Il docente che battezzò Tizio, Caio e Sempronio. Padre del diritto moderno di lui si sa pochissimo.
Irnerio, che è considerato dai bolognesi il più famoso giurista, fu riscoperto da studiosi tedeschi nell'Ottocento; non solo, ma alcuni ritengono che, probabilmente, fosse d'origine tedesca: di nome faceva "Wernerius" ed era soprannominato "il Teutonico", nonostante in alcuni documenti fosse definito "bononiensis".
I bolognesi respinsero questa tesi e considerarono Irnerio un illustre concittadino, simbolo dell'Università: un famoso dipinto di Luigi Serra (esposto nel palazzo comunale) lo raffigura come studioso e come ispiratore della autonomia del Comune di Bologna; l'opera, realizzata (1886) due anni prima della morte del pittore, fu molto apprezzata da Giosuè Carducci.
La verità è che di Irnerio e della sua vita si sa poco; nacque non dopo il 1060 e morì nel terzo decennio del XII secolo; certo è che fu uno dei primi docenti di diritto della neonata Università di Bologna e qualcuno lo considera uno dei fondatori della scuola di diritto. Questo suo ruolo e la sua autorevolezza gli meritarono un altro soprannome, quello di "lucerna iuris", lume del diritto. La sua probabile origine teutonica e il soprannome "teutonicus" deriverebbero dalla sua fedeltà all'Imperatore (tedesco), che a sua volta lo volle suo stretto collaboratore come è dimostrato dall'atto stipulato da Enrico V con i bolognesi, nel 1116, che diede origine al Comune di Bologna. Senza dimenticare, oltre ai viaggi del giurista in Germania, che Irnerio accompagnò lo stesso Imperatore, durante il suo viaggio in Italia.
Addirittura nel 1119 Irnerio fu scomunicato, assieme a Enrico V, da papa Callisto II in quanto sostenne (come voleva Enrico V) la validità dell'elezione di un anti-papa, Gregorio VIII. Fu alla corte di Matilde di Canossa, incontrata nel 1113, che gli chiese di rinnovare le leggi sulla base dei diritti.
Anche sulle sue opere vi sono dubbi circa le numerose attribuzioni: certamente fu un glossatore, cioè un commentatore, ma fu anche giudice e, soprattutto, "magister" che ebbe degni allievi (Martino Gosia, Bulgaro, Iacopo e Ugo) che fecero onore al loro maestro consolidando la fama dell'Università di Bologna . A Irnerio si deve la revisione del codice di Giustiniano e la diffusione in Europa di un nuovo diritto sulla base di quello romano. Fu il primo glossatore della storia del diritto e dalla sua scuola uscirono allievi che favorirono l'evoluzione del diritto: un punto fermo per la coltura e per la civiltà di quella parte del mondo che verrà chiamata Europa.
Una curiosità: Irnerio fu il primo a far ricorso ai nomi Tizio, Caio e Sempronio per le esemplificazioni schermatiche.
A Irnerio, i bolognesi hanno dedicato un'importante arteria cittadina: infatti, nel 1907, il Comune decise di realizzare una nuova grande strada al servizio del nuovo quartiere universitario e che collegasse porta Zamboni con via Indipendenza. I lavori furono conclusi nel 1912. Via Irnerio, come una grande spada, tagliò definitivamente la Montagnola della Piazza Otto Agosto che erano rimaste unite per secoli.
Irnerio, che è considerato dai bolognesi il più famoso giurista, fu riscoperto da studiosi tedeschi nell'Ottocento; non solo, ma alcuni ritengono che, probabilmente, fosse d'origine tedesca: di nome faceva "Wernerius" ed era soprannominato "il Teutonico", nonostante in alcuni documenti fosse definito "bononiensis".
I bolognesi respinsero questa tesi e considerarono Irnerio un illustre concittadino, simbolo dell'Università: un famoso dipinto di Luigi Serra (esposto nel palazzo comunale) lo raffigura come studioso e come ispiratore della autonomia del Comune di Bologna; l'opera, realizzata (1886) due anni prima della morte del pittore, fu molto apprezzata da Giosuè Carducci.
La verità è che di Irnerio e della sua vita si sa poco; nacque non dopo il 1060 e morì nel terzo decennio del XII secolo; certo è che fu uno dei primi docenti di diritto della neonata Università di Bologna e qualcuno lo considera uno dei fondatori della scuola di diritto. Questo suo ruolo e la sua autorevolezza gli meritarono un altro soprannome, quello di "lucerna iuris", lume del diritto. La sua probabile origine teutonica e il soprannome "teutonicus" deriverebbero dalla sua fedeltà all'Imperatore (tedesco), che a sua volta lo volle suo stretto collaboratore come è dimostrato dall'atto stipulato da Enrico V con i bolognesi, nel 1116, che diede origine al Comune di Bologna. Senza dimenticare, oltre ai viaggi del giurista in Germania, che Irnerio accompagnò lo stesso Imperatore, durante il suo viaggio in Italia.
Addirittura nel 1119 Irnerio fu scomunicato, assieme a Enrico V, da papa Callisto II in quanto sostenne (come voleva Enrico V) la validità dell'elezione di un anti-papa, Gregorio VIII. Fu alla corte di Matilde di Canossa, incontrata nel 1113, che gli chiese di rinnovare le leggi sulla base dei diritti.
Anche sulle sue opere vi sono dubbi circa le numerose attribuzioni: certamente fu un glossatore, cioè un commentatore, ma fu anche giudice e, soprattutto, "magister" che ebbe degni allievi (Martino Gosia, Bulgaro, Iacopo e Ugo) che fecero onore al loro maestro consolidando la fama dell'Università di Bologna . A Irnerio si deve la revisione del codice di Giustiniano e la diffusione in Europa di un nuovo diritto sulla base di quello romano. Fu il primo glossatore della storia del diritto e dalla sua scuola uscirono allievi che favorirono l'evoluzione del diritto: un punto fermo per la coltura e per la civiltà di quella parte del mondo che verrà chiamata Europa.
Una curiosità: Irnerio fu il primo a far ricorso ai nomi Tizio, Caio e Sempronio per le esemplificazioni schermatiche.
A Irnerio, i bolognesi hanno dedicato un'importante arteria cittadina: infatti, nel 1907, il Comune decise di realizzare una nuova grande strada al servizio del nuovo quartiere universitario e che collegasse porta Zamboni con via Indipendenza. I lavori furono conclusi nel 1912. Via Irnerio, come una grande spada, tagliò definitivamente la Montagnola della Piazza Otto Agosto che erano rimaste unite per secoli.
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