venerdì 12 agosto 2016

C: Collegio di Spagna


Collegio di Spagna
"La scuola del cardinale che anticipò pure la storia. Ebbe il nome di una nazione che non esisteva ancora.
"Ordino che si faccia a Bologna un Collegio di scolari in luogo decente, non lontano dalle Scuole, dove si fabbrichi una conveniente abitazione con giardino, sale e camere, nel quale si edifichi una onorata Cappella in onore di San Clemente martire. E si comprino tante entrate che bastino sufficientemente a mantenerci 24 scolari, con quel governo di vivere che io ordinerò. La qual Casa o Collegio voglio che si domandi la Casa degli Spagnoli".
Queste le volontà contenute nel testamento del 29 settembre 1346 dal cardinale Egidio Albornoz (1310-1367), Arcivescovo di Toledo, poi incaricato da Papa Innocenzo IV di riportare sotto il dominio della Chiesa le terre che, approfittando della "cattività avignonese", erano divenute Signorie. Dunque, la volontà del Cardinale era di costruire un Collegio in luogo idoneo ma non lontano dall'Università; l'edificio doveva avere sale e camere per gli studenti, un giardino e una chiesa da intitolare a San Clemente Martire. Col denaro restante si dovevano acquistare terreni e immobili le cui rendite potessero garantire il mantenimento di 24 studenti e del personale, ed un futuro privo di preoccupazioni finanziarie.
L'ultima clausola del testamento fu la denominazione di "Collegio degli Spagnoli" che si rivelò un preveggente auspicio: la Spagna, come nazione, nel 1346, non esisteva, e solo dal 1492, con la caduta del regno arabo di Granada, vi fu l'unificazione dei vari regni spagnoli.
Le volontà di Albornoz non si limitarono a generiche indicazioni per la costruzione del Collegio, che resta ancora oggi il più antico esistente al mondo: egli dettò a Matteo Giovannelli detto Gattapone, l'autore dell'edificio, l'assetto, i dettagli e il significato stesso che intendeva dare al Collegio: un luogo di studio e di soggiorno, un luogo di silenzio e di incontri fra scolari e docenti, un luogo di meditazione e di preghiera.
E fu secondo questi dettami che il Gattapone realizzò la costruzione, iniziata il 1° maggio 1365 e conclusa il 25 febbraio 1367. Su due lati del cortile quadrato con duplice loggiato vi erano le 24 camere per gli studenti. Sugli altri due lati, le sale d'insegnamento e la cucina, e, di fronte, la Chiesa di San Clemente, la biblioteca, l'archivio, la camera del Rettore e quella dell'Imperatore, così denominata da quando ospitò Carlo V nel 1530.
La vita del Collegio fu sconvolta quando Napoleone, con decreto del 29 marzo 1812, soprresse il Collegio e mise all'asta i suoi beni immobili. Rimasero integri libri e documenti di archivio per merito del cappellano del Collegio, il cardinale Mezzofanti, che li recuperò e li conservò nella biblioteca comunale. L'immobile fu messo all'asta, ma nessuno si fece avanti. Chiusa l'epoca napoleonica, il cardinale Giustiniani si adoperò per restituire tutti i beni al Rettore, eccetto alcuni terreni venduti.
Ancora oggi, il Collegio di Spagna è una città nella città, un'isola spagnola che mantiene uno "status" di extraterritorialità, e che fa onore alla città che lo ospita da quasi 650 anni.

Nessun commento:

Posta un commento