"Per oltre tre secoli Bologna fu la capitale europea della seta. Merito della tecnologia e di un elaborato sistema delle acque che fornirono l'energia per far funzionare ruote e telai. " Quando a partire dal 1176, furono canalizzate verso Bologna le acque del Savena e del Reno gli obiettivi del Comune di Bologna furono quelli di completare il sistema difensivo riempiendo il fossato attorno alle mura, di alimentare i mulini da grano, di irrigare gli orti, di garantire l'igiene urbana tramite le prime fognature , per usi domestici, per abbeverare gli animali e alimentare gli stagni per l'allevamento del pesce. Poi si scopri che l'acqua poteva fornire energia ai mulini da seta e ad altre lavorazioni, ottenendo maggiore produttività e risparmio di mano d'opera. Infine il sistema delle acque fu completato con la realizzazione di un grande canale di navigazione, il Navile, per trasportare merci e persone, e di un porto (548). Nel 1231 alcuni setaioli di Lucca si trasferirono a Bologna; poi ne giunsero altri dalla Toscana da Verona e dalla Lombardia, attirati da incentivi e agevolazioni comunali.
Canalizzate le acque del Savena e del Reno, per poter sfruttare l'energia delle acque si diede vita a un capillare sistema di condotti sotterranei per portare l'acqua nelle cantine e alle ruote. Un vero sistema di infrastrutture costituito da circa 70 chilometri di condotti sotterranei e di superficie, unico in Europa. Ma la vera rivoluzione avvenne nel 1341 quando Bolognino di Borghesano da Lucca chiese la licenza di poter installare un filatoio meccanico sul canale di Savena fra le attuali via Castellata e Rialto, dove si poteva sfruttare un salto dell'acqua. L'edificio, con portale con ghiera di cotto ad arco acuto, è ancora riconoscibile in via Castellata. Si insediarono poi molti altri filatoi meccanici, ma solo entro le mura: una vera e propri "industria della sete" che diede lavoro ad almeno 20.000 persone, soprattutto donne. Senza considerare l'indotto (tintori, sarti e mercanti) e l'impatto urbanistico, con la costruzione di edifici destinati a ospitare i filatoi. La Corporazione dell'Arte della Seta divenne potentissima condizionando l'economia della città.
Nel Seicento erano attivi 120 mulini da sta, 95 dei quali utilizzavano le acque del canale Reno: organzino, veli e tessuti, benchè costosi, non temevano la concorrenza sul piano della qualità ed erano esportati in Europa. Per circa quattro secoliBologna fu la capitale europea della seta. Dalla seconda metà del Settecento per la sta bolognese fu la fine. Le cause? Costi elevati, dirigismo protezionistico, monopolio, concentrazione urbana e una concorrenza sorretta da nuove fonti energetiche.
Canalizzate le acque del Savena e del Reno, per poter sfruttare l'energia delle acque si diede vita a un capillare sistema di condotti sotterranei per portare l'acqua nelle cantine e alle ruote. Un vero sistema di infrastrutture costituito da circa 70 chilometri di condotti sotterranei e di superficie, unico in Europa. Ma la vera rivoluzione avvenne nel 1341 quando Bolognino di Borghesano da Lucca chiese la licenza di poter installare un filatoio meccanico sul canale di Savena fra le attuali via Castellata e Rialto, dove si poteva sfruttare un salto dell'acqua. L'edificio, con portale con ghiera di cotto ad arco acuto, è ancora riconoscibile in via Castellata. Si insediarono poi molti altri filatoi meccanici, ma solo entro le mura: una vera e propri "industria della sete" che diede lavoro ad almeno 20.000 persone, soprattutto donne. Senza considerare l'indotto (tintori, sarti e mercanti) e l'impatto urbanistico, con la costruzione di edifici destinati a ospitare i filatoi. La Corporazione dell'Arte della Seta divenne potentissima condizionando l'economia della città.
Nel Seicento erano attivi 120 mulini da sta, 95 dei quali utilizzavano le acque del canale Reno: organzino, veli e tessuti, benchè costosi, non temevano la concorrenza sul piano della qualità ed erano esportati in Europa. Per circa quattro secoliBologna fu la capitale europea della seta. Dalla seconda metà del Settecento per la sta bolognese fu la fine. Le cause? Costi elevati, dirigismo protezionistico, monopolio, concentrazione urbana e una concorrenza sorretta da nuove fonti energetiche.