Sant'Antonio Abate: dopo avervi parlato abbondantemente delle nostre tradizioni qui , qui e qui, oggi voglio raccontare delle usanze che sono venuta a conoscenza, facendo varie ricerche per conoscere come viene festeggiato in altre zone.
Molte tradizioni regionali sono legate a questa data, per
la caratteristica cerimonia religiosa in cui si benedicono gli animali, per i
falò che illuminano la notte invernale.
Campobasso dedica la sua chiesa più antica a questo santo .
I campobassani doc sono detti "sant'antunari". Dimostrano la loro devozione a sant'Antonio con l'accensione di un grande falò davanti alla chiesa, alimentato, un tempo, anche da tutti coloro che partecipavano, portando un ciocco di legno per renderlo più grande e luminoso (da noi si ha questa usanza la sera della Vigilia di Pasqua, dove portiamo tutti i rametti di ulivo secchi che alimentano il fuoco che accenderà il cero). A sera, nel tornare a casa, si prendeva un pò di fuoco, non solo per scaldarsi e illuminare la strada, ma anche come atto di devozione.
In molte famiglie contadine, nel giorno di Sant'Antonio, si uccideva il maiale e, mentre " u povere cicche" stava appeso all'aria gelida della notte, si festeggiava lodando la bontà della carne, giocando a scopone, facendo "la passatella" e mangiando, tra un bicchiere e l'altro, lupini, olive e finocchi.
Campobasso dedica la sua chiesa più antica a questo santo .
I campobassani doc sono detti "sant'antunari". Dimostrano la loro devozione a sant'Antonio con l'accensione di un grande falò davanti alla chiesa, alimentato, un tempo, anche da tutti coloro che partecipavano, portando un ciocco di legno per renderlo più grande e luminoso (da noi si ha questa usanza la sera della Vigilia di Pasqua, dove portiamo tutti i rametti di ulivo secchi che alimentano il fuoco che accenderà il cero). A sera, nel tornare a casa, si prendeva un pò di fuoco, non solo per scaldarsi e illuminare la strada, ma anche come atto di devozione.
In molte famiglie contadine, nel giorno di Sant'Antonio, si uccideva il maiale e, mentre " u povere cicche" stava appeso all'aria gelida della notte, si festeggiava lodando la bontà della carne, giocando a scopone, facendo "la passatella" e mangiando, tra un bicchiere e l'altro, lupini, olive e finocchi.
Da noi si usa fare i panini di Sant'Antonio, che una volta venivano conservati nel caso gli animali si ammalassero, mentre il piatto tipico della cucina molisana è un piatto di
pasta caratterizzaro da un impasto di farina di semola e acqua (a volte anche con patate), hanno una forma allungata con una incavatura all'interio, condito con un
sugo a base di carne di maiale, ricco e vario chiamato "cavatielle e carne e' puorche".
Da noi si accendono falò, un tempo nella piazza di ogni quartiere, ora dove cè un po di spazio libero, poichè la piazza è troppo piena di macchine....
RispondiEliminaGrazie July! mi fa sempre piacere come si usa in altri posti!
RispondiEliminaA presto!