Quando nobili e popolani sconfissero gli austriaci. La vittoria del 1848 divenne una data da celebrare.
La Battaglia dell'8 agosto 1848 si protrasse per solo tre ore, fra le cinque e le otto del pomeriggio. Sulle barricate (un'invenzione dei movimenti europei del 1848) si trovarono fianco a fianco nobili e popolani, professionisti e facchini, uomini, donne e ragazzi: finita la battaglia, i bolognesi contarono 59 morti e decine di feriti. Gli austriaci, più numerosi e con alcuni cannoni, ebbero più di 400 morti. Le campane che avevano chiamato a raccolta il popolo, suonarono alla fine della battaglia in segno di vittoria.
Dopo l'Unità di Italia la data dell'8 Agosto divenne per i bolognesi una ricorrenza irrinunciabile. Ogni anno le organizzazioni laiche (la Società operaia, le Società di mutuo soccorso, le cooperative, le Associazioni di ex combattenti) organizzarono manifestazioni per ricordare l'eroica giornata che vide il popolo in armi impedire agli austriaci l'ingresso in Bologna. La celebrazione dell'8 agosto divenne una festa di orgoglio cittadino, il ricordo ancor vivo di una pagina di storia che aiutava a rimuovere altri periodi storici meno brillanti. Inoltre, l'8 agosto si ritrovavano, gli uni accanto agli altri, nobili e popolani, intellettuali e parenti dei protagonisti di quella giornata.
Quanto a partecipazione popolare, solo la Madonna di San Luca faceva "concorrenza" all'8 agosto. Fra gli animatori di queste iniziative vi fu il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli, che aveva partecipato alla battaglia dell'agosto 1848: amico di Minghetti, deputato dal 1860, fondò una società di mutuo soccorso denominata "Fraternità" per riunire i superstiti della battaglia dell'8 agosto. Con i versamenti dei soci, la Società potè garantire sussidi a coloro che erano malati o poveri. Va detto che negli stessi anni presero vita altre simili Società rivolte ai superstiti delle guerre risorgimentali. Nonostante una certa rivalità politica, queste associazioni raggiunsero lo scopo di far crescere il sentimento di appartenenza all'Italia e l'orgoglio di aver combattuto per cacciare lo straniero dal suolo patrio: in queste ricorrenze, gli aderenti alle varie società sfilavano in uniforme e con la fanfara.
Il '48 fu un fenomeno europeo di grande portata, figlio delle nuove idee libertarie nate nel 1789. A Bologna, la grande fiammata del '48 fu seguita da una crudele restaurazione: nel maggio 1849 gli austriaci assediarono Bologna per 9 giorni, bombardandola dai colli: il 16 maggio gli austriaci rioccuparono la città. L'8 agosto 1849 commemorarono la data fucilando il sacerdote barnabita Ugo Bassi assieme al capitano Giovanni Livraghi. Oggi, il ricordo della battaglia dell'8 agosto è rappresentato dal "Popolano", il monumento in bronzo di Pasquale Rizzoli posto all'ingresso della Montagnola e inaugurato nel 1903 fra le polemiche. Nella facciata del Palazzo Comunale vi è una lapide con incisi i nomi dei caduti. Gli austriaci (e il Cardinal Legato) se ne andarono definitivamente il 12 giugno 1859. La denominazione della piazza fu decisa dal Comune il 3 dicembre 1874.
La Battaglia dell'8 agosto 1848 si protrasse per solo tre ore, fra le cinque e le otto del pomeriggio. Sulle barricate (un'invenzione dei movimenti europei del 1848) si trovarono fianco a fianco nobili e popolani, professionisti e facchini, uomini, donne e ragazzi: finita la battaglia, i bolognesi contarono 59 morti e decine di feriti. Gli austriaci, più numerosi e con alcuni cannoni, ebbero più di 400 morti. Le campane che avevano chiamato a raccolta il popolo, suonarono alla fine della battaglia in segno di vittoria.
Dopo l'Unità di Italia la data dell'8 Agosto divenne per i bolognesi una ricorrenza irrinunciabile. Ogni anno le organizzazioni laiche (la Società operaia, le Società di mutuo soccorso, le cooperative, le Associazioni di ex combattenti) organizzarono manifestazioni per ricordare l'eroica giornata che vide il popolo in armi impedire agli austriaci l'ingresso in Bologna. La celebrazione dell'8 agosto divenne una festa di orgoglio cittadino, il ricordo ancor vivo di una pagina di storia che aiutava a rimuovere altri periodi storici meno brillanti. Inoltre, l'8 agosto si ritrovavano, gli uni accanto agli altri, nobili e popolani, intellettuali e parenti dei protagonisti di quella giornata.
Quanto a partecipazione popolare, solo la Madonna di San Luca faceva "concorrenza" all'8 agosto. Fra gli animatori di queste iniziative vi fu il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli, che aveva partecipato alla battaglia dell'agosto 1848: amico di Minghetti, deputato dal 1860, fondò una società di mutuo soccorso denominata "Fraternità" per riunire i superstiti della battaglia dell'8 agosto. Con i versamenti dei soci, la Società potè garantire sussidi a coloro che erano malati o poveri. Va detto che negli stessi anni presero vita altre simili Società rivolte ai superstiti delle guerre risorgimentali. Nonostante una certa rivalità politica, queste associazioni raggiunsero lo scopo di far crescere il sentimento di appartenenza all'Italia e l'orgoglio di aver combattuto per cacciare lo straniero dal suolo patrio: in queste ricorrenze, gli aderenti alle varie società sfilavano in uniforme e con la fanfara.
Il '48 fu un fenomeno europeo di grande portata, figlio delle nuove idee libertarie nate nel 1789. A Bologna, la grande fiammata del '48 fu seguita da una crudele restaurazione: nel maggio 1849 gli austriaci assediarono Bologna per 9 giorni, bombardandola dai colli: il 16 maggio gli austriaci rioccuparono la città. L'8 agosto 1849 commemorarono la data fucilando il sacerdote barnabita Ugo Bassi assieme al capitano Giovanni Livraghi. Oggi, il ricordo della battaglia dell'8 agosto è rappresentato dal "Popolano", il monumento in bronzo di Pasquale Rizzoli posto all'ingresso della Montagnola e inaugurato nel 1903 fra le polemiche. Nella facciata del Palazzo Comunale vi è una lapide con incisi i nomi dei caduti. Gli austriaci (e il Cardinal Legato) se ne andarono definitivamente il 12 giugno 1859. La denominazione della piazza fu decisa dal Comune il 3 dicembre 1874.