fora con un go e per capire quando è cotta si prende uno stuzzicadente e si pianta nella torta; deve venire su asciutto, si può aggiungere un bicchiere di latte e un uovo e un cucchiaio di zucchero e si unisce tutto insieme. E' buonissim lo stesso. Si può dire di mngare una buova torta, serve per 24 persone, anche di più (lo spirito corrisponde a 3 bicchieri) gr 50 di zucchero bruciato per litro.
Allora, ascoltate le spiegazioni orali ho capito il tutto: si lascia a bagno in acqua il riso per venti minuti, si asciuga, poi in mezzo ad un canovaccio si schiaccia con una bottiglia od un mattarello.
si mette a cuocere nel latte, poi a cottura ultimata si versa lo zucchero (nella quantità totale sono compresi i 150 gr di zucchero da caramellare). Si fa il caramello e si versa finchè è caldo nel riso cotto. Per il resto credo si comprenda tutto bene. Unica variazione: il liquore l'ho versato da cotto.

lunedì 28 marzo 2011

Salsina di prezzemolo

Questa salsina me l'ha insegnata Cinzia, la cugina di mio marito:-), diceva che loro ne mangiavano quantità industriali. Venerdì sono andata a far spesa e ho chiesto a mia figlia di prendere un pò di prezzemolo...me ne ha imbustato mezzo chilo...cosa ci faccio penso io? poi mi ricordo della sua segnalazione e mi decido a farla. Bè ieri, nonostante non sia ancora insaporita per benino, ne abbiamo mangiato quasi un vasetto. Cinzia sostiene che sia buona con le carni, io l'ho messa anche in una tigella con il prosciutto e devo dire che male non stava.
Semplice da fare, ha un pò di tempi lunghetti per l'asciugatura del prezzemolo. Si mantiene in frigorifero per due o tre mesi (se ci arriva).

Salsina di prezzemolo

Ingredienti

prezzemolo
sale
olio di oliva
aglio

Pulire il prezzemolo, lavarlo bene e stenderlo su di un canovaccio ad asciugare per almeno un giorno e mezzo avendo cura di rigirarlo spesso e magari di cambiare il canovaccio se bagnato

Una volta asciutto tritarlo fine (io ho usato il coltello, Cinza fa tutto in robot, mettendo il prezzemolo, l'aglio e l'olio e frullando insieme)


riporre in un vasetto ben pulito e asciutto e aggiungere l'aglio tritato (per ogni vasetto ne ho messo due spicchi) e il sale (un mezzo cucchiaino abbondante)

Ricoprire di olio di oliva avendo cura che copra bene il prezzemolo

Chiudere e conservare in frigorifero. Ottimo per accopagnare carni rosse o bianche e come ho detto anche come farcitura per panini o tigelle. Con mezzo chilo di prezzemolo mi sono venuti 2 vasetti da 500 ml.


Buon appetito!

domenica 27 marzo 2011

Le peschine della mia amica Tiziana

Queste peschine me le ha portate la mia amica...cosa hanno di speciale? non so, dovrei riassaggiarle. So che sono come le ciliege, una tira l'altra e l'altra e l'altra...sono un rigenerante dell'umore, direi che rientrano nei dolci semplici, forse oggi un pò snobbati, ma vale proprio la pena di riscoprirli.

Peschine Tiziana

Ingredienti

1 kg farina
2 etti burro
4 etti zucchero
50 gr vaniglia
4 uova
dose per dolci da un chilo
zucchero a velo
alchermes

Mescolare tutti gli ingredienti e ricavare delle palline di grandezza circa uguale, Posizionarle su una placca da forno tenendo presente che crescono. Cuocere a 160 gradi per 15-20 minuti. Farle raffreddare e scavarle un poco con la punta di un coltellino. Farcirle con panna montata e unirle due a due. Pennellarle con alchermes e cospargervi sopra dello zucchero a velo. Conservarle in frigorifero.
Buon appetito!

venerdì 25 marzo 2011

Venerdì di quaresima: sogliola alla mugnaia

Come tutti i venerdi di quaresima mi astengo dal mangiare carne. Oggi ho preparato queste sogliole, l'unico problema è che non riesco mai a regolarmi con le quantità, infatti ne ho acquistate quattro e per tre persone devo dire che non è molto, però un pò di dieta non fa mai male:-).
E' una ricetta davvero semplice, basta pensare che riesco a cucinarla pure io, che per me il pesce sta bene nell'acqua:-), mi disse comeprepararle Stefania Clegg qualche anno fa e non l'ho fatta mia.

