Dalla mia nonna materna ho ereditato una enciclopedia degli anni '60 che ho sempre conservato gelosamente e che mi ha affascinato in un modo speciale. Non ricordo esattamente se fossero dei fascicoli che poi ha rilegato e se fosse una vera e proprio enciclopedia. Tratta di tantissimi argomenti, tra i più svariati, dalla cucina al teatro, alla letteratura, economia domestica, di tutto insomma. Corredata di foto che ti riportano in quegli anni, provocando anche una certa malinconia da parte mia, la trovo davvero bella. Il titolo dell'opera é "Enciclopedia della donna", sono sicura che a mia nonna costò non poco in termini economici, ma devo proprio ringraziarla di averla acquistata. Una delle tante sezioni è dedicata alle donne nell'antichità, mi piace talmente tanto che ho deciso di condividerla anche qui, perchè magari possa venire letta anche da altre persone che possano trovare piacevole questi articoli.
La donna assiro babilonese
La donna assiro-babilonese è semplice e riservata, una silenziosa creatura ben diversa dalla donna egiziana.
Si tinge gli occhi di nero e il viso di rosso-ocra, ma le sue vesti sono tra le più severe che il mondo antico ricordi, e i suoi monili discreti. Per gli Assiro-babilonesi è molto importante combattere, conquistare popoli e terre e formare un potente impero; le donne, al contrario, non meritano troppa attenzione: esse non compaiono in pubblico e non prendono parte alle manifestazioni ciivili. Eppure è per una donna, per una giovane principessa malata di nostalgia, che Nabucodonosor costruisce una delle sette meraviglie del mondo: i giardini pensili di Babilonia.Vestiva con abiti fluenti che non lasciavano intravvedere le linee del suo corpo. Anche il capo era coperto così che non si scorgessero i capelli e il viso apparisse bello in tutta la sua semplicità. L'abbigliamento di questa donna era semplice, severo, ispirato a una grande modestia: tunica lunga fino ai piedi, ampio scialle drappeggiato e adorno di frange, velo.
Qualche volta al posto dello scialle indossava un altro abito che ricopriva quasi tutta la tunica di lino. Così, vestita in modo né comodo né leggero, con pochissimi gioielli e semplici scarpe appena un poco rialzate sotto il tallone, la donna assiro-babilonese era pronta per andare incontro al suo sposo.
IL FASCINO NASCOSTO
L'uomo era elegante, truccatissimo, profumato, con parrucca e barba posticcia; la donna umile, vestita severamente, appena appena truccata. Tutto il contrario di quello che è la logica? Forse no; anche la donna babilonese ha il suo fascino nascosto: è la sua speciale arte di essere la compagna discreta, la donna capace di annullarsi davanti al proprio uomo elegantemente curato e abbondantemente profumato; di saper mettere, cioè, l'uomo sul piedistallo e di saperlo adorare e ammirare come piace a lui. Un'arma potente per averlo poi ai propri piedi...
L'UNICA AUDACIA
Una certa eleganza nell'acconciatura l'unica piccola audacie che la donna babilonese si permetteva: i capelli, lisci fino alla nuca, venivano pettinati in minutissime treccioline che scendevano, tutte della stessa lunghezza fino alle spalle; oppure venivano acconciati in tanti ricci, simili a globuletti, tutti della stessa precisa lunghezza. Però, come se si pentisse di tanta eccentricità, la donna per uscire copreiva il tutto con un velo severo.
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