venerdì 25 gennaio 2013

Antichi mestieri: bottaio

Il bottaio era l'artigiano del legno specializzato nella costruzione e nella riparazione di recipienti costituiti da assicelle, doghe di legno, tenute insieme da cerchi di legno  o ferro: botti, castellate, tini, bigonce, mastelli da bucato e secchi. I contenitori destinati alla fermentazione e alla conservazione dell'uva pigiata erano costruiti solitamente in legno di quercia o castagno e qualche volta in ciliegio, utilizzati per la loro flessibilità e  perchè non trasmettevano al prodotto colori o aromi indesiderati.
Il bottaio poteva acquistare le assicelle già sagomate al grezzo in diverse misure e spessori dai commercianti di legname, oppure commissionarne il taglio ai segantini.
Il taglio veniva effettuato a sega o a spacco a seconda delle dimensioni del tronco e del recipiente a cui doveva essere destinato e le assicelle venivano lungamente stagionate in base al loro spessore.
Nel caso di una botte, per dare alle facce maggiori di una doga la forma iniziale di un ottagono lungo e spesso, il bottaio assotigliava la parte superiore e inferiore delle assicelle, prima sul ceppo con la dolatura, pesante ascia  da falegname e poi sul cavalletto, -capra - con il coltello a petto (coltello a due manici).
Per dare poi alle facce laterali l'inclinazione necessaria, le lavorava su una grande pialla posta su un cavalletto  con il tagliente rivolto verso l'alto, controllando ogni tanto  i risultati del  lavoro con un apposito squadro - modano - scelto in relazione alle dimensioni e al tipo  della botte in costruizone
Preparate così le doghe, il bottaio procedeva alla loro curvatura  mediante un prolungato bagno in acqua bollente seguito dalla loro sistemazione in piega sotto un torchio  o tra i denti di una mensola sino a completo raffreddamento. Per assemblare le doghe faceva ricorso invece  a cerchi di sostegno provvisori  e una volta montata e imbastita la botte, scavava il caprugginatoio ai due estremi, nella parte interna, una scanellatura - la capruggine - destinata ad ospitare il bordo dei fondi.
Questi, formati da più doghe unite tra loro da cavicchi di legno o di ferro, venivano segati  in forma circolare in base ad un raggio definito per tentativi muovendo il compasso intorno alla capruggine



e venivano poi lavorati ai bordi per ricavare una ugnatura destinata a inserirsi nella capruggine. Innestati i forndi le botti dovevano essere cerchiate definitivamente  e per questo il bottaio  ricorreva ad un tiracerchi usato come leva per far imbocacre ai cerchi la botte. Comunemente per tenere la botte bastavano sei cerchi di ferro.








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