Questa è una ricetta di Gisella Mancini, che pubblicò su "il Cortile delle Matte". Riporto fedelmente quanto scritto da lei, anche perchè io non sarei capace di spiegarlo meglio.
"Qua a Pesaro viene chiamato bussolà e otre che d'usanza nella ricorrenza di Sant'Antonio abate, era comune anche presso i marinai e mia madre lo faceva anche per mio padre, quando usciva col trabaccolo e navigava lungo le coste dell'Albania restando fuori qualche giorno coi suoi marinai. Era comodo come pane perché era secco e oltretutto non veniva stipato, ma appeso con una corda che passava attraverso il foro del bracciatello e quindi lontano da umidità e soprattutto dai topi. Bussolà nome antico, deformazione di un termine che significava biscotto; bracciatello perché attraverso il suo foro ci passa un braccio".
L'ho fatto ieri sera, mentre facevo anche i nostri panini di S.Antonio, a noi è piaciuto molto. Buonissimo anche questa mattina.
Far lievitare, quindi formare delle ciambelle grandi quanto un braccio, far lievitare, coperte, per circa un'ora, quindi cuocere in forno già caldo a 200°, con una ciotola d'acqua sul fondo, fino a doratura.
Non posso quantificare il tempo, perché mia mamma li preparava nel forno della cucina economica, a legna e nelle sue ricette non c'è scritto.
Sono ciambelle da bagnare, quindi adatte alle zuppe di pesce, ma che si bagnano anche nel vino.
...e intanto fuori nevica...
"Qua a Pesaro viene chiamato bussolà e otre che d'usanza nella ricorrenza di Sant'Antonio abate, era comune anche presso i marinai e mia madre lo faceva anche per mio padre, quando usciva col trabaccolo e navigava lungo le coste dell'Albania restando fuori qualche giorno coi suoi marinai. Era comodo come pane perché era secco e oltretutto non veniva stipato, ma appeso con una corda che passava attraverso il foro del bracciatello e quindi lontano da umidità e soprattutto dai topi. Bussolà nome antico, deformazione di un termine che significava biscotto; bracciatello perché attraverso il suo foro ci passa un braccio".
L'ho fatto ieri sera, mentre facevo anche i nostri panini di S.Antonio, a noi è piaciuto molto. Buonissimo anche questa mattina.
Bussolà o bracciatello duro
Ingredienti
500 g farina di forza
1 cubetto di lievito di
birra
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
(volendo, anche di più:
aumenta la friabilità)
sale q.b.
acqua tiepida, quanto basta a fare un
impasto morbido, ma ben lavorabile.
(c'è chi ci aggiunge pepe nero, semi di
finocchio...)
Far lievitare, quindi formare delle ciambelle grandi quanto un braccio, far lievitare, coperte, per circa un'ora, quindi cuocere in forno già caldo a 200°, con una ciotola d'acqua sul fondo, fino a doratura.
Non posso quantificare il tempo, perché mia mamma li preparava nel forno della cucina economica, a legna e nelle sue ricette non c'è scritto.
Sono ciambelle da bagnare, quindi adatte alle zuppe di pesce, ma che si bagnano anche nel vino.
...e intanto fuori nevica...
Sei contenta che finalmente nevica?
RispondiEliminaQui no, ma meglio non dirlo forte!
Un pezzeto di quel bussolà ci starebbe proprio per fare merenda. :)
ciaociao
Sabrina
veramente qui piove....ciaoo
RispondiEliminaIo li mangio con il cioccolato delle uova appena scartate. Buonissimo!
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