lunedì 21 maggio 2012

domenica ore 4,05: sveglia con terremoto!


Stanotte abbiamo avuto la brutta sorpresa di essere svegliati dal terremoto. Diciamo che se per quanto potesse essere bello, era bello forte e duraturo. Ho sentito questo rumore tipo di martello pneumatico che mi ha riportato alla mente un rumore che mi agitava, anche se non sono riucita a focalizzarlo fino quasi a sera.
Poi saltavamo sul letto: ho pensato al terremoto, ho pensato che finisse, poi mi sono detta che però...dura!
Alzati tutti, atteso che finisse il movimento sussultorio, siamo andati al piano terra. Abbiamo atteso un momento, ho cercato di connettermi a internet, ma non funzionava. Con la chiavetta sono riuscita a malapena a vedere che era localizzato a 36 km nord di Bologna, praticamente, in linea d'aria, a pochi km da qui. Passato il primo momento, abbiamo deciso di tornare a letto, quando si è presentata la seconda scossa e lì ho accantonato l'idea di tornare a letto.
Fortunatamente, se così si può dire, avremmo dovuto comunque alzarci presto perchè era in previsione di recarci al mercato degli animali di Spilamberto, quindi abbiam fatto di necessità virtù.
Sono andata a recuperare mia mamma, che abita all'ultimo piano, che era spaventatissima, tutte le ante dei suoi armadi sbattevano aprendosi e chiudendosi. Ci è andata bene che le nostre case non hanno subito danni strutturali, hanno risposto bene.
Non per tutti purtroppo è stato così. Alle prime luci dell'alba, il cielo presentava un colore plumbeo rosato, che, fosse stato un altro giorno, si sarebbe detto che era un cielo da terremoto. Poi apro la porta e, sorpresa, trovo l'arcobaleno nonostante non fosse piovuto


la cosa strana che i cani non hanno abbaiato prima del terremoto, nè quello del mattino nè gli altri che abbiamo avuto durante la giornata. Si è sentita bene la scossa delle ore 15 e anche quella delle ore 20, anche se di entità molto minore alle altre. Diciamo che è stata una giornata tesa quella di ieri, ho avuto il male alla testa che non mi ha abbandonato per tutta la giornata, un occhio che pungeva, sempre dopo tutte le scosse di terremoto, ma quello che più mi ha fatto agitare era la fatica a respirare, mi prendeva una sorta di affanno che mi è durato per una decina di minuti dopo ogni scossa.
Siamo rimasti senza linea telefonica fino alle ore 12, evidentemente o erano sovraffollate o avevano subito danni.
Speriamo che il peggio sia passato, un pensiero non può a non andare alle famiglie di sfollati che hanno dovuto rimanere fuori di casa per tutta la notte oltretutto accompagnati da una acqua torrenziale e da un vento forte...
Eccoci arrivati a Spilamberto: un L'origine del paese risalirebbe al 1210, epoca in cui i bolognesi finirono di costruire il castello di Piumazzo, in difesa dei loro territori e in risposta i modenesi ne eressero uno sulla sponda opposta del Panaro in un luogo incolto chiamato Castiglione o Verdeta.
Tuttavia il nome di Spilamberto compare per la prima volta in un diploma di Corrado II il Salico nel 1026.
Nell'anno 1210 il comune di Modena costruì le mura castellane di Spinalamberti, l'attuale Spilamberto. Nello stesso anno, contemporaneamente alla costruzione del castrum il vescovo di Modena Martino eresse dalle fondamenta la chiesa di San Giovanni sopra l'area dove si trova tuttora: la chiesa primitiva era più piccola, la facciata era nell'attuale Via San Carlo antica Via San Giovanni. Sorse però una controversia fra il vescovo di Modena e l'abate di Nonantola che fu risolta nel 1214 dividendo il paese in due parti: una soggetta al vescovo e una all'abate (Spilamberto di sotto e Spilamberto di sopra) che poté quindi edificarvi una sua chiesa, la chiesa di Sant'Adriano III Papa che dal 1314, con la nomina dei rettori, divenne la prima chiesa parrocchiale del castello dentro le mura.
Nel 1518 avvenne la traslazione del plebanato da San Vito a Spilamberto come prima lo era stato da Corticella e San Giovanni divenne la chiesa plebana, la più importante del paese col diritto di precedenza sull'altra. 
Si ricorda la nobile famiglia modenese dei Rangoni che ebbe a lungo, nel Medio Evo la signoria di Spilamberto. 
Spilamberto è tra le  Città decorate al valore militare per la guerra di Liberazione per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Il Torrione:

E’ così chiamato il complesso medievale posto all’ ingresso principale del paese e costruito a ridosso delle mura di cinta nel sec. XIV dal Comune di Modena per fortificare ulteriormente il castello da ovest. Era costituito da una torre – la più alta dell’abitato e che oggi viene comunemente chiamata Torrione – da ponte levatoio di cui si possono vedere tracce del meccanismo ai lati degli archi della porta principale e da un mastio. Nei primi decenni del sec. XX furono abbattute le ultime porzioni di mura e di terrapieni per fare spazio allo sviluppo urbano del paese e migliorarne le condizioni igenico - sanitarie. A questo periodo risale anche il corpo adiacente munito di scala esterna. Poiché dai suoi alti spalti si domina l’intera pianura fino a Modena e a Bologna e le colline a sud, la torre era un importante punto di avvistamento e di difesa non solo per il castello di Spilamberto, ma per tutto il territorio. 
Fra i secc. XVI e XVII sui suoi merli fu appoggiata una copertura lignea che vi rimase fino agli anni Quaranta del secolo scorso, quando la torre fu danneggiata dalla guerra. Una delle stanze ai piani più alti della torre ha ospitato le prigioni di cui si possono ancora vedere gli anelli per le catene ed un grande stemma della nobile famiglia Rangoni – per secoli feudataria di Spilamberto. Sulle facciate ad est e ad ovest i grandi quadranti di un orologio “civico” dal sec. XVI permettono ai cittadini di seguire il corso del tempo. Il vecchio orologio è stato più volte sostituito, ma recentemente, a fianco del moderno meccanismo, grazie ad un progetto che ha coinvolto i ragazzi della locale Scuola media, ne è stato ricollocato uno, in mostra, la cui base è riconducibile all’inizio del sec. XIX.
Attualmente il Torrione ospita l’ Antiquarium, la sede dell’Ordine del Nocino Modenese e si può visitare la “Cella di Messer Filippo”.


Tutte le domeniche mattina , in via Enrico Berlinguer, si tiene il mercato delle specie avicole e cunicole, dei colombi e degli uccelli da canto e da voliera, un mercato storico e molto partecipato. Si tratta di uno dei pochi mercati di questo genere rimasti in regione, tra i più importanti e partecipati insieme a quello di Reggio Emilia.
Le sue origini risalgono al secolo XVI e si confondono con quelle del mercato del baco da seta dove, accanto ai filugelli, si scambiavano animali di bassa corte (vedi schede Fiera di San Giovanni Battista e Filanda).
Dal 1952 questo mercato è stato progressivamente regolarizzato per l'adeguamento alle leggi vigenti in materia.
Ecco il mercato























galline rosse
uno splendido pavone

scoiattoli



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