Basilica San Francesco
Nel 1922 la visita del frate rapì il cuore dei bolognesi.
Nel 1213 giunse a Bologna Bernardo di Quintavalle, discepolo di Francesco, con alcuni confratelli. L'accoglienza non fu delle migliori da parte dei giovani e degli studenti: come è riferito nei "Fioretti", "chi gli tirava il cappuccio indietro e chi davanti, chi gli gittava polvere e chi pietre, chi 'l sospingeva di qua e di là". Bernardo e gli altri frati non reagirono e serenamente annunciarono le parole di Francesco che finirono per ammansire anche i più agitati.
Questo episodio ebbe come conseguenza la concessione di una residenza, cioè Santa Maria delle Pugliole, che sorgeva dove oggi c'è piazza dei Martiri.
San Francesco giunse a Bologna il 15 agosto 1222: un testimone lo raffigura lacero e sudicio mentre parla in Piazza Maggiore; ma le sue parole affascinarono e la folla entusiasta cercò di toccarlo e di strappare qualche brandello dei suoi miseri panni. L'anno successivo giunse a Bologna S.Antonio che rimase a lungo in città per fare lezioni di teologia ai frati.
I francescani rimasero in Santa Maria delle Pugliole fino al 1236, allorchè ottennero il permesso di costruire una grande chiesa fuori dalle mura cittadine (quelle del Mille) in una zona all'epoca degradata.
Non si conosce il nome del progettista, ma si sa che ad Antonio di Vincenzo (il progettista di San Petronio) è da attribuire la costruzione del campanile (50 m.), avvenuta fra il 1397 e il 1402, nonchè della cappella Muzzarelli. L'altro campanile, di minori dimensioni, è del 1260. La chiesa subì gravi traversi dall'arrivo dei francesi fino alla Seconda guerra mondiale: soppressa dai francesi fu sconsacrata e trasformata in caserma e dogana; nel 1842 i frati minori conventuali, proprietari della chiesa, poterono rientrare; ma nel 1866 le soppressioni del Regno d'Italia riportarono il complesso francescano a funzioni laiche (caserme).
Finalmente, nel 1866 la chiesa fu restituita ai frati e fu Alfonso Rubbiani a condurre un importante restauro che recuperò le caratteristiche originarie, con qualche arbitraria ricostruzione.
Tuttavia la parte conventuale rimase di proprietà statale e fu adibita a funzioni finanziarie (che mantiene tuttora). La chiesa rimase poi vittima dei bombardamenti che danneggiarono fortemente la facciata; fu la Soprintendenza, guidata da Alfredo Barbacci, a condurre un'azione di recupero e ricostruzione.
La presenza di tre arche di Glossatori dietro l'abside (Accursio con il figlio Francesco, Odofredo Denari e Rolandino de' Romanzi) è la conferma della presenza in San Francesco di scuole universitarie. In San Francesco vi è anche la tomba di Alessandro V, l'unico Papa sepolto a Bologna. La trecentesca pala marmorea sull'altare maggiore, un vero capolavoro in stile gotico, è opera dei fratelli veneziani Dalle Masegne. In San Francesco, fra gli altri, hanno la loro sepoltura sia il grande musicologo e compositore Giovanbattista Martini, sia Alfonso Rubiani. Vi sono anche due chiostri: il primo, detto "Chiostro dei Morti" e trecentesco, mentre il secono è quattrocentesco.
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