sabato 28 marzo 2020

Quarantena ai tempi del coronavirus

Giorno x di quarantena e isolamento.  Arrivano voci dalla Cina che una intera città, Wuhan, è stata colpita da un misterioso nuovo virus molto pericoloso ad alta diffusione. Impressiona vedere queste strade deserte, dei droni che redarguiscono persone che escono di case senza mascherina e intima loro di tornare immediatamente indietro, sembra un film di fantascienza.In Cina poi, dove l'ultra affollamento è di norma...ma è là. Dispiace, ci preoccupa, ma è là.
Ma come canta una famosa canzone di Tozzi, "tanto prima o poi gli altri siamo noi"...e infatti, una mattina del 21 febbraio, ignari ci alziamo , con solo un piccolo timore dato da una coppia cinese in viaggio in Italia che era stata ricoverata allo Spallanzani perchè colpita da Coronavirus, oggi COVID 19, e veniamo gelati da una notizia che non avremmo mai voluto sentire: "Un uomo è stato ricoverato all’ospedale di Codogno, in provincia di Lodi, con una forte insufficienza respiratoria. È risultato positivo al test del coronavirus. Non è stato n Cina, ma avrebbe avuto contatti con un amico rientrato dal Paese". Con il tempo si appurerà che l'amico non era positivo e non si troverà mai il paziente 0. Fatto sta che inizia questo strano, surreale, inimmaginabile periodo di sospensione della vita.
Via via si susseguono casi, Codogno diventa zona rossa, la Lombardia la regione più colpita, ma poi ogni regione viene contagiata.
Gli italiani diventano gli untori del mondo, solo perchè le altre nazioni evitano di fare tamponi ai loro ammalati, e a quelli che vengono fatti e dichiarati contagiati sono passati tutti per Codogno.
A questo punto mi assale una curiosità irrefrenabile e mi domando dove sia esattamente Codogno e perchè io non ci sono mai stata, nemmeno a prendere un caffè nel tristemente famoso bar dove sono passati tutti i viaggiatori colpiti nel mondo.
Per giustizia di cronaca: Codogno è un comune italiano di 15 978 abitanti della provincia di Lodi, in Lombardia. Oltre a essere il centro principale della pianura nota come Basso Lodigiano, è la seconda città più popolata della provincia di Lodi e il principale centro, dopo il capoluogo, per importanza storica, economica e per numero di abitanti.
Da allora è trascorso poco più di un mese e quello che si prevedeva, purtroppo si è verificato.
Ora ci troviamo a dover vivere in casa propria, mantenendo distanze tra un individuo e l'altro superiore al metro e mezzo, lavarci le mani con sapone o detergente più volte possibile al giorno, ritrovandoci con pelle secca e screpolata, perchè pare che questo virus si diffonda toccandosi occhi, naso e bocca, mentre con il sapone, la "pellicola" (non conosco il termine esatto) che ricopre il virus viene staccata impedendogli così di sopravvivere, usciamo con mascherine introvabili FFP2-FFP3 e guanti mono uso.
Le attività considerate non essenziali sono tutte chiuse, rimangono operativi i negozi e i produttori alimentari, le città e i paesi deserti; si può infatti uscire solo con il modulo di autocertificazione

una volta a settimana, una persona per famiglia ed evitare assembramenti, pena multa salata e per i casi più gravi anche una denuncia penale. Chi ha cani può portare fuori solo per un giro intorno al proprio fabbricato, regalando così un paesaggio surreale, un silenzio assordante e unica "compagnia" i programmi televisivi monopolizzati dal coronavirus..
La nostra vita è cambiata, come sarà è impossibile prevederlo, possiamo solo collaborare per aiutare chi sta affrontando questa emergenza in prima linea, con l'unica cosa che sembra essere utile e continuando a pregare...#iorestoacasa

Nessun commento:

Posta un commento