martedì 20 settembre 2016

N: Neve (nevicate e vicolo della Neve)


Fiocchi anche a giugno. Così gelò la città nel 1359. Per rimuovere i cumuli si usava l'acqua dei canali.
Una nevicata in giugno o due metri di neve a gennaio erano considerati dagli antichi cronisti - come ora - notizie  da tramandare ai posteri. Spigolando nelle cronache  apprendiamo che il 12 giugno 1359 nevicò fino a quattro braccia di altezza (cioè due metri e mezzo)! Nel 1965 vi fu neve fino a maggio: fra Natale e capodanno cadde una tale quantità che crollarono molti tetti di edifici, fra i quali il tetto del salone del Palazzo del Podestà e subì gravi danni quello del Palazzo comunale. Nevicò molto anche a Carnevale e alla fine di marzo: per eliminare i cumuli di neve si utilizzò l'acqua dei canali con inondazioni controllate per non danneggiare  le cantine dove si svolgevano attività artigianali, per lo più tessili. A maggio, fra lo sconforto dei cittadini, riprese a nevicare.
Anche il 1740 fu un anno freddo: fra gennaio e maggio nevicò 33 volte; ma il freddo continuò a imperversare al punto che un frate dell'Osservanza scrisse che si è portato il mantello fino al 29 luglio. Le conseguenze di ogni tipo di maltempo erano carestia, miseria e morte; perciò si pregava e si tenevano processioni. Da non dimenticare che lo sgombero della neve era affidato ai cittadini che, però, la accumulavano lungo le strade rendendole impercorribili per carri, carretti e carrozze.
La prima volta che i bolognesi pagarono per la rimozione della neve fu nel 1803 dopo l'eccezionale nevicata del 18 febbraio: il governo dei francesi imposte agli inquilini una tassa pari all'1,10€ dell'affitto.
Famosa fu la nevicata dell'inverno 1829-1830, forse la più importante mai avvenuta a Bologna: nevicò per 324 ore nel corso di 96 giorni fra il 17 novembre 1829 ed il 21 febbraio 1830. La temperatura precipitò fino a 17 gradi sotto zero e per quasi 60 giorni la temperatura  media si attestò sotto lo zero. Nei primi 15 giorni di nevicate caddero 4,5 metri di neve.
Un secolo dopo, fra il 10 ed il 14 febbraio del 1929, la neve scese per cinque giorni, senza sosta, (80 centimetri) e la temperatura raggiunse i 15 gradi sotto zero provocando la rottura  di tubazioni dell'acquedotto. Tetti crollati, scuole chiuse, case fredde per mancanza di carbone, negozi chiusi, broncopolmoniti a volte letali, fratture varie a seguito di cadute.
Nel dopoguerra, da segnalare le nevicate del 1956 (63 centimetri), del 15 gennaio 1960, 25 cm in una sola notte, del 1963 (50 centimetri): la risposta del Comune fu l'assunzione di ben 1000 spalatori che liberarono le strade. Solo negli anni successivi entrarono in funzione i mezzi spazzaneve.
Una curiosità: a Bologna, fino al 1808, esisteva una chiesetta intitolata a Santa Maria della Neve: la gestiva la Arciconfraternita romana obbediente al culto di Santa Maria della Neve, che ebbe origine il 5 agosto del 342 quando una strana nevicata imbiancò solo il colle romano dell'Esquilino. A questa Arciconfraternita  fu affidata l'amministrazione dell'Opera Pia del Riscatto, che aveva come scopo quello di raccogliere i fondi per riscattare i bolognesi cattolici caduti nelle mani dei musulmani e ridotti alla schiavitù.

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