Sogliola alla mugnaia

Ingredienti

sogliola
burro
limone
farina
sale

Pulire la sogliola, lavarla e infarinarla, scuotendo bene la farina e passarla in padella antiaderente con poco burro. Farla cuocere per 3-4 minuti, girarla con delicatezza e lasciare altre 4 minuti. Appoggiarla su di un piatto e tenerla al caldo. Pulire la padella con carta da cucina, mettere una nocedi burro e il succo di un limone, quando sciolto aggiungere la sogliola per qualche istante e servire.
Buon appetito!

Primavera, esplosione di suoni e colori!

Gli uccellini deliziano il mio risveglio già da qualche giorno, ora però anche la vegetazione  risplende. Ieri ho fatto un giro nel mio giardino e mi sono ritrovata questa splendida esplosione di colore che riempie il cuore di gioia e fa capire quanto perfetta e meravigliosa è la natura. Peccato non abbiamo mai tempo per potere apprezzare i regali che ci dona, che voglio condividere con voi.
Il rusticano pieno pieno di fiori
il rusticano è un albero, per chi non lo conoscesse, detto anche mirabolano, a foglia caduca, folto, con chioma tondeggiante che può raggiungere i 5-7 metri di altezza.In marzo si riempie di fiori bianchi larghi 1.5-2 cm (è una delle prime specie a fiorire in primavera).Da questi si sviluppano frutti grandi più o meno come le ciliegie , rossi quando sono maturi in giugno, ma commestibili anche immaturi, quando sono ancora verdi e dal sapore di prugna.
zoom dei fiori
Poi la forsizia

Gli occhi della Madonna, o nontiscordardime
e per ultime, ma non ultime, le violette selvatiche di cui mi si è riempito il giardino, oltre alle margherite



Ben arrivata primavera!





giovedì 24 marzo 2011

E' primavera: tortelli con la coda di Sabrina

la foto non è granchè, ce ne fosse uno girato dal verso giusto! Non sono perfetti, in effetti abbiamo pasticciato, imparato, però erano ottimi. Per riprodurre il piatto vi posto quanto inviatomi da Sabrina.


Tortelli con la coda (turtei cu la cua)


Pasta

400 gr di farina
4 uova intere
un cucchiaio d'olio 
un pizzico di sale

Ripieno

300 gr di ricotta
50 gr di mascarpone
 100 gr di spinaci
 40 gr di grana grattugiato
 1 uovo
 sale e noce moscata

Condimento


burro
salvia
parmiggiano grattugiato




Lavate gli spinaci e cuoceteli in una padella antiaderente con la sola acqua rimasta dal risciacquo; una volta cotti strizzarli bene e tritarli finemente. Mescolare la ricotta con il mascarpone, gli spinaci, il formaggioe l'uovo, una grattatina di noce moscata e aggiustare di sale.
Preparare la pasta
e lasciarla riposare coperta per una decina di minuti e poi procedere nella lavorazione. Tirare la sfoglia piuttosto sottile (la sfoglina è Angela n.d.r.)
della larghezza di 8-10 cm circa e tagliarla per ottenere tanti rombi più o meno della stessa grandezza. Mettere un poco di ripieno su ogni rombo,

 poggiarlo sul palmo della mano sinistra e con la destra ripiegare la pasta partendo da un angolo fino a formare una treccia.
Lessare i tortelli nell'acqua bollente salata, scolare e servire con burro fuso e salvia e una spolverata di grana.
NOTA – per un piatto speciale dove la pasta è un involucro setoso e sottile che esalta il ripieno senza che nessuno prevarichi sull’altro, nella sfoglia sostituire le 4 uova intere con 2 uova intere e 4 tuorli; niente sale e l’olio e facoltativo.
Se poi avete a disposizione delle ortiche giovani e tenere, scottatele e usatele al posto degli spinaci.

Per tradizione, quando nonna preparava la pasta fresca, faceva sempre “l’asino”. Nel caso dei tortelli era un tortello ripieno di pasta, per gli anellini un anello molto grande che si mischiava con gli altri e a chi capitava nel piatto.

mercoledì 23 marzo 2011

E' primavera: crostata mele e frutti di bosco

Questa ricetta l'ho vista pubblicata sul sito di Lidyia e mi ha ispirato.Devo dire che non aveva un gran sapore, ma colpa della marmellata di mele che ho utilizzato che non era particolarmente profumata. La mia l'avevo terminata, quindi ho dovuto ripiegare su questa, la prossima utilizzerò, in mancanza, altre marmellate. Le dosi le ho sono mie, ho cercato di adattarle alle sue, ma  non so se fossero quelle, anzi temo proprio di no.

