martedì 1 gennaio 2013

1 Gennaio

Sfogliando un mio vecchio libro sulle tradizioni di Bologna, una raccolta che feci tanti tanti anni fa, stavo leggendo quello che riguardava il mese di gennaio e mi è sembrato molto piacevole rileggere queste usanze, che non del tutto, ma sono ormai scomparse. E' per questo che voglio riportarle, magari ridestando qualche piacevole ricordo del passato. Per esempio io ricordo sempre con dolcezza, quando, il primo gennaio, i bambini maschi venivano a suonare alla nostra porta per farci gli auguri per il nuovo anno e noi contraccambiavamo con gli spicciolini che iniziavamo a tenere da parte fin da prima di Natale. I più fortunati ricevevano le 20 lire, la monetina dorata. Pensarci adesso alle 20 lire viene da ridere, ma allora ( e nemmeno troppi anni fa, parlo degli anni '60) era proprio un bel "maghetto" ( per chi non fosse di Bologna, traducasi malloppo:)).
Alcuni anni non vennero tanti bambini e questo pareva essere di cattivo auspicio per l'anno iniziato.
Peccato si sia smarrita questa usanza.
Passo a quanto scritto sul libro, rinnovando ancora a tutti i migliori auguri per il 2013.

Capodanno. Il cambio dell'anno è sempre stato occasione di dar sfogo al desiderio di conoscere il futuro. Anche in passato  c'erano indovini, maghi e preveggenti, lunari almanacchi e pronostici, ma si riconosceva saggiamente che

al lunèri da bisàca
al i acòi quand al i aciapa;
al i aciapa quand al i acòi,
dapp a l'acqua al met al mòi
 
(il lunario "tascabile", domestico, ci prende quando ci indovina; e ci indovina quando ci prende, dopo l'acqua mette il bagnato).

Ci si fidava più dei segni, un modo oltrettutto più economico e personalizzato. Così si stava attenti a chi s'incontrava per primo uscendo di casa o a chi si riceveva in casa. Se era una donna, apriti cielo. Se è un uomo, buon segno per le ragazze da marito; se più uomini, la fortuna aumenta. Se un gobbo, fortunissima; prete gobbo, il massimo. Ma prete normale no, attira guai. Donna gobba, guai tanti che per evitarli è meglio sputarle dietro. Un giovane meglio di un anziano. Tre giovani, molto bene: e se si riesce ad ascoltare quello che dicono, se ne possono trarre auspici. Incontrare un povero porta sfortuna.
E' giorno di visite beneauguranti, se si regalano fiori, che non abbiano spine.
(come dicevo prima) Gran giorno anche per i bimbi, mandati in avanscopertaa fare gli auguri, un'usanza in voga fino a poco tempo fa in tutta la regione e completamente scomparsa (a Modena era la detta la magadèla, in Toscana la befanata, in Romagna pasquella). Brigate di ragazzi (in qualche luogo il 24 dicembre, altrove il 6 gennaio, i figli dei braccianti il giovedì grasso) forniti di una bisacca bussano alle porte delle case augurando buon principio e buon proseguimento.  Sono attesi dalle donne, che hanno tenuto in serbo per loro i frutti autunnali (mele, castagne secche, noci, nocciole, prasecchi) e a volta qualcosa di compro (mandarini, fichi secchi) o qualche soldino. Era una questua in piena regola, di cui non vergognarsi, proprio perchè nel segno della festa religiosa del Natale, e oggi ovviamente superflua perchè ogni giorno è Natale o befana, per i bambini. In campagna anche i giovani passavano di casa in casa a fare gli auguri e ricevevano un dolcetto e un bicchier di vino.
Si comincia a potare la vite, secondo il principio: "povera fammi che ti farò ricco; ma non dev'essere bagnata e non si deve potare in giorni che abbiano la erre. E' il mese più freddo, sempre rappresentato da un vecchietto intirizzito (e dire che l'anno è appena bambino): Zner, znaròn la neiv la dis dabòn (Nevica davvero); Zner cum al cata al lassa (lascia il tempo che trova, cioè il freddo continua); zner fa al pont, febrèr al romp ma n'al romp mai ben se merz an ven (gennaio mette il ghiaccio, febbraio comincia a scioglierlo, ma per finire il lavoro ci vuole marzo).
E' anche il mese in cui i gatti vanno in fregola e anzichè miagolare sembrano ululare sui tetti: Znèr, gater. Il primo dell'anno come usanza , si mangia qualche chicco di uva conservato per l'occasione: porta fortuna per tutto l'anno.

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