"Sui pilastri del Voltone del Podestà" è appoggiata la torre dell'Arengo. Una Madonna miracolosa e le forche ancora visibili."
I turisti non si fanno mancare la curiosità del "telefono senza fili": parlando all'interno di ogni angolo del Voltone del Podestà la voce può essere sentita in un altro angolo. La volta a crociera agevola l'effetto acustico e permette questo risultato.
Tuttavia, sono altri i grandi pregi di questo luogo architettonico che unifica tre edifici come il Palazzo del Podestà, il palazzo Re Enzo e il palazzo del Capitano del Popolo: anzitutto il fatto quasi incredibile che la torre dell'Arengo, costruita nel 1212, sia appoggiata e sorretta dai pilastri del Voltone del Podestà. Inoltre il Voltone è abbellito da opere d'arte: basta alzare lo sguardo per ammirare le vele della volta affrescata nel 1516 con le figure dei quattro evangelisti e, agli angoli, poggiate su mensole, le statue di Alfonso Lombardi (1525) che raffigurano i santi protettori di Bologna, Petronio, Francesco, Domenico e Procolo.
Il Voltone era un punto di riferimento per i cittadini: si chiacchierava, si commerciava, si assisteva alle pene capitali che si eseguivano in Piazza Maggiore. E poi c'era la fede, rappresentata da una immagine della Madonna dipinta su un pilastro del Voltone. Una Madonna miracolosa, secondo quanto scrisse Antonio Masini nella sua Bologna perlustrata: "un soldato della guardia ponendosi ad orinare davanti a quella immagine, ripreso da alcuni, arrogantemente rispose che la Madonna era in cielo e subito divenne cieco cadendo per terra come morto; ma chiedendo perdono ritornò sano". Da allora il Voltone fu denominato Voltone della Madonna del Popolo: per conservare il dipinto fu poi costruita una cappella votiva lungo il braccio che porta a piazza Nettuno. Nei secoli successivi la venerazione della Madonna del Popolo andò scemando e la cappella rimase abbandonata e - ancor peggio! - durante la notte la piccola chiesa diventava luogo dato agli scandali. Ciò indusse l'arcivescovo a ordinare (1772) la rimozione della sacra immagine. La chiesetta fu poi abbattuta.
Sotto il braccio che dà su San Petronio sono visibili le due forche collocate nel 1604: il primo a essere impiccato fu tale Domenico Grandi. Al momento di salire la scala verso il patibolo si gettò tra la folla. Il boia lo catturò e, infuriato, lo strozzò con le sue mani.
Tre curiosità: nel 1911 aprì l'albergo diurno voluto da Cleopatro Cobianchi: chiuse nel 1998. Per decenni, fino al 1884, sotto il Voltone vi era il casotto dei burattini di Filippo e Angelo Cuccoli. Per anni sotto il Voltone si è tenuta la fiera del libro.
I turisti non si fanno mancare la curiosità del "telefono senza fili": parlando all'interno di ogni angolo del Voltone del Podestà la voce può essere sentita in un altro angolo. La volta a crociera agevola l'effetto acustico e permette questo risultato.
Tuttavia, sono altri i grandi pregi di questo luogo architettonico che unifica tre edifici come il Palazzo del Podestà, il palazzo Re Enzo e il palazzo del Capitano del Popolo: anzitutto il fatto quasi incredibile che la torre dell'Arengo, costruita nel 1212, sia appoggiata e sorretta dai pilastri del Voltone del Podestà. Inoltre il Voltone è abbellito da opere d'arte: basta alzare lo sguardo per ammirare le vele della volta affrescata nel 1516 con le figure dei quattro evangelisti e, agli angoli, poggiate su mensole, le statue di Alfonso Lombardi (1525) che raffigurano i santi protettori di Bologna, Petronio, Francesco, Domenico e Procolo.
Il Voltone era un punto di riferimento per i cittadini: si chiacchierava, si commerciava, si assisteva alle pene capitali che si eseguivano in Piazza Maggiore. E poi c'era la fede, rappresentata da una immagine della Madonna dipinta su un pilastro del Voltone. Una Madonna miracolosa, secondo quanto scrisse Antonio Masini nella sua Bologna perlustrata: "un soldato della guardia ponendosi ad orinare davanti a quella immagine, ripreso da alcuni, arrogantemente rispose che la Madonna era in cielo e subito divenne cieco cadendo per terra come morto; ma chiedendo perdono ritornò sano". Da allora il Voltone fu denominato Voltone della Madonna del Popolo: per conservare il dipinto fu poi costruita una cappella votiva lungo il braccio che porta a piazza Nettuno. Nei secoli successivi la venerazione della Madonna del Popolo andò scemando e la cappella rimase abbandonata e - ancor peggio! - durante la notte la piccola chiesa diventava luogo dato agli scandali. Ciò indusse l'arcivescovo a ordinare (1772) la rimozione della sacra immagine. La chiesetta fu poi abbattuta.
Sotto il braccio che dà su San Petronio sono visibili le due forche collocate nel 1604: il primo a essere impiccato fu tale Domenico Grandi. Al momento di salire la scala verso il patibolo si gettò tra la folla. Il boia lo catturò e, infuriato, lo strozzò con le sue mani.
Tre curiosità: nel 1911 aprì l'albergo diurno voluto da Cleopatro Cobianchi: chiuse nel 1998. Per decenni, fino al 1884, sotto il Voltone vi era il casotto dei burattini di Filippo e Angelo Cuccoli. Per anni sotto il Voltone si è tenuta la fiera del libro.
Nessun commento:
Posta un commento