domenica 7 aprile 2013

Festa dei Falò : Rocca San Casciano



Rocca San Casciano è un paesino in provincia di Forlì- Cesena. Nel 1923 Mussolini ridefinì i confini fra Toscana e Romagna e Rocca San Casciano, fino ad allora appartenuto alla provincia di Firenze e capoluogo della Romagna toscana, passò in Emilia Romagna.
La Festa del Falò è una tipica festa del paese di Rocca San Casciano che data la sua originalità, suggestività e grandezza è ormai molto rinomata anche fuori della provincia. Le sue origini sono un po' oscure: c'è chi la fa risalire addirittura a riti pagani, celtici in modo particolare. Si dice che a Rocca San Casciano, fin dal XII secolo,  venissero accesi falò lungo le rive del Fiume Montone allo scopo di placare le acque dalle rovinose inondazioni. Da questa celebrazione pagana è stata innestata, a partire dal 1700, la ricorrenza religiosa di San Giuseppe, 19 marzo, e  per molti anni questa è stata la sola data in cui si è svolta la festa. Tradizione voleva che nei cortili di ogni contrada venisse acceso un falò ed attorno ad esso si mangiava, si beveva e si danzava. In epoca più recente i falò sono tornati sulla riva del fiume, nella loro posizione originale, e da qui, nell'ultimo secolo, è incominciata una sfida fra le quattro fazioni che rappresentavano i principali rioni cittadini: Borgo di Sopra, Borgo di Sant'Antonio, Buginello e Mercato. Di questi quattro rioni originari oggi ne restano solo due: il Borgo di Sopra ed il Mercato.
Questo quanto riportato ufficialmente, da un signore molto gentile del luogo siamo venuti ad imparare che, quando il fiume Montone innondava, andava distrutta tutta la paglia e da questo fatto nacque questa competizione, ovvero si bruciava la paglia di chi era stato più bravo nel conservarla.
Non si sa esattamente a quando risalga questa festa, veniva celebrata il 19 marzo (come da noi le raviole:-)) per segnare l'inizio della primavera. Una volta venivano puliti tutti i fossi dagli spini e si riempivano l'interno dei covoni con questi portandoli con il forcale. Oggi non ce ne sono praticamente più, quindi riempiono il covone con  altri stecchi. E' un lavoro che impegna per una settimana soprattutto i ragazzi più giovani. 
La rivalità tra i rioni era molto sentita, raccontava che sono in quattro fratelli in famiglia, due del rione Mercato due del rione Borgo, ma a tavola insieme mai andati. Che fino a qualche anno fa la gara finiva sempre a botte, che si facevano "dispetti" del tipo di andare sotto a casa del rione avversario anche alle 5 del mattino, suonare i campanelli e far scoppiare una serie di botti attaccato alle porte.
Rimescolavano la polvere di zolfo con potassio (mi sembra di ricordare), li inserivano in tubi di ferro e li avvolgevano a caramelle, e sopra questi davano delle mazzate per farli scoppiare.
Oggi pare che tra i giovani, fortunatamente aggiungo io, questa rivalità si sia un poco spenta, ovvero   sì esiste, ma in modo molto meno sentito.
Il covone del rione Mercato è quello a cono toscano, perchè un anno cadde il pagliaio e pagliaio che cade significa perdita, quindi da allora iniziarono a farlo a cono. Ha un raggio circa di 8 metri, alto una ventina e sale subito a punta. Mentre quello del rione Borgo è a forma romagnola, ovvero fino circa a metà va su largo poi si stringe dopo.
Quando si perdeva la gara, c'erano persone anziane del luogo che stavano anche tre quattro giorni senza farsi vedere in giro.
Prima dell'inizio della competizione, vengono portate le torce in chiesa per farle benedire.
Anche questo gesto trovava discordi gli abitanti, perchè molti sostenevano che la festa non è una festa pagana, ma ormai è diventata tradizione anche questa.
Si dispongono diverse persone intorno al covone, presso il sasso corrispondente. Ci sono tre scoppi, il primo si preparano le torce, al secondo si accendono al terzo si strofinano sul covone. Il primo covone che la fiamma raggiunge la cima ha vinto.
Mi raccontava che molto fa la corrente del fiume, essendo fatto in prossimità di un ponte. Il primo covone che incendia, ruba aria all'altro, che quindi fatica sempre di più ad accendersi.
Io credevo che una competizione fosse sentita, ma mai immaginavo una cosa così. Devo dire che ho anche avuto un poco di paura:).
Passo alle foto che meritano davvero tanto!
Gli addobbi del quartiere Borgo




quelli del Mercato




i carri per la sfilata



la festa in piazza



gli ultimi preparativi


il pagliaio del Mercato a forma toscana




quello del borgo a forma romagnola





i fuochi pronti per essere sparati





il Montone in onore del fiume


l'inizio della gara







ha vinto il Mercato








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