Crostata sbriciolata ai frutti di bosco

Ingredienti

2 uova
200 gr zucchero
100 gr fecola
200 gr burro
200 gr marmellata di mele
450 gr farina
100 gr frutti di bosco surgelati
1 pizzico di lievito per dolci

Rimescolare le polveri, poi aggiungere l'uovo e impastare bene. Aggiungere poi il burro ammorbidito. Dividere la pasta in tre parti, una di queste porla in congelatore. L'altra spianarla sulla teglia da forno all'altezza di 1 cm circa. Cospargervi sopra la marmellata e i frutti di bosco.

Prendere dal freezer la rimanente pasta e grattugiarla sopra alla crostata.

Infornare a 180 gradi per circa mezz'ora, estrarre e tagliare i quadretti finchè caldi.

martedì 22 marzo 2011

E' primavera: LA BAGNA CA^ODA di Alma

Inizio con la strepitosa bagna Ca'oda di Alma. Ha la pazienza di farla e portarcela sin da Torino in treno per deliziarci di questa meraviglia. Vi riporto anche le notizie che mi ha inviato, così c'è anche la storia del piatto.
Io non scrivo nulla, il tutto si commenta da solo.
GRAZIE ALMA!

LA BAGNA CA^ODA di Alma
(notizie storiche di Monica Tosin)

E' un piatto straordinario che nasce nel tardo medioevo per festeggiare un evento molto importante all'epoca: la spillatura del vino nuovo. Era un piatto della” comunita`" infatti vi era un solo pentolone di rame stagnato in cui si intingevano la verdura ed il pane.Anche oggi la bagna ca^oda non si puo’ fare in pochi mangiando distrattamente anzi, civuole una bella tavola lunga, i tegamini di coccio con sotto la fiammella l’inizio al buio rischiarato solo dalle candele piantate nel collo delle bottiglie di Barbera, il primo giro di riempitura dei bicchieri fatto con il vino nuovo, il trionfo di tutte le verdure dell’inverno ammucchiate sui tavoli insieme alle grandi micche di pane in un
insieme di ordine-disordine.
- le acciughe devono essere belle acciughe rosse di Spagna, stagionate almeno un anno, appena tolte dalla salatura, pulite e lavate in acqua e vino, ben asciugate e diliscate, in ragione di almeno 2 o 3 acciughe a testa (5 o 6 fanno g.100); di almeno 2 o 3 acciughe a testa (5 o 6 fanno g.100);
- l'aglio puo` essere ridotto ma mai eliminato, poiché con esso scomparirebbe la bagna ca^oda. Gli integralisti ne prevedono una testa a persona, come dire 10/15 spicchi, volendo ridurre non meno di 2 spicchi a persona (io ne ho messi 3, li ho schiacciati, non affettati); da tagliare a fettine sottili (volendo si puo` togliere il germoglio) e da lasciare qualche ora in una zuppiera d'acqua fredda, meglio ancora in acqua corrente; - l'olio deve essere extravergine d'oliva, al bando tutti gli oli di semi, e ne occorre non meno di mezzo bicchiere per persona;
- le verdure devono essere tutte quelle dell'habitat degli orti piemontesi, con l'esclusione d'alcune inadatte perché troppo aromatiche (il sedano, il finocchio, i ravanelli), pulite e inquartate: cardi gobbi di Nizza Monferrato (esiste anche il presidio Slow-Food), o cardi spadoni di Chieri, peperoni crudi, peperoni arrostiti e spellati, peperoni conservati sottaceto e raspe, topinambur, cavoli verdi, bianchi e rossi, cuori bianchi di scarola e d'indivia, porri freschi, cipollotti lunghi, rape bianche, barbabietole rosse al forno, cavolfiori lessi, cuori di cavoli lessi, cipolle al forno, patate bianche bollite nella loro buccia, mele, fette di zucca arrostite o fritte, fette di polenta calda arrostita o fritta, e infine cestini d'uova fresche da strapazzare nell'ultimo cucchiaio di bagna ca^oda che rimane nel tegamino di coccio.

