"Inaugurato nel 1930 fu il fiore all'occhiello dell?impero. Creato da Enrico Zanarini: una ventina di bar e pasticcerie fra Bologna, Imola, Riccione e Rimini".
Quando si è trattato il tema dei caffè (lettera C) volutamente non si è fatto cenno al leader del settore, Enrico Zanarini, un grande imprenditore, il primo a creare una vera e propria catena di locali eleganti, raffinati, dove la qualità dei prodotti e la professionalità dei lavoratori erano universalmente riconosciute e apprezzate.
Enrico Zanarini nacque nel comune di Borgo Panigale il 20 agosto 1875; rimasto organo di padre all'età di 14 anni iniziò a lavorare come garzone in un piccolo negozio di pane e pasta. Riuscì poi a "mettersi in proprio" aprendo a sua volta un piccolo esercizio dove vendeva il pane e la pasta fresca da lui stesso prodotti. Gli affari andarono bene e riuscì a fare il grande passo rilevando il famoso, bellissimo negozio di abbigliamento E. Guizzardi Successori Baroni, che occupava alcuni locali in angolo fra il portico dell'Archiginnasio e via Farini, si trasferì in via Rizzoli. Il Comune decise di affittare ad attività "confacenti al distinto ambiente del Pavaglione". Enrico Zanarini non si fece sfuggire l'occasione e stipulò un contratto quinquennale per lire 52.000 annue. Nel 1930, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, finalmente potè aprire il suo elegante locale con i tavolini all'esterno. Fu un successo. L'impero di Zanarini aveva trovato la sua corazzata che andava ad aggiungersi a 15 negozi di bar-pasticceria a Bologna, situati nelle più importanti vie delle città, al buffet nel teatro Comunale, a un negozio di Imola, uno a Rimini e due a Riccione. A tutto ciò si affiancò un'accurata azione di marketing incentrata sul marchio Zanarini.
In 40 anni di attività, Enrico Zanarini riuscì a realizzare qualcosa che non aveva precedenti nella città: la più grande catena di bar-pasticceria.
Morì il 7 novembre 1948 e l'attività fu proseguita dal figlio Giorgio (Bologna, 1926), che aveva seguito il padre fin da ragazzo. Giorgio migliorò il locale del Pavaglione e nel piano superiore realizzò una piccola pista da ballo circolare.
Nel 1964 Giorgio Zanarini decise di cedere il passo e vendette a Velio Bartolini di Rimini, che 20 anni dopo, cedette al cavaliere Giorgio Orlandi, bolognese, imprenditore del settore e gestore di due prestigiosi bar-pasticceria, il Mocambo e il S. Domenico. Orlandi passò la mano nel 2001. Le serrande rimasero abbassate per quattro anni. Poi riaprì, vestito di nuovo, nel solco della tradizione.
Quando si è trattato il tema dei caffè (lettera C) volutamente non si è fatto cenno al leader del settore, Enrico Zanarini, un grande imprenditore, il primo a creare una vera e propria catena di locali eleganti, raffinati, dove la qualità dei prodotti e la professionalità dei lavoratori erano universalmente riconosciute e apprezzate.
Enrico Zanarini nacque nel comune di Borgo Panigale il 20 agosto 1875; rimasto organo di padre all'età di 14 anni iniziò a lavorare come garzone in un piccolo negozio di pane e pasta. Riuscì poi a "mettersi in proprio" aprendo a sua volta un piccolo esercizio dove vendeva il pane e la pasta fresca da lui stesso prodotti. Gli affari andarono bene e riuscì a fare il grande passo rilevando il famoso, bellissimo negozio di abbigliamento E. Guizzardi Successori Baroni, che occupava alcuni locali in angolo fra il portico dell'Archiginnasio e via Farini, si trasferì in via Rizzoli. Il Comune decise di affittare ad attività "confacenti al distinto ambiente del Pavaglione". Enrico Zanarini non si fece sfuggire l'occasione e stipulò un contratto quinquennale per lire 52.000 annue. Nel 1930, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, finalmente potè aprire il suo elegante locale con i tavolini all'esterno. Fu un successo. L'impero di Zanarini aveva trovato la sua corazzata che andava ad aggiungersi a 15 negozi di bar-pasticceria a Bologna, situati nelle più importanti vie delle città, al buffet nel teatro Comunale, a un negozio di Imola, uno a Rimini e due a Riccione. A tutto ciò si affiancò un'accurata azione di marketing incentrata sul marchio Zanarini.
In 40 anni di attività, Enrico Zanarini riuscì a realizzare qualcosa che non aveva precedenti nella città: la più grande catena di bar-pasticceria.
Morì il 7 novembre 1948 e l'attività fu proseguita dal figlio Giorgio (Bologna, 1926), che aveva seguito il padre fin da ragazzo. Giorgio migliorò il locale del Pavaglione e nel piano superiore realizzò una piccola pista da ballo circolare.
Nel 1964 Giorgio Zanarini decise di cedere il passo e vendette a Velio Bartolini di Rimini, che 20 anni dopo, cedette al cavaliere Giorgio Orlandi, bolognese, imprenditore del settore e gestore di due prestigiosi bar-pasticceria, il Mocambo e il S. Domenico. Orlandi passò la mano nel 2001. Le serrande rimasero abbassate per quattro anni. Poi riaprì, vestito di nuovo, nel solco della tradizione.
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