Esecuzione:

In un grosso tegame di terraglia mettere gr. 100 di burro per circa gr. 500 d'aglio gia` precedentemente affettato e asciugato, cuocerlo piano,piano,piano per almeno mezz'ora,sempre rimescolando l'aglio con un cucchiaio di legno, badando bene che non scurisca; il tutto deve diventare una neve, l'aglio deve ammorbidirsi e sciogliersi formando una crema omogenea bianca e soffice (le parole di Goria sono state: " ..e non fate l'asinata di mettere a bagno l'aglio nel latte,o cuocerlo addirittura nel latte,non serve a nulla, se non ad appesantire il tutto, il segreto mettere a bagno l’aglio nell’acqua lasciarlo a bagno nell'acqua fredda per almeno 2 ore"); a questo punto aggiungere tutto l'olio e tutte le acciughe a pezzetti rotti con le mani e cuocere l'intingolo a basso calore solo quel tanto che le acciughe liquefacciano perfettamente (10/15 minuti), compenetrandosi con l'aglio per dar luogo ad un'odorosa crema marrone chiaro: la bagna ca^oda e` fatta, l'olio non deve avere mai fritto nè scoppiettato. La cottura e` il punto decisivo per una bagna ca^oda buona, sana e digeribile deve essere breve e tenuta sempre a calore basso. E dopo la bagna ca^oda ? Va sempre bene un tazzone di brodo di manzo caldissimo Bene invece finire con un dolce piemontese casalingo come lo zabaglione, il bo^net, la panna cotta.
Mie modifiche per rendere la salsa piu` digeribile: ho cotto l’aglio schiacciato, non affettato nell’acqua. Metto l’aglio in un pentolino coperto di acqua lo porto a bollore intanto metto a bollire un altro pentolino di acqua. Dopo 10 minuti metto l’aglio nell’altro pentolino e faccio bollire fino a quando schiacciandolo con una forchetta si schiaccia con facilita`. Scolo l’aglio dall’acqua lo schiaccio. Metto un pezzetto di burro in un pentolino di coccio faccio sciogliere aggiungo la crema di aglio amalgamo bene. In un altro tegamino scaldo l’olio extravergine di oliva, faccio sciogliere le acciughe rotte a pezzetti , aggiungo l’aglio e faccio sobbollire per altri 10 minuti. Attenzione l’olio non deve assolutamente friggere. A volte a fine cottura aggiungo qualche gheriglio di noce, per ricordare che anticamente la bagna ca^uda si faceva con l’olio di noci, perchè l’olio di oliva non esisteva.


lunedì 21 marzo 2011

E' primavera! quindi....pasticciata!

Oggi è il primo giorno di primavera e l'abbiamo voluto accogliere con gli onori migliori, ovvero ritrovandoci tra amiche e ingerendo qualche cosina...giusto per ammazzare la noia:-).
Le mie amiche sono tutte persone speciali, solo che...non riescono a stare ferme. Sono iper attive, quindi oltre a portare qualche leccornia, ne hanno pure prodotte, per cui...abbiamo finito l'inverno mangiando e mangiando.
D'altronde la stagione invernale invita, no?.-)
Ecco quello che abbiamo prodotto prima e durante...un bel ricordo!.-)
L'erba con cui si sono presentate alcune ospiti: sprelle e basaprei...iniziamo bene la giornata!

i famosi cocchini di Maurizia, che non sono arrivati a sera...ma non erano granchè:-)
la torta di tagliatelle di Cinzia (non posso giudicare sono di parte:-))


i miei biscotti "russi" che altro non era che una crostata sbriciolata..

la quiche alla menta di Maurizia....dovrei riassaggiarla per ben definirla..:-)


la crescenta alla mortadella di Ornella (altro che la nutella:-)!!)

i panini al formaggio di Gisella (che buoni!)
la deliziosa crostata ricotta e cioccolato di Tiziana
il budino di pane di Laura ormai un must 

i tomini elettrici di Alma da sogno e per giunta vestiti a festa tricolore

l'eccezionale bagna cauda di Alma

il mitico erbazzone di Gisella
il risotto con i basapret di Sabrina
momenti di lavoro
la sfoglia di Angela tirata a mano!!Bravissima!!
tortelli con doppia coda
e coda semplice

Per ora ho queste foto, poi le integrerò. Cosa dire? Benvenuta primavera!

sabato 19 marzo 2011

San Giuseppe vuol dire...raviole! Auguri ai papà!!

Oggi, questa data, ricorda solo la festa del papà ma tempo fa, il giorno di S. Giuseppe segnava l'arrivo della primavera e con esso l'inizio dei lavori nei campi. Veniva caratterizzato da grandi feste e balli nell'aia, in quanto la ripresa dei lavori significava nuove e maggiori entrate finanziarie per le famiglie che non versavano in ottime condizioni economiche. Mio babbo racconta che il primo giorno di primavera i bambini si toglievano le scarpe, camminando scalzi, proprio per salvaguardarle per l'inverno successivo.
Dal Trebbo di Castelmaggiore a Fiesso di Castenaso, tutte le siepi venivano adornate con le raviole appese e man mano che la gente passava in bicicletta o a piedi,  poteva staccarle e mangiare quelle che desiderava. Era uno spettacolo unico.
Le raviole sono quindi il tipico dolce del giorno di S.Giuseppe. Oggi siamo abituati a mangiare dolci sempre,ma una volta si mangiavano solo nelle ricorrenze e fare le raviole per il giorno di San Giuseppe era come addobbare l'albero per Natale. Non potevano mancare. La tradizione è giunta ai giorni nostri, anche se ormai siamo rimasti in pochi a farle in casa. Venivano date ai bambini come merenda, i più grandi invece, le mangiavano a fine pasto accompagnate da un bicchiere di vino, facendo il classico "pantocia. Fatte con la pasta della ciambella dura e con la mostarda bolognese. Io ancora le faccio così, anche se oggi tendono a farle con una frolla normale e riempire con nutella.
Diciamo che i dolci tipici delle case contadine giravano quasi tutti intorno a questa ricetta, ovvero venivano fatti con ciò che si produceva in casa: la farina dal grano, uova delle galline e il burro fatto in casa con il latte delle mucche (consentitemi il termine da noi si chiamano così)
Ricetta rustica, molto semplice, gustosa, ha il pregio di conservarsi a lungo senza particolari precauzioni.



RAVIOLE DI SAN GIUSEPPE
Ingredienti
1 kg farina
400 gr zucchero
6 uova
250 gr burro
lievito per dolci per un chilo di farina
buccia di limone grattugiata
mostarda bolognese o marmellata a piacere
Impastare tutti gli ingredienti e tirare una sfoglia dell'altezza di circa 0,5 cm. Ritagliare dei dischetti della grandezza desiderata (solitamente si usava il bicchiere). A Bologna sono grandi, nella campagna limitrofa più piccoline. Nel centro di questi dischetti, posizionare un cucchiaino di marmellata (la mostar-da, con il suo sapore tipico asprino contrasta con il dolce della pasta e le conferisce un sapore unico) e ripiegare a mezza luna premendo bene sui bordi in modo che non fuoriesca. Pennellare la superficie delle raviole con latte e volendo decorarle con granella di zucchero o zucchero semolato. Passarle in forno caldo a 160 gradi per circa 15-20 minuti. Farle raffreddare e mangiarle. Si conservano svariati giorni, fino anche ad un mese in un contenitore di vetro o sacchetto.

venerdì 18 marzo 2011

Auguri Gabri!

Gabri è mio nipote di mezzo, che ieri ha festeggiato il suo dodicesimo compleanno. Ovviamente la torta non poteva che essere in tono con la solennità del giorno: Devo dire che dal vero rende molto di più che in foto, anche se putroppo ho dovuto "alzare" la Sicilia per motivi di spazio in frigorifero, altrimenti non ci entrava.
Anche le decorazioni alla fine rendevano confinanti le isole con la terra ferma, però putroppo così doveva essere...diciamo che ho unito ancora di più l'Italia:-)
Si tratta del solito pan di spagna farcito con panna e fragole. Le fragole, prima di unirle alla panna le ho lasciate macerare in zucchero e limone, poi frullate e unite. Sopra ho decorato con frutta  e ciuffi di panna.
Auguri Gabriele!

giovedì 17 marzo 2011

Auguri Italia!


Tanti carissimi auguri amata e disccussa Patria! Come in ogni famiglia non si va sempre d'accordo però l'affetto enorme rimane immutato. Auguri anche a tutti gli italiani che si possano sentire orgogliosi della propria nazione, del contributo che le hanno saputo donare e rimanere sempre lo splendido popolo italiano allegro e variopinto quale siamo!

AUGURI ITALIA!